CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XII legislaturaLe banche sarde chiedono un nuovo sistema di incentivi e meno burocrazia per rilanciare le attività imprenditoriali. Necessari anche nuovi prodotti finanziari (project financing e cartolarizzazione). Proposto un tavolo tecnico per accelerare la spesa. L'audizione in Commissione Bilancio.
Cagliari, 8 aprile 2004 - Pochi i soldi disponibili, ma, se non li spendiamo subito, "ci facciamo del male". Questo il giudizio degli istituti di credito sardi sentiti oggi in audizione dalla commissione Bilancio, presieduta dall'on. Giorgio Balletto. Le banche - ha detto Natalino Oggiano, direttore generale del Banco di Sardegna - fanno il loro dovere ed offrono sostegno alle imprese "anche dove i numeri non sono di conforto"; ma bisogna fare i conti con una crisi che coinvolge l'intero mondi occidentale e che in Sardegna, dove l'economia è in ritardo, assume dimensioni più marcate ("stanno riaffiorando le sofferenze nelle piccole e medie imprese"). Per di più, ha aggiunto Bruno Valenti, direttore generale della Sfirs, la legge finanziaria nazionale non consente più di incentivare le imprese ricorrendo all'indebitamento:per le regioni in ritardo di sviluppo "è un limite grave".
Che cosa fare per tamponare una situazione che annuncia ripercussioni negative sull'occupazione e sostenere un sistema imprenditoriale che, riconosce Paolo Possenti, direttore generale del Cis, "ha voglia di lavorare e di crescere"? Non esiste una ricetta decisiva, ma ci sono alcune iniziative da prendere. Primo, ripensare al sistema degli incentivi. "La leva finanziaria si attiva - ha sostenuto Natalino Oggiano - più con i contributi in conto interessi che in conto capitale". Secondo, affidarsi anche a nuovi prodotti finanziari , dalla finanza di progetto, che metta in campo joint venture tra pubblico e privato, alla cartolarizzazione. La Regione deve fare un censimento dei propri immobili e operare dismissioni per tutti quelli che non appartengono al core business. Terzo, dare alla politica un'assidua assistenza tecnica. Altre Regioni hanno in piedi convenzioni con un organo tecnico dell'Abi, l'associazione bancaria italiana, che, senza alcun onere, consente di esprimere valutazioni di merito sulla finanza regionale.
Occorre promuovere, dunque, un sistema del credito più moderno, che, attraverso strumenti adeguati, funzioni come attrazione d'impresa, come è avvenuto per altre realtà periferiche (un esempio per tutti, l'Irlanda), tenendo conto, tuttavia, che agli incentivi vanno aggiunti altri "plus", dalle infrastrutture ai servizi, dalla ricerca all'assistenza. Tutto ciò può avvenire - lo ha sottolineato il presidente del Cis, Mastella - se la burocrazia non si mette di traverso e crea ostacoli quotidiani all'imprenditore.
Ma se le banche "lavorano bene" e rivendicano un ruolo propulsivo nell'economia della Sardegna, visti i risultati modesti, quali impedimenti devono combattere, quali ostacoli superare?, ha chiesto l'on. Luigi Cogodi (Rc); e, ancora, come giudicano il forte indebitamento della Regione - ha aggiunto l'on. Eliseo Secci (Margherita) - che quest'anno ha toccato il record? E quante delle risorse della "pulizia" dei residui viene immessa in circolo, o resta nelle banche?
La prima regola - hanno ripetuto i rappresentanti degli istituti di credito - è rivedere il meccanismo della spesa, magari attivando un tavolo di lavoro tecnico fra sistema del credito e Regione; e, ancora, sentire per tempo imprese e banche per comprenderne gli intendimenti. Fra le misure da modificare, i bandi, da fissare di comune accordo, perché - ha sottolineato Mastella - se le banche non partecipano ai bandi (come nel caso del prestito partecipativo - "vuol dire che quel bando è un bidone". Altro punto, "togliere di dosso dalle imprese la burocrazia": 36 autorizzazioni per aprire un albergo sono troppe; non c'è lo sportello unico e dove c'è non funziona. In Sardegna si assiste - ha aggiunto il vice presidente del Banco, Spallanzani - c'è una quotidiana rivalità fra la grande creatività degli imprenditori e quella dei burocrati.
Una serie di suggerimenti. Per far funzionare i bandi le gare - dice Natalino Oggiano - vanno fatte sul prezzo; ma per consentire la erogazione dei servizi, tutte le banche che lo desiderano possono convenzionarsi con la Regione attraverso un contratto di adesione. L'Ue non è d'accordo? Ma qui si tratta di difendere il cittadino, non di penalizzarlo e, con Bruxelles, val la pena di tentarci. (adel)
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