CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XII legislaturaPresentata dal Movimento una proposta di legge per rendere di pubblico dominio i privilegi dei politici e degli alti burocrati. "Tangentopoli è lontana; la questione morale è ritornata d'attualità"
Cagliari, 31 gennaio 2004 - Mettere ordine anche sul piano morale alla politica, che dopo l'eroico furore di Tangentopoli sembra essere ritornata ai vecchi sistemi e alimenta "dicerie popolari" su episodi di nepotismo ("vizio diffuso") e su assunzioni a chiamata diretta e su vicende patrimoniali per le quali c'è, a volte, il legittimo sospetto di favoritismi: tutto ciò è contenuto nella proposta di legge presentata dai tre consiglieri del Movimento, onorevoli Corda, Locci e Carloni che, "se non può impedire episodi sconcertanti", perlomeno contribuisca a renderli di pubblico dominio.
La Regione può disporre la norma; ne ha potestà legislativa da 11 anni. Non l'ha mai fatto e il Movimento intende così colmare la lacuna. "Siamo convinti che la nostra proposta vada avanti in questi scampoli di legislatura, ha affermato l'on. Cesare Corda, perché verrà difficile a chiunque osteggiarla". Del resto, ha precisato l'on. Pierluigi Carloni, si tratta "di un provvedimento a difesa delle istituzioni", svilite dalle frequenti dicerie. "La destra, ancora, ha tradito i buoni principi dell'etica politica"; di qui l'utilità a sottolineare la posizione del Movimento, che combatte una battaglia, forse solitaria, ma di convinzione, perché, afferma l'on. Gianni Locci, "la situazione presto esploderà e si aprirà una nuova questione morale". Sono frequenti "gli intrecci fra politica e affari" che lasciano incuneare dubbi sulla correttezza dei comportamenti.
Dal momento in cui si assumono cariche pubbliche al momento in cui si abbandonano sarà necessario riferire vicende personali e familiari, variazioni patrimoniali (anche se, è Carloni che parla, "si verificano persino acquisti per conto terzi"), e tutto ciò che deriva, in qualche modo, dalle "utilities" della carica ricoperta.
La proposta di legge indica nei presidenti della giunta e del Consiglio, negli assessori, nei consiglieri regionali e provinciali, nei direttori generali degli assessorati di regione Province, nei presidenti e direttori generali di enti, di aziende regionali o da altri enti locali, nei sindaci ed assessori di Comuni oltre i 5 mila abitanti i soggetti chiamati a riferire, annualmente, sugli eventuali benefici goduti, su assunzioni di figli o parenti, su qualunque contratto stipulato in forza del loro mandato. (adel)
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