CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XII LEGISLATURA

DISEGNO DI LEGGE N. 301/A

presentato dalla Giunta regionale

su proposta dell'Assessore dell'industria, LA SPISA

il 13 febbraio 2002

Contributo alla gestione liquidatoria dell'EMSA per l'esercizio 2002


RELAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE

La procedura di liquidazione dell'EMSA, conseguente alla legge di soppressione dello stesso (L.R. n. 33 del 1998), ha assunto, dopo le privatizzazioni e i riordini effettuati fino ad oggi, connotati estremamente preoccupanti in relazione, soprattutto, alla situazione in cui versano le due principali società minerarie, Carbosulcis e Nuova Mineraria Silius, e alla particolare attenzione che occorre realisticamente riservare alle stesse, sia in termini di individuazione di prospettive che di dimensione del sostegno finanziario.

Più in generale, rispetto alle venti partecipazioni facenti parte del Gruppo EMSA al 16 febbraio 1999, data di decorrenza della procedura liquidatoria, rimangono alla data odierna in capo all'EMSA dieci partecipazioni, quattro di minoranza e sei di controllo, cinque delle quali sono la fonte dei fabbisogni finanziari ai quali si assicura copertura per l'esercizio 2002 attraverso la presente legge.

Premesso che nella fase attuale della procedura liquidatoria emerge ormai chiaramente la sostanziale inidoneità dei soggetti di cui trattasi a rientrare nel quadro delle alternative posto dalla legge di soppressione dell'EMSA rappresentate dalla privatizzazione o dalla liquidazione, si riferisce brevemente di seguito sulla situazione di ognuna di esse, caratterizzata da propria specificità, con maggiori sottolineature per i problemi posti dalla Carbosulcis che, da sola, è fonte per quasi il 60 per cento del totale dei fabbisogni.

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CARBOSULCIS

La società, come noto, ha seguito fino ad oggi un percorso di privatizzazione autonomo, nell'ambito della concessione integrata miniera - impianto di gassificazione di cui al D.P.R. 28 gennaio 1994. L'esercizio provvisorio della miniera, ripetutamente prorogato, è stato ulteriormente differito al 30 giugno 2001, data alla quale il concessionario ATI si era a suo tempo impegnato a subentrare nella gestione delle miniere carbonifere del Sulcis.

ATI Sulcis, peraltro, ha comunicato alla fine dello scorso mese di luglio che i suoi consulenti finanziari (BNP - Paribas e Mediobanca) hanno espresso un giudizio negativo sulla sostenibilità economica del progetto e ha proposto l'apertura di un tavolo di concertazione per verificare le possibilità di recupero di condizioni di bancabilità dello stesso. Dopo averne dato anticipazione nel corso di una riunione del Comitato in data 12 dicembre u.s. l'ATI ha formalizzato, con nota del 21 dicembre u.s., le condizioni che potrebbero modificare l'attuale quadro negativo del progetto e il possibile allargamento del gruppo di società a due importanti soggetti interessati a valutare una possibile partecipazione a condizione del superamento delle problematiche che hanno portato le banche a formulare un giudizio di non bancabilità.

Considerato che la competenza all'eventuale accoglimento delle richieste ATI coinvolge il livello governativo, sono stati tempestivamente investiti della problematica in argomento sia la Presidenza del Consiglio dei Ministri che il Ministero delle attività produttive, il quale, così come la Regione autonoma della Sardegna, ha posto allo studio ipotesi alternative per il caso, altamente probabile in relazione alla difficile percorribilità delle suddette richieste ATI, in cui il progetto di gassificazione dovesse considerarsi tramontato.

Dette ipotesi, per la cui predisposizione verrà immediatamente attivato un gruppo di lavoro Presidenza - Assessorato industria - EMSA, si muoveranno secondo le seguenti direttrici:

· prosecuzione della produzione per il tempo necessario a consentire soluzioni non traumatiche del problema occupazionale (820 unità di cui 300 in CIGS al 31 dicembre 2001) e per quantità di cui sia garantito il collocamento;

· investimenti minerari limitati a quelli strettamente necessari ad assicurare la produzione;

· attivazione di un piano di esodi incentivati, con richiamo progressivo dalla CIGS di personale in affiancamento a quello in prospettiva di esodo, al fine di garantire le necessarie professionalità;

· esplorazione di tutte le possibili ipotesi di reimpiego del personale non esodato anche in iniziative di recupero di aree e cespiti immobiliari in funzione di possibili prospettive di valorizzazione a fini scientifici e/o di musealizzazione.

In questo scenario la stima dei fabbisogno Carbosulcis per l'esercizio 2002 si articola come di seguito:

costi industriali 44.500 ml
investimenti 10.000 ml
costi generali e oneri finanziari 6.000 ml
rientri da CIGS  20.000 ml
incentivi all'esodo 20.000 ml

TOTALE COSTI

105.500 ml
Ricavi di vendita carbone 13.200 ml
FABBISOGNO 87.800        ml

Considerato peraltro che residuano da erogare ad EMSA, sullo stanziamento ex bilancio RAS 2001 di 60.000 ml, 8.000 ml, e che il medesimo dispone ancora, a valere sul medesimo stanziamento, di 1.300 ml, il fabbisogno residuare di Carbosulcis a carico del bilancio RAS 2002 è di 78.000 miliardi.

Ovviamente la gestione del problema Carbosulcis non può non vedere coinvolto ai suoi massimi livelli il Governo nazionale, cui sono già state indirizzate le prime sollecitazioni, e ciò in relazione sia alla necessità di soluzioni legislative capaci di agevolare esodi in mobilità di accompagnamento alla pensione, che al supporto che lo stesso Governo dovrà assicurare presso l'Unione Europea che, da ultimo, ma non meno importante, al sostegno finanziario che trova giustificazione nei risparmi che lo Stato realizzerà per effetto della mancata realizzazione del gassificatore Sulcis.

NUOVA MINERARIA SILIUS

Completata nel primo trimestre dell'esercizio 2001 una prima fase di ristrutturazione costata circa 32.000 miliardi, per il 50 per cento contributi ai sensi della Legge n. 488 del 1993, la Nuova Minearia Silius ha presentato al Ministero delle attività produttive un nuovo progetto di investimenti, sempre a valere sulla Legge n. 488 del 1993, per ulteriori 25.000 miliardi, per il quale detto Ministero ha accordato un contributo di 8.000 miliardi.

L'avvio di detto progetto, tuttavia - in attesa della valutazione di compatibilità del programma stesso con i risultati cui è pervenuto il recente studio realizzato dal BRGM sulle prospettive economiche della società e anche in considerazione del rischio connesso alla restituzione della quota di contributo incassato in caso di cessazione dell'attività della società prima del termine previsto dalla legge in riferimento - è stato sospeso, fatti salvi alcuni interventi considerati indispensabili ai fini della prosecuzione dell'attività produttiva.

Per quanto concerne le stime per l'esercizio 2002, nel caso, peraltro probabile, di insuccesso del secondo prossimo tentativo di privatizzazione, il fabbisogno societario dovrebbe attestarsi intorno ai 31.000 miliardi, di cui circa 17.000 miliardi per lo sbilancio dell'esercizio, 11.000 miliardi per investimenti minimi indispensabili, 2.700 miliardi per ripianamento di un debito per mutuo verso la Banca CIS, 1.500 miliardi per incentivi agli esodi e 1.000 miliardi per corresponsione del TFR a dipendenti, al netto di rimborsi IVA per 2.200 miliardi.

In caso di insuccesso della privatizzazione, l'unica alternativa alla liquidazione è rappresentata dal reperimento, per via legislativa, di soluzioni che consentano il proseguimento dell'attività della società al di fuori del Gruppo EMSA.

IGEA

La società non è oggetto di privatizzazione. Si tratta, infatti, del soggetto giuridico individuato dalla legge regionale n. 33 del 1998 per lo svolgimento dei compiti di messa in sicurezza e ripristino ambientale delle aree minerarie dimesse e dei relativi compendi immobiliari.

In relazione all'assunzione dei suddetti compiti, la società è impegnata, oltre che nella messa in sicurezza dei cantieri, nei lavori contribuiti ex Legge n. 204 del 1993 di cui l'EMSA è soggetto attuatore e la cui realizzazione operativa è stata, appunto, affidata all'IGEA.

A breve l'IGEA sarà altresì coinvolta, con compiti principalmente di verifica dei progetti tecnici relativi agli interventi di ripristino ambientale e recupero dei beni culturali, archeologici e paesaggistici, nel piano di stabilizzazione dei lavoratori socialmente utili del parco geominerario.

L'occupazione, a seguito del ricollocamento di unità ex ACS - Carbon Roll (34) ed ex Sardabasalti (5) è salita a 305 dipendenti e registra forti aree di esubero soprattutto nell'area dei servizi generali cui fanno capo 110 unità.

Nel presupposto del mantenimento della società nella sua attuale collocazione e ruolo, il programma lavori per l'esercizio 2002 prevede costi per la realizzazione di interventi di messa in sicurezza per 7.000 miliardi (di cui 5.500, relativi a titoli ex Bariosarda, trovano copertura nelle risorse stanziate dalla Regione autonoma della Sardegna con legge regionale n. 24 del 2000), costi per lavori relativi a progetti ai sensi della Legge 204 del 1993 affidati dall'EMSA per 14.100 miliardi (a fronte di ricavi per 11.300 miliardi), investimenti in mezzi meccanici, software e attrezzature per 3.600 miliardi, incentivo agli esodi per 2.500 miliardi.

Nel complesso, il fabbisogno della società di assesterebbe, sulla base di stime recentemente fornite dalla stessa IGEA, in circa 16.500 miliardi.

PROGEMISA

Per l'esercizio 2002, nel presupposto che la Società rimanga all'interno del Gruppo EMSA per tutto l'anno in riferimento, vengono ipotizzati, sulla base di stime di massima fornite dalla stessa e sulla scorta dei consuntivi più recenti, fabbisogni per 12.000 miliardi.

RIMISA

Per quanto riguarda il 2002, fino alla conclusione, dopo due procedure pubbliche di vendita non andata a buon fine, della trattativa in corso per la privatizzazione del ramo graniti, la società proseguirà negli attuali lavori di mantenimento in sicurezza delle strutture impiantistiche e dei cantieri minerari, nonché di quelli, recentemente avviati, relativi al progetto di musealizzazione della miniera finanziato a valere sulla Legge n. 204 del 1993.

Qualora la trattativa di cessione in corso non dovesse risolversi positivamente, la società sarà incorporata in IGEA, ovvero messa in liquidazione, sempre previo trasferimento in IGEA del personale e dei cespiti interessati dalla musealizzazione, con un fabbisogno per il 2002, tenuto conto di possibili oneri per esodi incentivati e TFR, che dovrebbe attestarsi intorno ai 3.000 miliardi, da trasferire in capo ad IGEA in corso d'anno per la quota di competenza.

Analogo importo sarebbe necessario anche in caso di cessione, in considerazione dei fabbisogni relativi a costi di messa in mobilità del personale, al pagamento del TFR e agli oneri inerenti alla privatizzazione.

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Nell'ambito della presente legge si pone, altresì, l'esigenza di recuperare le risorse destinate a fronteggiare fabbisogni EMSA dell'esercizio 2001, argomento di specifico disegno di legge approvato dalla Giunta regionale con delibera del 3 settembre 2001 e avente per oggetto uno stanziamento di 10.000 miliardi.

In conclusione, pertanto, si rende necessario uno stanziamento complessivo di 164.500 miliardi, avente la seguente articolazione di massima:

CARBOSULCIS 78.000    miliardi
IGEA 16.500    miliardi
NUOVA MINERARIA SILIUS 31.000    miliardi
PROGEMISA 12.000 12.000    miliardi
RIMISA 3.000      miliardi
Residuo es. 2001 10.000    miliardi

TOTALE

150.500  miliardi

TESTO DEL PROPONENTE

TESTO DELLA COMMISSIONE

Art. 1
Finalità

1. L'Amministrazione regionale è autorizzata a erogare un contributo di euro 77.725.000 all'Ente Minerario Sardo in liquidazione per la copertura degli oneri derivanti dalla gestione liquidatoria dell'esercizio finanziario 2002.

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Art. 1
Finalità

(identico)

Art. 2
Norma finanziaria

1. Gli oneri derivanti dall'applicazione della presente legge sono valutati in euro 77.725.000 per l'anno 2002.

2. Il bilancio della Regione, per lo stesso anno, tiene conto del suddetto onere in conto della corrispondente UPB S09.014 del bilancio per l'anno 2001.

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Art. 2
Norma finanziaria

1. Gli oneri derivanti dall'applicazione della presente legge sono determinati in euro 77.725.000 per l'anno 2002 e fanno carico alla UPB S09.013.

2. Nel bilancio della Regione per gli anni 2002-2004 sono apportate le seguenti variazioni:

In diminuzione

03 - PROGRAMMAZIONE

UPB S03.006 -

FNOL - parte corrente

2002    euro     77.725.000

2003     ------     

2004     ------      

mediante riduzione della riserva di cui alla voce 2 della tabella A allegata alla legge regionale 22 aprile 2002, n. 7

In aumento

UPB S09.013 -

Finanziamenti agli enti strumentali - spese correnti

2002       euro     77.725.000

2003       ------

2004       ------