CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XII LEGISLATURA

DISEGNO DI LEGGE N. 540/A

presentata dalla Giunta regionale,

su proposta dell'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio, CAPPELLACCI

il 30 marzo 2004

  Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della Regione (Legge finanziaria 2004)


Relazione di minoranza

On.le COGODI

pervenuta il 20 aprile 2004

I - Questo non è un bilancio. E' un epitaffio per un fallimento di legislatura.

La legge finanziaria e la legge di bilancio 2004, a titolo di relazione, meritano solo un epitaffio: …"in bon'ora"! Che vadano in "ora buona", che li accompagni in futuro la buona sorte (fuori dal governo della Regione, ben s'intende) tutti coloro che hanno voluto apporre l'ultimo sigillo o suggello che dir si voglia, insomma l'ultima impronta devastante ad una stagione di malgoverno durata una intera legislatura. Quale relazione può accompagnare, od anche confutare o tentare di correggere, un bilancio che non è bilancio, reso da  un governo che non è governo, espresso da una maggioranza che non è maggioranza?

Perciò, necessariamente, anche questa scrittura non è una relazione di minoranza. Non può esserlo perché non si può dare alcuna minoranza che relazioni laddove non esiste una maggioranza.

Questo bilancio, allo stato delle cose, è una "fictio iuris", un mero artificio contabile travestito da forma legislativa, un campionario di espedienti normativi e finanziari di misera copertura del vuoto politico e programmatico in cui sprofonda.

Manca persino il tempo materiale, ormai, e manca soprattutto il tempo politico anche solo per tentare di raddrizzare un "disegno di legge" che si rappresenta come sostanzialmente incorreggibile, tanto è "sbilanciato" sul piano tecnico e giuridico.

II - Un bilancio sbilanciato non è un bilancio.

Nel merito, non resta altro che richiamare i dati essenziali attinenti un presunto "bilancio 2004", che, in realtà, coincide con la certificazione di un "disastro di legislatura":

1) il "bilancio preventivo", non è più preventivo, perché è volutamente presentato ad esercizio finanziario largamente inoltrato;

2) il bilancio non è tale, perché manca, appunto, il reale bilanciamento fra uscite ed entrate sicure;

3) la legge di bilancio è chiaramente inefficace e, pure, palesemente incostituzionale, perché assume come base di entrata, da destinare alla correlativa spesa, una asserita "trattativa" con il governo centrale per derogare ad una legge dello Stato, ora esistente e perciò vincolante;

4) lo stesso Assessore del bilancio ha definito "presunto il risanamento a tutto il 2003", con ciò confermando e certificando negli atti consiliari la mancata distinzione e verifica fra residui di stanziamento e residui formali. Si compie così una operazione di artificiosa confusione tra "quello che c'è" e "quello che non c'è" nella reale disponibilità di riutilizzazione degli stanziamenti pregressi. Non solo, ma apertamente si proclama di voler incidere su diritti precostituiti in favore degli utilizzatori delle leggi regionali. E se così non fosse, si proclama che non è certa, ed è quindi solo eventuale, la disponibilità finanziaria attingibile su quel fondo;

5) manca qualsiasi accenno di indirizzo programmatorio della spesa regionale ai fini della qualità dello sviluppo. Elemento tanto più grave perché il bilancio "2004" si inserisce nella totale assenza di correlato DPEF, in quanto, come noto, pressoché interamente bocciato dal medesimo Consiglio regionale.

III - L'unica cosa seria che si può fare ora.

In conclusione:  l'unica proposta seria, non di minoranza, ma di buon senso e di accettabile livello di decenza politica e istituzionale è che:

a) la Giunta proponente ritiri la proposta di finanziaria e di bilancio, perché così come confezionati costituiscono solamente strumenti politicamente incongrui, giuridicamente inefficaci ed economicamente dannosi;

b) il Consiglio regionale appronti, in tempi brevissimi, un bilancio essenziale di "operatività della Regione", valido per il tempo intermedio da qui all'insediamento del nuovo Consiglio e del nuovo governo della Regione. E ciò, naturalmente, a legislazione invariata ed in funzione della spesa occorrente per far fronte agli obblighi giuridici in essere da parte della Regione.

Relazione di minoranza

On.le Falconi

pervenuta il 21 aprile 2004

Non è irrilevante il fatto che la Giunta regionale abbia approvato la manovra finanziaria e di bilancio per il 2004 con molti mesi di ritardo, e che la stessa sia pervenuta  a questo Consiglio non solo a fine aprile ma anche a fine legislatura.  Il risultato è un documento di spesa alla rinfusa, che sia per i tempi brevi che separano dalla fine della legislatura, sia per le difficoltà e la mancanza di una maggioranza avrebbe dovuto suggerire l'opportunità di non fare programmi che una futura e presumibilmente diversa maggioranza regionale sarà chiamata a gestire da qui a pochi mesi.

L'attuale compagine di Giunta appare combattuta tra la volontà di continuità, impersonata dal Presidente, ed un malcelato tentativo di porre ordine alle finanze regionali che rappresentano il frutto della disastrosa gestione dei cinque anni dell'attuale legislatura.

Il tentativo dell'Assessore Cappellacci di dar vita ad un impossibile riordino finanziario, per certi versi pure condivisibile,  contrasta con due fondamentali elementi: da una parte la cancellazione di una quota consistente di residui di stanziamento in forma indiscriminata con una "ripulitura" virtuale e dall'altra il tentativo di colmare le entrate con la contrazione di 1143,32 milioni di euro di mutuo (411,32 autorizzati dalla precedente finanziaria regionale), per cui 732 dovrebbero rappresentare il nuovo indebitamento.

Tutto questo in regime di una improbabile deroga verbale alla legge nazionale n. 350 del 2003 (Finanziaria dello Stato 2004) che vieta alle Regioni ulteriori indebitamenti se non destinati ad investimenti.

Alcune brevi e schematiche osservazioni nel merito dei vari settori:

Finanziamenti agli Enti Locali - Ancora una volta si riducono le risorse agli enti locali, che  passano dai 799 ai 780 milioni di euro per il 2004, che pagano in tal modo e ancora una volta il prezzo di una politica regionale disorganica e clientelare.

Sanità, funzioni socio-assistenziali - Mancanza di un Piano Sanitario e di controllo, ha portato alla riduzione di ben 134 milioni di euro dei fondi  per il sistema sanitario regionale  e di 11 milioni di euro delle risorse per le funzioni socio-assistenziali. Ciò renderà difficile garantire ai cittadini sardi una politica socio-sanitaria adeguata, al pari delle altre Regioni italiane.

Opere Pubbliche e politiche del lavoro - Appaiono, come già nelle passate leggi finanziarie e di bilancio, settori che si caratterizzano per interventi slegati dai problemi reali e che in questa manovra registrano le maggiori contrazioni: 197 milioni di euro per i LL.PP. e 120 milioni di euro per  le politiche del lavoro.

Industria, Commercio, Artigianato - Il settore che subisce una drastica contrazione di 25.000.000 di euro è quello dell'Industria con una riduzione degli interventi previsti per le attività produttive della Sardegna centrale (L.R. 17/1993).  I fondi regionali diminuiscono complessivamente di 12 milioni di euro, mentre le assegnazioni statali passano da 18.950  a 16.808 milioni di euro.

Turismo -  Nonostante si affermi che il turismo sia uno dei settori trainanti dell'economia isolana vengono proposti tagli per 9 milioni di euro dai fondi statali e per 19 milioni di  euro dai fondi regionali, in particolare agli interventi previsti dagli articoli 12 e 14 della L.R. n. 1 del 2002 a favore delle imprese giovanili nel settore del turismo.

Agricoltura - Nonostante le gravi conseguenze sull'economia isolana causate dalla siccità prima e dalle diverse epidemie che hanno colpito duramente il patrimonio zootecnico sardo il settore dell'agricoltura subisce un taglio di 33 milioni di euro, 27 dei quali  di assegnazioni statali.

Ricerca scientifica - Settore assai importante sul quale occorrerebbe investire per il futuro e per la crescita delle giovani generazioni, vede invece ridursi di 3 milioni e mezzo di euro i fondi a disposizione.

I consiglieri di minoranza auspicano una inversione di atteggiamento  da parte della ex maggioranza che consenta in tempi brevissimi di produrre un documento contabile essenziale che consenta a tutti di garantire l'indispensabile fabbisogno finanziario per le spese obbligatorie rinviando le scelte di programma alla futura maggioranza.