CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XII legislatura

Prefetto e questore di Cagliari, in visita di cortesia, hanno espresso al presidente Serrenti il ringraziamento per l'applicazione, da parte del Consiglio, della legge che consente l'assunzione dei figli delle vittime del dovere e della criminalità organizzata.


Cagliari, 29 marzo 2004 - Il presidente del Consiglio, Efisio Serrenti, ha ricevuto in visita di cortesia il prefetto di Cagliari, Efisio Orrù, accompagnato dal questore, Antonio Pitea. L'occasione è stata propizia per ringraziare il presidente per avere il Consiglio, utilizzando la legge del 12 marzo 1999, numero 68, destinata "a orfani o superstiti di caduti vittime del dovere e della criminalità organizzata", effettuato la selezione con concorso pubblico e assunto, in base alla graduatoria, due giovani. Prefetto e questore, nel ringraziare anche a nome della Polizia di Stato, hanno ricordato che il Consiglio regionale è stata l'unica istituzione che ha utilizzato una legge, il cui significato va oltre la circostanza: si tratta, infatti, di dare un seguito alle manifestazioni di solidarietà e alla retorica che accompagna eventi di caduti per causa di servizio.

L'iniziativa del Consiglio è stata definita esemplare dagli ospiti, mentre il presidente Serrenti ha parlato di "attenzione dovuta" per evitare che, dopo il primo momento, gli impegni presi dalla società civile cadano nell'oblio.

I casi di orfani di caduti nell'adempimento del dovere non sono, in Sardegna, numerosi. Al concorso sono stati avviati dall'ufficio di collocamento i cinque giovani che hanno i requisiti. Due prendono servizio nei prossimi giorni presso il Consiglio; per gli altri c'è la speranza che gli enti locali o altre istituzioni decidano di utilizzare la legge.

Nel corso dell'incontro si è parlato inevitabilmente di sicurezza, dell'attenzione che il prefetto dedica a questo problema che, soprattutto in alcune aree dell'isola, sembra privilegiare definitivamente un nuovo modello di banditismo: dal sequestro di persona all'assalto dei furgoni portavalori. Ma tecnologie (se applicate) e un'attenta azione investigativa dovrebbero garantire un freno a tali iniziative di criminalità. (adel)


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