CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XII LEGISLATURA

Interpellanza n. 175/c-6

INTERPELLANZA MORITTU - GIAGU - LAI - SPISSU, sulla autorizzazione alla coltivazione di una nuova cava di calcare in agro di Ossi e Muros rilasciata dall'Assessorato regionale dell'industria.


I sottoscritti,

vista la determinazione n. 541 del 3 settembre 2001 con la quale si autorizza la Italcementi S.p.A. alla coltivazione di una cava di calcare per leganti idraulici sita nei comuni di Ossi e Muros in località Su Padru, una iniziativa ritenuta dal firmatario, non si capisce sulla base di quali elementi, di rilevante interesse per l'economia locale a fronte del forte disagio sociale e dei gravi danni ambientali denunciati dalle Amministrazioni locali e dai cittadini;

considerato che nei già esigui territori di Ossi e di Muros gravano da tempo numerose attività estrattive che ne hanno gravemente compromesso gli assetti territoriali e paesaggistici, anche a causa dei mancati o finti ripristini ambientali; a tal proposito giova ricordare che la stessa Italcementi ha largamente sfruttato in tempi passati, per alimentare il cementificio oggi chiuso, una analoga cava di calcare che, a distanza di oltre un decennio, non è stata ripristinata e rappresenta ancora oggi uno scempio al territorio di Ossi che per essere sanato richiederà costosi interventi di recupero e di riabilitazione ambientale;

accertato che l'area interessata alla coltivazione è limitrofa al centro abitato del comune di Ossi e ricade per buona parte in zona H di salvaguardia assoluta ed interessa anche alcune porzioni di area destinate a servizi pubblici ed a edificazione privata del vigente piano urbanistico comunale approvato nel 1997;

considerato, altresì, che nell'ottobre del 2000 è stata rilasciata una concessione mineraria alla società Caolino Panciera S.p.A. per la coltivazione di un giacimento di caolino, feldspato e bentonite in località "Rocca Ruia" che interessa oltre 180 ettari del territorio di Muros, sollevando la forte protesta dell'Amministrazione comunale e dei cittadini che, riunitisi in un comitato spontaneo, hanno indirizzato note di motivata protesta a tutte la autorità locali, regionali e nazionali e comunitarie e presentato ricorsi alla Magistratura civile e penale;

visto il documento, sottoscritto dai Sindaci del territorio in data 2 marzo 2001 e portato a conoscenza dell'Assessore dell'industria, nel quale esprimevano la chiara volontà di porre fine ad una pratica di sfruttamento incontrollato del loro territorio, priva di qualsiasi logica pianificatoria e programmatica e sempre più rispondente a mere logiche di profitto imprenditoriale con scarse ricadute occupazionali e chiedevano con forza la revoca delle autorizzazioni rilasciate senza il parere dei comuni interessati e prive di studi di VIA o di verifica di incidenza ambientale e l'avvio immediato dei lavori di ripristino ambientale sulla attività di cava esistenti;

appreso che l'Assessore nell'incontro coi Sindaci del sassarese si era impegnato a presentare un disegno di legge della Giunta di modifica della legge regionale n. 30 del 1989 prevedendo un ruolo di attiva cooperazione degli enti locali interessati ed un più esplicito adeguamento della stessa legge alle normative vigenti in materia di VIA e che nelle more di esame e di approvazione della nuova legge si era altresì impegnato a sospendere tutte le autorizzazioni che non avessero trovato il preventivo consenso dei comuni interessati,

chiedono di interpellare il Presidente della Regione e l'Assessore dell'industria per conoscere quali iniziative siano state adottate per affrontare correttamente le delicate problematiche economiche-ambientali relative al comparto estrattivo. In particolare si chiede di conoscere:

a) i motivi che avrebbero ad oggi impedito l'esame del piano regionale delle cave redatto dalla società incaricata e consegnato ai competenti uffici regionali da oltre tre anni;

 

b) per quali motivi l'Assessorato continui a rilasciare, nonostante gli impegni assunti con i sindaci, le autorizzazioni e le concessioni riferite a pratiche giacenti negli uffici da oltre dieci anni, prive della VIA o di verifica di incidenza ambientale e pertanto in contrasto con le norme comunitarie, nazionali e regionali in materia ambientale;

 

c) se non ritengano opportuno, in presenza di una così forte e decisa opposizione delle Amministrazioni e delle popolazioni interessate, ed anche al fine di evitare contenziosi e danni irreparabili per l'ambiente e la salute delle popolazioni, sospendere le nuove autorizzazioni invocando il principio di autotutela o applicare gli articoli 28 e 29 della legge regionale n. 30 del 1989 ove ricorrano i casi ivi previsti.

Cagliari, 22 settembre 2001