CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XII LEGISLATURAInterpellanza n. 14/c-4
INTERPELLANZA TUNIS Marco Fabrizio sul commercio dell'acqua tra il Consorzio di bonifica del basso Sulcis e il Consorzio industriale di Portoscuso.
Il sottoscritto,
premesso che l'anno idrologico 1998/1999 è stato per la Sardegna, il meno piovoso degli ultimi 50 anni, per cui anche per il Sulcis sono in vigore dallo scorso mese di aprile pesanti restrizioni nell'erogazione dell'acqua sia per uso civile che agricolo;
rilevato che nella diga di Monte Pranu (Tratalias) malgrado le piogge degli ultimi giorni sono invasati appena otto milioni di metri cubi d'acqua (1/6 della capacità totale) che dovrebbe essere destinata, come stabilito dalla normativa vigente - Legge 36/94 - prioritariamente per uso civile, agricolo ed eventualmente industriale;
sottolineato che numerosi agricoltori sulcitani hanno dovuto rinunciare all'impianto di circa il 40 per cento di carciofi a causa della programmazione nell'utilizzo dell'acqua della diga di Monte Pranu, stabilita arbitrariamente dal Consorzio di bonifica nel maggio 1999;
denunciato che la dirigenza del Consorzio di bonifica del basso Sulcis con la citata programmazione della ripartizione nell'erogazione dell'acqua ha penalizzato agricoltori ed allevatori sulcitani a favore delle imprese operanti nell'ambito del Consorzio industriale di Portoscuso, senza peraltro attivarsi a velocizzare la realizzazione dell'impianto di trattamento delle acque reflue dei Comuni di Carbonia, San Giovanni Suergiu, Sant'Antioco e Portoscuso, così da utilizzarle a fini industriali (opera già finanziata con 20 miliardi e sollecitata dagli agricoltori da almeno quattro anni);
osservato che sul problema della ripartizione delle risorse idriche della diga di Monte Pranu, il Consorzio di bonifica del basso Sulcis dovrà rispondere alla Regione in merito anche all'interrogazione presentata dal sottoscritto il 15 aprile 1999, prot. 4351 del Consiglio regionale, con la quale si chiedeva di non affossare le aziende agricole;
evidenziato che anche nel 1996 le aziende agricole e zootecniche del territorio subirono effetti devastanti dalla politica di gestione dell'acqua attuata dal sopra citato Consorzio di bonifica, ente che ha sempre ignorato l'esistenza della Legge 36/94 (specialmente l'articolo 28) e gli interessi dei lavoratori della campagna;
ritenuto che nessun consigliere regionale può erigersi a difensore di attività industriali a discapito dell'agricoltura, quando altri suoi colleghi abbiano già interrogato o interpellato l'esecutivo per rispetto della materia, che prevede determinate priorità, che gli interessati avrebbero dovuto conoscere
rilevato, altresì, che comunque i colleghi prima di presentare interpellanza avrebbero potuto consultare e chiedere il concorso della firma dei consiglieri che operano nel Sulcis, i quali da sempre seguono le vicende dell'esiguità della quantità d'acqua destinata ad uso agricolo e chiedono il rispetto di quanto stabilito dalla Legge 36/94 (Legge Galli), mentre alcuni altri ricoprono ruoli moralmente incompatibili con la carica di consigliere regionale, specialmente quando, spudoratamente, difendono l'attività da cui ricavano ingenti indennità di carica,
chiede di interpellare il Presidente della Giunta regionale (Commissario straordinario per l'emergenza idrica in Sardegna) e l'Assessore regionale dei lavori pubblici per sapere:
1) se non ritengano opportuno e necessario intervenire immediatamente per far cessare il vergognoso "commercio" dell'acqua tra Consorzio di bonifica del basso Sulcis e il Consorzio industriale di Portoscuso;
2) se non ritengano necessario ed urgente attivarsi affinché venga realizzato finalmente l'impianto per il trattamento delle acque reflue di alcuni Comuni dell'area industriale di Portoscuso, opera finanziata fin dal 1996 e finora vanamente sollecitata da agricoltori, industriali ed amministratori sulcitani.
Cagliari, 6 novembre 1999