CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XII legislatura

I sindaci di Osini, Gairo e Cardedu ricevuti dal Presidente del Consiglio regionale. Sollecitato l'esame del disegno di legge sulla "proprietà" dei terreni sui quali sono sorti i tre nuovi comuni


Cagliari, 26 gennaio 2004 - Sono passati più di cinquant'anni dall'alluvione che distrusse gli abitati di Osini e Gairo. I paesi, compresa la frazione di Cardedu ora comune autonomo, sono stati ricostruiti per oltre il sessanta per cento, sono cresciuti e mostrano anche una "certa vivacità" economica, tanto che stati previsti nuovi assetti urbanistici e programmi di sviluppo, che tengono conto delle numerose richieste degli imprenditori e degli artigiani, che vogliono operare in quella zona.

Progetti e programmi, però, segnano il passo perché, dopo cinquant'anni dagli espropri dei terreni sui quali sono stati ricostruiti gli abitati, tutto è ancora del Demanio e gli enti locali ed i privati non possono disporre, a pieno titolo, delle aree sulle quali sono stati costruiti gli uffici, le case, i capannoni industriali e le botteghe degli artigiani.

"Una situazione insostenibile, un immobilismo che rischia di portarci alla morte civile. Siamo comuni e comunità, anche con una certa possibilità di crescita, senza diritti", hanno spesso dichiarato i sindaci dei tre comuni. I rappresentanti di Osini, Gairo e Cardedu hanno, quindi chiesto un incontro urgente al presidente del Consiglio regionale perché, dopo anni, "esiste la possibilità di risolvere i problemi giuridici, che rallentano le operazioni di recupero, ricostruzione e trasferimento dei centri danneggiati".

Il presidente del Consiglio, Efisio Serrenti, ha accolto di buon grado le nuove sollecitazioni e Attilio Piras, Roberto Marceddu e Giambeppe Boi, sindaci dei tre centri ogliastrini, nel corso di un lungo incontro, hanno potuto illustrare la loro difficile situazione. "Un primo, positivo, risultato si avrebbe con la rapida approvazione di un disegno di legge, il n. 468, presentato dalla Giunta lo scorso mese di giugno, approvato dalla commissione Lavori pubblici e trasmesso, per il parere di competenza, alla Commissione Bilancio e Programmazione economica". Il dl, infatti, prevede che la proprietà dei terreni sui quali sono sorti i nuovi centri passi dal demanio ai comuni, i quali, a loro volta, potrebbero trasferirla ai cittadini che vi hanno costruito case ed impianti produttivi.

Il dl, del quale è stato chiesto l'inserimento nell'ordine del giorno dei lavori consiliari, non appena completato l'iter istruttorio, è stato tra l'altro "concordato" tra la Regione, il demanio, gli enti locali ed i diversi soggetti impegnati nella ricostruzione dei paesi danneggiati da quella tragica alluvione del 1951, "quindi, soddisfa le esigenze e rispetta i diritti di tutti".

"Quanto fatto finora, hanno concluso i tre sindaci, potrebbe essere finalmente regolarizzato; il patrimonio edilizio pubblico e privato diventerebbe di proprietà di chi lo ha realizzato e si potrebbero avviare i necessari programmi di sviluppo".

Il presidente Serrenti, dal canto suo, ha assicurato la massima disponibilità ad inserire il provvedimento nell'agenda dei lavori dell'Aula, ed ad autorizzare la riunione della Terza, dopo aver sentito il presidente Balletto, perché esprima il proprio parere sul dl 468, anche durante i lavori della prossima tornata consiliare. (mc)


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