CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XII legislaturaDichiarazione dell'on. Ivana Dettori sulla legge, approvata dal Parlamento, sulla fecondazione assistita
Cagliari, 11 febbraio 2004 - L'onorevole Ivana Dettori, del gruppo Misto-Democratzia, ha rilasciato una dichiarazione sulla legge per la fecondazione assistita, approvata ieri dal Parlamento nazionale.
Ieri è stata approvata definitivamente la legge sulla fecondazione medicalmente assistita, la legge costituisce una inaccettabile aggressione alla libertà e ai diritti fondamentali di donne e uomini.
La legge calpesta il rispetto della dignità della persona, vale a dire il principio del riconoscimento della libertà di compiere autonomamente le scelte fondamentali della propria vita personale, tra cui quelle riproduttive.
Viola i diritti, costituzionalmente sanciti:
il diritto di libertà personale;
il diritto alla salute;
il principio di non discriminazione;
il principio di libertà della ricerca scientifica.
Questa legge è una legge integralista, assurda per uno stato laico.
Chi avrà soldi potrà recarsi negli altri Paesi, per continuare ad utilizzare le tecniche della procreazione assistita, chi non ha soldi e non può aver figli potrà solo rassegnarsi.
Il Parlamento, in nome di ideologie oscurantiste e di mere convenienze elettorali, ha approvato una legge disumana e inapplicabile; ed ha colpito lo Stato nel principio fondante della laicità.
La Sardegna, pagherà un prezzo doppio.
Sono preoccupanti gli effetti che la legge avrà sulle tecniche pre-impianto, fondamentali nella precoce diagnosi prenatale delle anomalie congenite.
L'Ospedale Microcitemico di Cagliari, che nella diagnosi pre-impianto dell'anemia mediterranea vanta una posizione di prestigio, a livello internazionale, grazie alla professionalità degli operatori, in particolar modo di quelli del Servizio di diagnosi prenatale e pre-impianto, dovrà rinunciare alla sua alta tecnologia e competenza.
Prima ancora che ricorrere ad un referendum abrogativo, si auspica che la classe medica e gli operatori sanitari difendano la loro dignità professionale ed umana e che la Corte Costituzionale neghi validità ad un atto tanto grave e ingiustificabile.
Mobilitiamoci contro questa legge, per riconquistare dignità e libertà.
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