CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XII LEGISLATURA

Interpellanza n. 142/a

INTERPELLANZA PUSCEDDU -  SANNA Emanuele - FADDA - IBBA - DETTORI Bruno - ORTU - CALLEDDA - PACIFICO sul sistema degli appalti nello stabilimento Saras e Sarlux di Sarroch.


I sottoscritti,

premesso che:

- nell'area di Sarroch è in corso, ormai da qualche anno, da parte della Saras Spa, uno dei più rilevanti investimenti effettuati nell'Isola, relativo alla costruzione di un impianto di produzione di energia elettrica attraverso l'utilizzazione di prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio;

- contemporaneamente, sempre la stessa Società, ha dato attuazione a due contratti di programma che hanno consentito l'avvio di nuove attività produttive delle quali  Atlantis S.p.a.  costituisce la realtà più significativa;

- le suddette iniziative hanno comportato e comporteranno investimenti privati sostenuti da un ingente utilizzo di risorse pubbliche, sia attraverso la già avvenuta erogazione dei contributi previsti dalla normativa che regola la programmazione negoziata, sia attraverso l'acquisto da parte dell'Enel della produzione dell'energia elettrica eccedente il fabbisogno della Saras;

- la Regione Sardegna, sacrificando uno dei più interessanti tratti del suo sistema costiero già da oltre 35 anni dedicato alla presenza della raffineria, ha consentito la realizzazione dell'impianto nella consapevolezza che l'investimento in questione avrebbe dato impulso non soltanto all'occupazione ma soprattutto al consolidamento dell'economia e alla crescita delle imprese locali ed in particolare a quelle definite storiche;

considerato che:

- la programmazione dei lavori per la realizzazione dell'impianto Sarlux condivisa a livello nazionale, regionale e territoriale, è stata concepita in modo tale da abbreviare al massimo i tempi di completamento dello stesso,  e da impedire alle imprese sarde, oberate  di lavoro per un periodo limitatissimo, comunque di lamentare il fatto che la maggior parte dei lavori fosse assegnata ad imprese esterne;

- su un investimento che ha comportato l'utilizzazione di risorse finanziarie superiore a duemila miliardi di lire si può ragionevolmente calcolare che soltanto il cinque per cento di tale somma possa essere stato il fatturato di tutte le imprese sarde impegnate nella costruzione dell'impianto e cioè poco più di cento miliardi di lire;

- a quanto sopra, deve aggiungersi il fatto che le imprese sarde, sottoposte ad una grave crisi congiunturale a causa della mancanza di lavoro, sono state costrette a firmare con le committenti, tutte esterne, contratti di subappalto a prezzi non remunerativi con conseguenti bilanci negativi e perdite tali da compromettere la stessa esistenza dell'azienda;

- la Snam Progetti, quale General Contractor della realizzazione del suddetto impianto, pare non intenda  minimamente occuparsene, creando una situazione in cui le sole vittime saranno le imprese sarde impedite dal gioco degli interessi delle grandi imprese di liberarsi da una condizione che non consentirà loro mai di svilupparsi;

- data la tipologia  del contratto in essere con RTI, la Saras, mentre sul piano tecnico-legale  non può essere chiamata a responsabilità oggettiva di tale situazione, ha più di un dovere nei confronti del sistema socio-economico locale dato che essa stessa è committente attraverso Sarlux dell'investimento dell'impianto IGCC;

- in relazione ai Contratti di Programma 1 e 2, l'atteggiamento della Saras, storicamente sempre attenta al territorio, pare essere oggi orientato a  creare aziende satelliti cui appalta, a piccoli step, lavori molto qualificati sacrificando ancora una volta le aziende sarde, in grado oramai di offrire professionalità elevata ed alta tecnologia;

- tale comportamento, aggravato dall'uso di consulenti esterni per la progettazione e che, per i loro legami con una miriade di piccole aziende, non possono non aumentare la concorrenza, comporterà alla lunga l'impoverimento del territorio e la perdita per le imprese sarde delle professionalità che con innumerevoli sacrifici sono riuscite a costruire nel tempo, diminuendo il potere contrattuale del territorio rispetto a quello decisionale divenuto irreversibilmente milanese;

 

ritenuto che tutto ciò premesso prefiguri scenari già visti in altri siti industriali della Sardegna, ove il perseguimento di una politica degli appalti sconsiderata ha dato luogo alla morte di aziende consolidate per dar vita ad aziende talmente povere di contenuti la cui sopravvivenza si è esaurita nel giro di qualche mese, ed ha permesso la scorribanda di ditte esterne "mordi e fuggi" che hanno lasciato, nel territorio, soltanto macerie,

 

chiedono di interpellare il Presidente della Giunta regionale e l'Assessore dell'industria per sapere quali azioni e quali iniziative intendano porre in essere nei confronti della Saras e della Snam Progetti onde evitare, prima che sia troppo tardi, i rischi su esposti e per conoscere in particolare:

- quali siano le strategie della Saras per quanto concerne la politica degli appalti e quale coinvolgimento debbano avere nel sistema delle imprese sarde, considerato che le stesse hanno di fatto dimostrato di essere in grado di soddisfare le esigenze che la società committente ha, dal punto di vista della costruzione e manutenzione degli impianti;

- quali controlli intende attuare la Saras nei confronti delle aziende esterne titolari delle commesse affinché, pur riconoscendo ad esse il giusto profitto, non si determini di fatto l'impossibilità per le imprese di locali di remunerare correttamente il lavoro svolto secondo contratto o di non pagare i fornitori sardi così come già verificatosi in occasione della costruzione di impianti della Saras;

- se non sia il caso che la Giunta Regionale, considerato il comportamento della Snam Progetti nei confronti delle aziende sarde, nonostante il determinante contributo dato dalle imprese isolane per consegnare nei tempi previsti l'impianto IGCC Saras, verifichi col massimo rigore anche le proposte e le garanzie che la stessa Snam offre per la realizzazione dell'impianto di gassificazione del Sulcis.

Cagliari, 28 marzo 2001