CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XII LEGISLATURA

Interpellanza n. 45/A

INTERPELLANZA CUGINI - CALLEDDA - FALCONI - ORRU' - SANNA Emanuele sulla revoca degli Amministratori in carica della società IGEA S.p.A.


I sottoscritti,

premesso che il consiglio di amministrazione della società IGEA S.p.A., interamente controllata dall'Ente Minerario Sardo in liquidazione, è stato nominato in data 30 giugno 1999 con mandato di durata triennale come da verbale di assemblea ordinaria in pari data e scadrà quindi il 30 giugno 2002;

ricordato che con l'acquisizione delle concessioni per minerali di bario dai privati a Bariosarda S.p.A., attuata su specifica direttiva della Giunta regionale nel 1989, e quelle minerarie piombo zincifere, acquisite da Miniere Iglesiente S.p.A. tra il 1993 e il 1995 dalla SIM del gruppo ENI, la Regione autonoma della Sardegna è succeduta negli obblighi di messa in sicurezza già in capo ai precedenti concessionari;

rilevato che la Giunta regionale ha dato ampio rilievo sulla stampa al proprio deliberato (v. delibera di G.R. n. 22/30 del 25 giugno 2000), dal quale si evince che sarebbe stato rilevato un presunto "buco" di 37 miliardi nel piano di liquidazione dell'Ente Minerario Sardo, causato da "irregolarità" nei bilanci di IGEA S.p.A., i cui amministratori non avrebbero rilevato nei bilanci della ex controllata Bariosarda S.p.A. la omissione degli accantonamenti di fondi per la messa in sicurezza dei cantieri dismessi pari a circa 40 miliardi, oltre a non aver dato giustificazioni all'impiego per finanziare la gestione, di parte dei fondi per la messa in sicurezza accantonati nel bilancio della Miniere Iglesiente S.p.A.;

appreso che la Giunta regionale, sulla base di tali presunte irregolarità ha deciso di "dare incarico all'Assessore dell'industria di porre in atto tutte le azioni necessarie perché vengano revocati gli amministratori dell'IGEA S.p.A., nonché vengano segnalati all'Autorità giudiziaria quei fatti che potrebbero avere rilevanza penale" pur essendo gli attuali amministratori del tutto estranei ai fatti addebitati, posto che le omissioni e impieghi, ammesso che possano configurare responsabilità, sono ascrivibili esclusivamente agli amministratori delle società poi incorporate, in un periodo durante il quale queste non erano sotto il controllo di IGEA, che, al contrario, era essa stessa controllata da Miniere Iglesiente S.p.A.;

atteso che l'Ente Minerario Sardo era a perfetta conoscenza del diverso impiego di fondi a destinazione specifica da parte di Miniere Iglesiente utilizzati prevalentemente per la protratta gestione dell'impianto di eduzione "-200" di Monteponi;

considerato che il Commissario liquidatore dell'Ente Minerario Sardo era perfettamente edotto fin dal 19 gennaio 2000 dell'esistenza di oneri di messa in sicurezza delle concessioni Bariosarda SPA, per i quali non esisteva copertura finanziaria, conoscenza reiterata con il "promemoria sull'IGEA e sulle sue attività", trasmesso al presidente della VI Commissione Industria il 20 febbraio 2000 e per conoscenza allo stesso Commissario liquidatore, che a pag. 4 riporta testualmente "……quanto alle rimanenti concessioni, per 23 siti sono stati ultimati i lavori, mentre per 28 (esclusivamente concessioni ex Bariosarda) dovrà essere individuata la copertura finanziaria necessaria all'esecuzione dei lavori, il cui ammontare secondo una prima stima di larga massima, è pari a circa 40 miliardi…";

constatato che gli amministratori di IGEA S.p.A. non hanno commesso alcuna omissione in quanto nella relazione sulla gestione allegata al progetto di bilancio al 31 dicembre 1999, presentato per la discussione all'assemblea del 3 maggio si legge testualmente ……"la vostra società intende avviare nell'esercizio 2000 anche i lavori di messa in sicurezza in alcune concessioni ex Bariosarda, per le quali ha già avanzato richiesta di rinuncia al servizio Miniere e Cave dell'Assessorato dell'industria. L'ammontare dei lavori previsti, pari all'accantonamento di cui si è più sopra detto, è stato stimato in lire 2.500.000.000.

Quanto agli oneri che la società dovrà sostenere negli anni successivi per la messa in sicurezza di tali concessioni, questi potranno essere valutati complessivamente una volta definite le prescrizioni da parte del  servizio Miniere e Cave dell'Assessorato dell'industria, con tali valutazioni la società potrà quindi provvedere negli esercizi futuri ad operare i necessari adeguamenti del fondo, mentre voi dovrete garantire la copertura finanziaria";

considerato inoltre che la decisione di modificare le risultanze di bilancio, con l'iscrizione dell'intero fondo per la messa in sicurezza nel progetto di bilancio presentato per la discussione all'assemblea del 16 maggio è stata determinata dall'invito del Commissario liquidatore ad accogliere le indicazioni della società di revisione, che la poneva come "conditio sine qua non" per l'approvazione del bilancio stesso, contrariamente a quanto era stato fatto in passato, con bilanci egualmente e regolarmente certificati dalla stessa società di revisione;

evidenziato che la rimozione degli attuali amministratori di IGEA S.p.A. su questi presupposti avverrebbe senza alcuna ragione plausibile e atta a configurare la pretesa giusta causa, ed è in realtà un polverone propagandistico sollevato esclusivamente con intento manifestamente intimidatorio, con lo scopo di indurli alle dimissioni;

preso atto che, dalle notizie di stampa, la Giunta regionale intenderebbe imporre al Commissario liquidatore dell'Ente Minerario Sardo la designazione per il consiglio di amministrazione di personaggi già impegnati nel passato nell'amministrazione della società Miniere Iglesiente, fra il 1994 e il 1996, nel periodo in cui sono state operate le presunte distrazioni di fondi a destinazione specifica per essere impiegati prevalentemente a finanziare la gestione del "-200" di Monteponi, oggi inopinatamente addebitate agli amministratori attuali di IGEA;

tenuto conto che, qualora il commissario liquidatore, accettando le imposizioni e subendo le pressioni della Giunta regionale, procedesse alla revoca degli amministratori senza giusta causa, si troverebbe a rispondere del danno erariale conseguente, così come sarà tenuta la stessa Giunta regionale nel caso in cui, come appare molto probabile, venisse accolto il ricorso del precedente commissario liquidatore ing. Colomo, rimosso dalla carica con un atto di dubbia legittimità da parte della stessa Giunta,

chiedono di interpellare il Presidente della Giunta regionale e l'Assessore dell'industria per sapere:

1) sulla base di quali norme si fonda la competenza della Giunta regionale a deliberare in materia di nomine e revoche di amministratori di una società controllata da un ente strumentale della Regione, regolata dal Codice Civile, intervenendo pesantemente e illegittimamente a prevaricare l'autonomia e la competenza del Commissario liquidatore, unico organo legittimato ad operare in questa materia;

2) se non ritenga il Presidente della Giunta regionale di aprire un'indagine tesa ad accertare le responsabilità oggettive nella decisione di procedere all'appostamento in un solo esercizio dell'intero importo degli oneri stimati per la messa in sicurezza, modificando radicalmente le risultanze che hanno generato la necessità dell'intervento straordinario sul bilancio della Regione;

3) se non ritenga l'Assessore di dover impartire apposite direttive al Commissario liquidatore affinché promuova l'azione di responsabilità nei confronti dei precedenti amministratori delle società successivamente incorporate dalla IGEA S.p.A. per il danno causato alla stessa IGEA dall'impiego di fondi a destinazione specifica per la gestione ordinaria e per l'occultamento di perdite costituito dal mancato accantonamento degli oneri di messa in sicurezza previsti dalla legge a carico dei concessionari all'atto della rinuncia delle concessioni stesse;

4) se non ritenga infine di inviare alla Magistratura tutti gli atti relativi alla presunta distrazione di fondi a destinazione specifica ove configurabili fattispecie di reato a carico degli amministratori della società Miniere Iglesiente S.p.A. nel periodo fra il 1994 e il 1996, e alle false comunicazioni in bilancio, ove ipotizzabili, a carico degli amministratori della società Bariosarda S.p.A., per aver omesso la comunicazione dell'esistenza di oneri in capo alla società stessa, dell'importo di circa 40 miliardi, per lavori di messa in sicurezza delle concessioni minerarie.

Cagliari, 20 giugno 2000