CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XII legislatura

Il presidente del Senato del regno africano del Lesotho ed il vescovo della diocesi di Zeribe in visita di cortesia alla Presidenza del Consiglio regionale


Cagliari, 10 marzo 2004 - Un piccolo regno africano di circa 34 mila chilometri quadrati, abitato da poco più di 2 milioni di persone, una realtà sociale ed economica ancora arretrata, che assomiglia a quella della Sardegna di cinquanta o sessanta anni fa, nonostante notevoli ricchezze nascoste nel sottosuolo, specialmente diamanti, chiede anche alla nostra regione significative collaborazioni, specialmente in campo culturale e professionale, per cercare di progredire, di riscattarsi da una difficile situazione di povertà.

La Sardegna, dal canto suo, possiede capacità tecniche e professionali in grado di favorire questo sviluppo ed è pronta a collaborare, nelle forme e nei modi che saranno studiati nelle sedi opportune, a questo processo di riscatto e di crescita economica e sociale.

Questo, in sintesi, quanto emerso nel corso di una visita di cortesia del presidente del Senato del piccolo regno africano, Sempe Lejaha, e del vescovo del Distretto di Leribe, capitale dello Stato, Paul Khorai, alla Presidenza del Consiglio regionale.

Nel corso del cordiale incontro, il vicepresidente Luigi Biggio e la presidente della Commissione per le politiche comunitarie, Mariella Pilo, hanno assicurato "la grande attenzione della Sardegna e la massima disponibilità dell'Assemblea regionale a partecipare, attivamente, a questo importante programma di sviluppo del Lesotho".

In Sardegna, hanno ricordato Luigi Biggio e Mariella Pilo, operano tecnici di grande valore nei settori dell'ingegneria mineraria ed idraulica, come notevolissimi risultati tecnici sono stati raggiunti nel campo della zootecnia. E nel Lesotho, i settori sui quali si punta, perché presentano le migliori prospettive di sviluppo, sono appunto quelli legati alle attività minerarie, alla distribuzione ed utilizzo delle notevoli risorse idriche esistenti, ad un più razionale e moderno sviluppo agricolo.

Forme interessanti di collaborazione, hanno detto i responsabili della Madec, una organizzazione onlus da tempo impegnata nello Stato africano, sono state avviate da tempo, specialmente nel campo della formazione professionale, ed altre se ne stanno studiando, in particolare per ciò che riguarda l'artigianato ed i servizi allo sviluppo. Ma per ottenere risultati significativi è necessario avviare rapporti di collaborazione più stretti ed articolati, che investano tutti i campi produttivi ed economici "in qualche misura simili, con problemi comuni, che permettano di utilizzare le grandi professionalità esistenti in Sardegna".

La Madec, ha anche aggiunto il presidente Rafaele Secchi, ha predisposto alcuni interessanti programmi di sviluppo "mirati alla riduzione dello stato di povertà" delle popolazioni di quel Paese. Ma per raggiungere i traguardi che ci si è prefissi "occorre avviare un dialogo forte e sincero, l'unico veicolo per la costruzione dei presupposti necessari per avviare un processo di riduzione delle sperequazioni". (mc)


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