CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XII legislaturaConclusi, a Cagliari, i lavori dell'ufficio politico della CRPM. Agricoltura, trasporti, sviluppo sostenibile i temi da approfondire nei prossimi incontri. Un appello di Martini: alle europee, massiccia partecipazione al voto
Cagliari, 16 aprile 2004 - Con un invito "forte" del presidente Claudio Martini, anche nella sua veste di presidente della Toscana, a recarsi alle urne, in occasione delle prossime consultazioni per il rinnovo del Parlamento europeo: "perché noi tutti dobbiamo essere artefici del nostro destino", si sono conclusi, a Cagliari, i lavori dell'ufficio politico della Conferenza delle regioni periferiche e marittime (CRPM), l'organismo che raggruppa e rappresenta, nelle diverse sedi europee, oltre 160 regioni, sparse in tutti i Paesi della attuale comunità a 15 e della futura Grande Europa.
"Un incontro particolarmente importante, specialmente per le indicazioni politiche che sono emerse dal dibattito", ha commentato il presidente del Consiglio regionale, Efisio Serrenti, nella sua qualità di "padrone di casa", ma anche di presidente della Commissione delle isole, il particolare organismo al quale aderiscono tutte le regioni insulari europee.
La due giorni cagliaritana, infatti, si è chiusa, è vero, senza una risoluzione conclusiva, ma sono stati esaminati ed affrontati alcuni argomenti di "grande, fondamentale importanza", che saranno approfonditi nel corso dei prossimi, immediati, appuntamenti e che serviranno come base per le future iniziative politiche dalla CRPM.
I trasporti, i collegamenti marittimi, la necessità di valorizzare il mare anche come "momento di confronto, di collaborazione e di sviluppo economico", la necessità di politiche di coesione economica, sociale, territoriale, una nuova grande ipotesi di rilancio del settore agricolo, un moderno progetto di sviluppo sostenibile, la valorizzazione delle grandi risorse umane ed un potenziamento della scienza e della ricerca, sono stati i temi sui quali si sono incentranti gli interventi dei componenti l'ufficio politico, degli osservatori, dei numerosi ospiti, rappresentanti di realtà sociali ed economiche che hanno, ancora, molto da chiedere, molto cammino da fare per colmare il divario esistente con le realtà europee più ricche ed evolute.
Il Terzo rapporto sulla coesione economica e sociale, recentemente pubblicato dalla Commissione europea, che ha anche "accolto significativi suggerimenti, avanzati in questi ultimi anni dalla CRPM", è stata la base dalla quale sono partiti i relatori, per introdurre gli argomenti in discussione, ed alla quale hanno, quasi sempre, fatto riferimento gli intervenuti nei "giri d'opinione".
D'altro canto, è da quattro anni che la Conferenza si batte per avere un confronto continuo e costruttivo con la Commissione europea, per "essere ascoltata, nei momenti che contano, dagli organismi intergovernativi e dal governi nazionali", per avviare le necessarie discussioni con le istituzioni comunitarie. Adesso, hanno ricordato alcuni degli intervenuti ai lavori, è necessario avviare contatti più stretti con le varie organizzazioni, europee e nazionali, degli enti regionali e locali, ora è quanto mai necessario mobilitare tutte le intelligenze, le menti più acute e vivaci, che operano all'interno dei diversi organismi della CRPM.
Il futuro è già qui, hanno ricordato Serrenti e Martini, ma le realtà a confronto sono ancora particolarmente distanti. Le regioni più povere della Bulgaria e della Romania ci metteranno almeno cinquant'anni per arrivare al 75 per cento del prodotto medio comunitario, per almeno mezzo secolo avranno bisogno di interventi di sostegno, di finanziamenti, di contributi per colmare l'attuale divario: ma le altre regioni come si svilupperanno, come si evolveranno i sistemi sociali ed economici degli altri Paesi, anche di quelli che attualmente fanno segnare una forte espansione? Domande alle quali la Commissione, gli Stati dell'Unione, che si apprestano ad approvare la nuova Carta Costituzionale (le diplomazie sono in grande attività per giungere alla sua firma prima dell'estate), devono dare risposte concrete, in termini "di un adeguamento dei contributi versati, calcolati sui PIL nazionali, e di scelte politiche comuni, che vadano verso una reale politica di coesione economica, sociale, territoriale".
I progressi ci sono stati, hanno ricordato i componenti l'ufficio politico, ma adesso occorre intensificare gli sforzi, anche per elaborare nuove proposte politiche, in grado di favorire la realizzazione di moderne infrastrutture di comunicazione (specialmente su terra e su acqua); di agevolare un rapido adattamento del capitale umano, la "risorsa uomo" è essenziale in ogni processo di crescita, ai profondi mutamenti dei sistemi economici; di potenziare le innovazioni dei comparti produttivi; di elaborare programmi concreti per uno sviluppo realmente sostenibile.
Le proposte della Commissione europea, come è stato sottolineato da numerosi esponenti "regionali", tengono conto di questi obiettivi, che possono essere raggiunti con una maggior coesione, specialmente economica e territoriale, con una "nuova architettura della politica regionale", con una maggiore competitività dei sistemi ed una crescita costante dell'occupazione, con una politica di sviluppo agricolo, ma anche ambientale, ben diversa, più moderna ed incisiva, di quella attuata in questi ultimi tempi.
In questo quadro, com'è stato ricordato, in profonda evoluzione, gli interventi degli Stati devono essere maggiormente calibrati, tesi a favorire il superamento degli squilibri anche interni, e non, come si rischia dopo le recenti modifiche degli "aiuti di Stato", ad equiparare le aree povere del Meridione, della Sardina, a quelle ricche, evolute, della Lombardia o della Baviera.
Temi difficili, argomenti di grande importanza sociale, oltre che economica e politica, sui quali la CRPM intende intensificare la propria azione, a partire dal prossimo appuntamento tematico sulla politica agricola, in programma per fine mese a Firenze, o quelli dello sviluppo delle regioni insulari, "geograficamente penalizzate", che saranno approfonditi nell'assemblea generale della Commissione delle isole, in programma nell'arcipelago finlandese delle Aland il 6 e 7 maggio prossimi. (mc)
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