CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XII LEGISLATURAInterpellanza n. 220/A
INTERPELLANZA LICANDRO - CORONA, sugli effetti negativi derivanti alle aziende sarde produttrici di latte fresco in seguito al crescente arrivo dall'estero di prodotti già confezionati, arbitrariamente etichettati come "latte fresco pastorizzato" per i quali non sussiste l'obbligo di una scadenza fissa.
I sottoscritti,
premesso che la Legge n. 169 del 1989, ancora in vigore, determina una differenza tra il latte generico e il latte fresco pastorizzato nel senso che quello definito come "fresco" ha parametri di qualità e durata fissati fino a quattro giorni mentre quello di produzione tedesca immesso sul mercato con la dicitura "latte fresco pastorizzato" e reso bevibile fino a due settimane, grazie a un procedimento basato sulla microfiltrazione, è sostanzialmente diverso, perché ottenuto da processi di lavorazione totalmente differenti da quanto specificato e previsto dalla Legge n. 169 del 1989 che prevede un unico e blando trattamento di pastorizzazione;
considerato che nelle scorse settimane - sulla base della normativa comunitaria sulla libera circolazione delle merci - è stata emanata una circolare del Ministero delle attività produttive che consentiva la vendita di confezioni etichettate come "latte fresco" con una scadenza superiore a quattro giorni;
constatato che i produttori agricoli italiani hanno avanzato forti critiche nei confronti di tale circolare in quanto rischiava di legalizzare un inganno ai danni dei consumatori perché le caratteristiche organolettiche, e in particolare il contenuto di proteine di questi prodotti, sono inferiori al vero latte fresco;
preso atto che il Ministero delle attività produttive ha deciso di revocare il provvedimento accogliendo le richieste degli agricoltori gravemente preoccupati per le aziende produttrici di latte fresco che avrebbero potuto subire contraccolpi negativi da questa incerta situazione di mercato;
evidenziato che la Legge n. 169 del 1989, nata per creare un filtro all'importazione di latte fresco già confezionato e per valorizzare la materia prima italiana, subirà con tutta probabilità alcune modifiche a causa del principio della libera circolazione delle merci nei mercati italiani - ribadito dalla Corte di giustizia della UE - e dal crescente arrivo dall'estero di prodotto già confezionato, competitivo nel prezzo e nella durata, perché risultato di processi tecnologici di scomposizione e ricomposizione di latte di cui non si conosce neanche l'origine e inoltre nei paesi esportatori non esiste una norma che impone una scadenza fissa;
chiedono di interpellare con urgenza il Presidente Regione e l'Assessore regionale dell'agricoltura per conoscere:
- quali misure vogliano adottare a difesa delle aziende sarde produttrici di latte fresco che, in virtù dell'applicazione della normativa europea e dalla presumibile invasione nel mercato sardo di prodotti stranieri già confezionati, rischiano di subire delle gravi ripercussioni dal punto di vista economico e occupazionale;
- quali provvedimenti intendano assumere al fine di valorizzare la materia prima isolana e di tutelare il superiore interesse dei consumatori sardi.
Cagliari, 21 febbraio 2002