CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XII LEGISLATURAInterpellanza n. 183/c-7
INTERPELLANZA VASSALLO, sulle precarie condizioni dell'Istituto di Clinica neurochirurgica dell'Università di Sassari.
Il sottoscritto,
appreso che l'équipe medica dell'Istituto di Clinica neurochirurgica dell'Università di Sassari, diretta dal Prof. Marcello Crotti, con la collaborazione dei chirurghi vascolari Dr. Giovanni Maria Marongiu e Dr. Pierpaolo Bacciu, nonché del chirurgo plastico Dr. Corrado Rubino, ha effettuato un intervento di microchirurgia altamente innovativo, realizzando per la prima volta in Italia la ricostruzione di un nervo sciatico;
constatato che:
- l'Istituto negli anni passati effettuava un numero di circa 350 interventi all'anno e che tale livello di operatività appare nettamente inferiore alla stima prevedibile per il territorio del Nord Sardegna, giacché sulla base di un valore medio corrente di circa 1500 operati/anno per milione, il bacino territoriale della Sardegna del nord consentirebbe una previsione di circa 750 interventi;
- a partire dall'inizio dell'anno 2001, a seguito della riorganizzazione operatasi in conseguenza della nomina del nuovo Direttore, l'Istituto in questione ha notevolmente aumentato il numero dei pazienti trattati, sia dilatando numericamente la trattazione di patologie già considerate, sia trattando alcune patologie mai considerate in precedenza, come l'affezione oggetto del sopra citato intervento, ovvero come gli aneurismi del circolo cerebrale, le patologie tumorali, le microdecompressioni neurovascolari;
considerato che:
- è notevolmente aumentato il numero di pazienti che si rivolge all'Istituto, evitando trasferte presso altri ospedali dell'Isola (Cagliari), ma più ancora, del continente come Milano e Verona, che risultano in passato avere assorbito consistenti quote delle richieste provenienti dall'Isola e che le proiezioni ricavabili dall'attività sin qui svolta (440 interventi alla data odierna) fanno prevedere un carico di attività finale superiore ai 500 interventi per l'intero anno;
- il personale medico dell'Istituto è stato e viene tuttora impegnato in corsi di approfondimento specifico, in ambiti quali le malformazioni facciali infantili, le vie nasali degli adenomi ipofisari, la chirurgia funzionale e l'oncoterapia, ovvero in vista dell'adozione di nuove metodiche, come la stereotassia e l'endoscopia;
- conseguentemente è aumentato il carico di lavoro per tutto il personale, talché i medici sono costretti a periodi di guardia gravosi per numero e qualità, come il personale paramedico ed ausiliario che, a fronte dell'incremento dell'attività, è venuto riducendosi ai minimi numerici, come è il caso dei ferristi e degli ausiliari;
appurato che l'Istituto versa in una situazione disastrosa quanto alle attrezzature della sala operatoria (sedili operatori aggiustati con cerotto, lampade fatiscenti, microscopio inadeguato, inesistenza di sistemi di monitoraggio elettrofisiologico) al punto tale che l'intervento di elevatissima specializzazione per la ricostruzione del nervo sciatico - come hanno riferito gli organi di informazione - non si è potuto effettuare nella predetta sala operatoria, ma in locali di fortuna posti a disposizione per l'occasione;
tenuto conto che l'Istituto ha indicato alcune priorità relative all'acquisto di nuove attrezzature, in specie per l'applicazione di nuove metodiche della cosiddetta chirurgia "funzionale", dedicata a numerose disfunzioni del sistema nervoso centrale, tra le quali la più significativa dal punto di vista epidemiologico risulta essere il morbo di Parkinson, che già oggi manifesta un eccezionale incremento, prevedibilmente destinato a durare ed a svilupparsi, grazie al generale invecchiamento della popolazioni, ed in particolare:
- la stereotassia, che appare indispensabile nella biopsia cerebrale; essa costituisce, secondo le più avanzate acquisizioni mediche, un'alternativa vantaggiosa rispetto all'intervento cruento adottato per la diagnosi dei tumori;
- l'endoscopia, che in alcune affezioni si presenta come soluzione non solo meno costosa, ma anche come l'unica eticamente accettabile, come ad es. è nel caso dell'idrocefalo;
valutando che la capacità di assorbimento dell'utenza sarebbe in ogni caso facilmente e notevolmente incrementabile, con il raddoppio del numero degli interventi, anche solamente se si risolvesse il problema costituito sia dalla indisponibilità di un adeguato numero di anestesisti - ciò che costringe l'Istituto ad operare in elezione solamente tre volte la settimana, ovvero anche meno nel periodo estivo - sia dalla preparazione professionale degli anestesisti e rianimatori che, seppure valida a livello di base, dovrebbe essere specificamente dedicata agli interventi neurochirurgici, e che si rivela assolutamente indispensabile nella fase postoperatoria;
considerato altresì che:
- in Sardegna non esiste alcuna équipe neurochirurgica ospedaliera che si dedichi al morbo di Parkinson e che l'attivazione nella Regione di tale attività consentirebbe di evitare l'invio di pazienti fuori dalla Sardegna in relazione ad una patologia diffusa ed in fase di ulteriore incremento diffusionale;
- seppure l'endoscopia sia a disposizione ed usata a Cagliari, appare pure essa indispensabile in un qualsiasi moderno reparto neurochirurgico;
appurato che la ripartizione del budget di spesa assegnato all'Istituto, determinato sulla base della spesa storica, non ha tenuto conto dello sviluppo dell'attività realizzatosi nel corso dell'anno, e che pertanto il medesimo budget di spesa si rivela insufficiente fin da oggi;
ritenute fondate le segnalazioni sulla grave situazione dell'Istituto, pervenute dagli operatori e sopra sinteticamente rappresentate;
ritenuto che i significativi dati relativi all'attività dell'Istituto neurochirurgico dell'Università di Sassari del 2001 nell'attività debbano essere positivamente considerati non solo dalla comunità scientifica e accademica, ma anche dai responsabili amministrativi e politici, ed in primo luogo dall'esecutivo regionale, sia per le benefiche ricadute già ottenute nella riduzione del fenomeno della "migrazione sanitaria" e ancora più quale possibilità di un ulteriore e proficuo sviluppo futuro, nell'interesse della popolazione sarda tutta,
chiede di interpellare l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e l'Assessore regionale del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale per conoscere se non ritengano opportuno, per quanto di competenza:
a) effettuare un pronto intervento presso gli organi del Presidio Ospedaliero e della Azienda USL n. 1 di Sassari perché vengano immediatamente risolte le evidenti carenze logistiche e organizzative che impediscono una più continua e regolare attività e più efficiente operatività dell'Istituto di Clinica neurochirurgica dell'Università di Sassari e perché venga ripristinata una adeguata entità del budget di spesa;
b) programmare prontamente la messa a disposizione delle attrezzature minimali richieste per la stereotassia e l'endoscopia;
c) promuovere le iniziative necessarie per una celere messa a disposizione dell'Istituto di ferristi, neuroanestesisti in adeguato numero e qualificazione professionale, nonché delle altre figure professionali necessarie, sia mediche, che paramediche ed ausiliarie;
d) accertare se la programmazione regionale in materia di formazione professionale sanitaria abbia tenuto effettivamente conto specificamente delle esigenze sopra indicate e, in generale, se la medesima venga aggiornata sulla base del fabbisogno segnalato dalle istituzioni sanitarie in sede locale.
Cagliari, 11 ottobre 2001