CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XII legislatura

Il bando di gara di "Sardegna Digitale" privilegia alcune aziende editoriali che possiedono giornali e televisioni e crea una situazione di monopolio: la denuncia in una interpellanza presentata dai Ds.


Cagliari, 29 marzo 2004 - "Sardegna Digitale", progetto da 48 milioni di euro per la informatizzazione di tutta la pubblica amministrazione regionale, è un programma d'information technology (cioè prevalentemente tecnico) o di informazione (cioè anche di contenuti)? Se si tratta del primo caso, perché nella definizione del bando di gara vengono assegnati 10 punti alle aziende "che potranno garantire la diffusione dei servizi della società dell'informazione" restringendo il campo dei possibili vincitori? Presidente della Giunta e assessore degli Affari generali sono a conoscenza di questa situazione?

Una situazione resa particolarmente "delicata" dalla mancata pubblicazione, del bando di gara, sulla Gazzetta ufficiale della Comunità europea, un "atto dovuto", per l'importo complessivo dell'appalto e perché i finanziamenti (36 milioni di euro sui 48 complessivi) per la gestione del progetto "Sardegna Digitale sono a valere sui fondi del POR Sardegna 2000-2003 Misura 6.3". E' stata bandita una gara, quindi, che non osserva le norme e le disposizioni comunitarie, ma anche nazionali, in materia di appalti pubblici, con la quasi assoluta certezza di un "richiamo o dell'annullamento dell'appalto concorso" da parte delle autorità comunitarie.

Lo mettono in evidenza, in una interpellanza, i consiglieri Nazareno Pacifico, Salvatore Sanna, Nino Demuru, Gianbattista Orrù e Gian Piero Pinna i quali, sottolineando la distorsione di mercato che tale bando determina, chiedono al presidente e all'assessore "se non ritengano opportuno interrompere i termini del bando di gara (scadenza il 4 aprile) per evitare che eventuali posizioni di vantaggio di alcuni gruppi editoriali, che possiedono giornali e televisioni, associati a una multinazionale, possano creare turbativa e successivo contenzioso" che potrebbe determinare "una fase d'incertezza e di inefficacia grave".

Considerato che alle aziende dell'information technology non sarebbe riconosciuta una parità di condizione e che molte di queste - in possesso di capacità professionali di elevata qualità - attraversano un momento di grave sofferenza e fanno affidamento sugli investimenti pubblici per rilanciarsi sul mercato (garantendo, fra l'altro, un aumento certo dell'occupazione, condizione che non si realizza e o si realizza in maniera assai più ridotta con una multinazionale), i consiglieri regionali riportano la preoccupazione dei sindacati, che, rilevando l'evidente anomalia, hanno chiesto un incontro con l'assessore ed i gruppi consiliari.

Il bando - aggiungono - rafforza la situazione di monopolio di una ben nota associazione d'imprese che "nel recente passato si è aggiudicata la quasi totalità delle risorse finanziarie disponili" e introduce requisiti che sono estranei alla natura del bando e deludono le attese di molte aziende sarde qualificate del settore ed esposte all'inevitabile danno economico. Di qui la richiesta di interrompere i termini del bando di gara. (adel)


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