CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XII legislaturaAudizione sulla manovra finanziaria presso la commissione Bilancio i sindacati e il Coordinamento delle associazioni imprenditoriali. Indebitamento e tagli agli investimenti i "punti neri" della proposta della Giunta.
Cagliari, 7 aprile 2004 - Sindacati e Coordinamento delle associazioni imprenditoriali non risparmiano critiche alla proposta di manovra finanziaria della Giunta nel coso dell'audizione presso la commissione Bilancio, presieduta dall'on. Giorgio Balletto, sia per i tempi stretti (il documento è stato consegnato venerdì scorso) che non consentono un esame approfondito, sia per i tagli che investono e condizionano i settori produttivi.
Pino Marras, segretario regionale della Cgil ha indicato nell'incremento del 10 per cento delle risorse destinate ai Comuni per l'attività socio assistenziale il solo aspetto positivo, accompagnato da una serie di dati negativi, dai trasferimenti agli enti locali, alla sanità, alle opere pubbliche,alle politiche del lavoro, al turismo, all'agricoltura e all'industria che l'incremento delle somme a disposizione del commercio e dell'artigianato non possono compensare. Gli incentivi ai settori produttivi sono stati il bersaglio della politica dei tagli. Di qui la preoccupazione e il giudizio di "manovra inadeguata", con invito al Consiglio di modificare la proposta.
Anche Mario moro, segretario aggiunto Cisl, ha sottolineato l'inadeguatezza della politica finanziaria della Regione, che non indica linee di sviluppo; al contrario, debiti e paralisi politica segnano una pericola involuzione.
Sandro Boccia, aprendo gli interventi del Coordinamento, ha definito "all'insegna dell'improvvisazione" il rapporto fra Giunta e associazioni imprenditoriali; condizione, questa, che genera "uno stato di precarietà" e non consente alcuna concertazione anche su alcuni aspetti importanti, come la rimodulazione del Por, per la quale la disponibilità del parternariato è stata elusa. La minaccia arriva da un livello ormai insostenibile di indebitamento complessivo, oggi al 99 per cento del massimo possibile; ma la percentuale è destinata a crescere. Fra alto indebitamento e calo degli investimenti c'è un inevitabile rapporto che la Regione avrebbe dovuto tutelare contrattando con lo stato il livello delle entrate. Lo fa ora, in forte ritardo, e non sull'intero scenario.
Una ripercussione negativa sulle attività produttive è l'inadeguatezza delle risorse sui consorzi fidi, in particolare sui fondi rischi e sull'abbattimento dei tassi d'interesse.
Per l'Agci (l'associazione delle cooperative), Pietro Tandeddu ha detto che il forte indebitamento condizionerà "investimenti seri" per generare "un'economia sottocapitalizzata". La Giunta non è stata attenta nei rapporti col mondo del credito ("non c'è stata rinegoziazione dei mutui con le banche"), né si può risolvere il problema inventandosi un osservatorio di settore (si propone quello agroalimentare) quando la necessità, semmai, riguarda un osservatorio generale sull'andamento dell'economia. Dalla manovra - ha evidenziato Pietro Tandeddu - sono spariti il fondo per la cooperazione, l'assistenza domiciliare integrata (nel calderone a pagare i debiti della sanità?), mentre si tagliano risorse a settori strategici, a dichiarati tali,come i 3 milioni sottratti alle aree archeologiche e museali.
Per la Confidustria, che ha presentato un documento articolato di "osservazioni e proposte" il calo degli investimenti (-21%) rappresenta un "agguato" per il futuro dell'economia sarda. Fra le preoccupazioni, quella sulla "scomparsa" della legge Sabatini, una delle poche "che funzionava bene".
Per Gesuino Muledda il bilancio è una finzione; poiché viola il disposto della Finanziaria nazionale, che vieta l'assunzione di mutui a pareggio (mutui si, ma solo per investimenti), qualunque possibile incentivo derivi da nuovi mutui si pone automaticamente fuorilegge e rischia di danneggiare gli imprenditori che vi facciano ricorso.
La Confcommercio ha mostrato iniziale apprezzamento per le risorse (20 milioni) destinate alla legge 9, che conta oltre diecimila pratiche in giacenza; ma poi, a fare bene i conti, non si è trattato di risorse aggiuntive ma di semplici spostamenti, che, alla fine, hanno portato a una riduzione. Giudizio molto critico sul turismo.
La Confesercenti ha giudicato insufficienti gli stanziamenti. La legge 9 arriva quattro anni dopo la Bersani a colmare un vuoto ingiustificabile; ma non sarà operativa neppure nei prossimi mesi. Sul comparto (e sul turismo: 9 milioni per un settore ritenuto volano dell'economia è davvero pochino) c'è scarsa attenzione: non c'è traccia sull'intervento a favore dei mutui contratti sulla legge 35, ancora in essere, per l'abbattimento dei tassi col rischio di far pagare ai commercianti gli interessi interi delle banchi; e 500 mila euro per i consorzi di strada sono misura inadeguata anche per affrontare la concorrenza della grande distribuzione.
Infine sono stati sentiti Giacomo Meloni, della Confederazione sindacale sarda che ha segnalato la crisi dei piccoli Comuni e i pochi soldi ad essi destinati e Paolo Stara della Cisal, il quale, non avendo ricevuto il documento contabile e la Finanziaria, ha dichiarato il proprio disappunto e l'impossibilità ad intervenire.
Nel corso della lunga audizione, che ha occupato l'intera mattinata, sono intervenuti anche i consiglieri Pier Sandro Scano (Misto Democratzia), Eliseo Secci (Margherita), Falconi (Ds),Balletto e Pittalis (Fi) e Cogodi (Rc). (adel)
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