CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XII legislaturaLa protesta dei dipendenti della Nuova Scaini: occupata l'aula della Sesta commissione
Cagliari, 17 febbraio 2004 - "L'Eni è la responsabile della crisi della Nuova Scaini e l'Eni deve proporre soluzioni idonee per risolvere l'ennesimo sfascio che ha provocato nel settore industriale sardo". I rappresentanti sindacali della industria che produceva batterie nella zona industriale di Villacidro, dopo l'ennesimo incontro con il liquidatore della società ed un ulteriore confronto con la Sesta commissione consiliare, presieduta da Nicolò Rassu, hanno deciso di occupare l'aula della commissione Industria e Lavoro per "sollecitare al Consiglio regionale una presa di posizione unitaria, decisa, forte nei confronti dell'Eni e del ministro dell'Industria, simile a quella, unitaria e ferma, che ha caratterizzato il recente sconto con un altro ministro dello stesso governo nazionale".
Si è conclusa, quindi, con una "pacifica" occupazione della sala della Commissione l'audizione tra la Sesta e la delegazione dei dipendenti della Nuova Scaini, da cinque mesi senza cassa integrazione (perché, unico caso in Italia, la Società non ha voluto anticipare i soldi necessari), dopo che per oltre un anno la stessa società si era dimenticata di "corrispondere i salari dovuti".
Una situazione alla quale può porre rimedio solamente l'Eni, hanno affermato con decisione i rappresentanti dei 150 dipendenti della industria di Villacidro, perché l'Eni è l'effettiva proprietaria dell'impianto che costruisce "batterie ancora particolarmente apprezzate e richieste dai mercati nazionali ed internazionali".
"Gli attuali proprietari della CME, hanno aggiunto i sindacalisti, non hanno pagato le quote azionarie acquistate dall'Ente Nazionale Idrocarburi, ancora presente con il 20 per cento nel capitale societario. L'Eni, quindi, è ancora il vero padrone della società ed è suo preciso dovere studiare e proporre le soluzioni più idonee per rimettere in moto la fabbrica e per far tornare al lavoro i 150 dipendenti".
La crisi industriale dell'Isola impone una nuova strategia di intervento, hanno concordato i consiglieri regionali della Sesta commissione. La Sardegna non può fare a meno delle industrie, il governo deve mettere a punto nuove strategie per salvare quelle esistenti e riavviare quelle in crisi, altrimenti sarà inutile parlare di sviluppo.
La Commissione, hanno assicurato il presidente Rassu e gli altri componenti, elaborerà immediatamente un documento per "costringere la Giunta regionale a chiedere un tavolo di trattativa con l'Eni (gran parte delle industrie sarde in odore di chiusura fanno parte di questo gruppo) e con il ministero dell'Industria, per programmare un reale rilancio del comparto industriale sardo".
Le risorse finanziarie statali esistono, le iniziative politiche necessarie devono essere avviate nel minor tempo possibile, per utilizzare immediatamente i contributi ed i finanziamenti comunitari, che devono essere chiesti ed utilizzati in tempi brevi. (mc)
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