CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XII legislatura

Il presidente del Consiglio regionale in visita al carcere di Buoncammino. Le strutture sono vecchie e superate, in attesa del nuovo carcere, però, la situazione generale può migliorare


Cagliari, 23 gennaio 2004 - La Casa circondariale di Cagliari, il carcere di Buoncammino, è sovraffollato, assolutamente inadatto ad accogliere una popolazione carceraria di oltre 450 persone, il 60 per cento dei quali tossicodipendenti, con un elevato numero di detenuti affetti da Aids o da preoccupanti patologie fisiche e psichiche.

Una situazione difficile, ben conosciuta dagli esperti, che spesso l'hanno definita preoccupante, anche per l'elevato numero di suicidi che si registrano ogni anno. A Buoncammino, tra l'altro, gli agenti di custodia sono troppo pochi, per far fronte ai crescenti compiti che le leggi nazionali assegnano al Corpo Penitenziale, e quei pochi sono costretti a turni e ritmi massacranti; così come sono costretti a lavorare in condizioni difficili, spesso di grande disagio, gli operatori sanitari, gli psicologi, gli educatori impegnati nel garantire un'efficiente e tempestiva assistenza medica, una positiva ed efficace azione, pedagogica e psicologica, di sostegno e di recupero dei detenuti.

"Una situazione estremamente difficile, che comunque sembra destinata a migliorare", ha commentato il presidente del Consiglio regionale, al termine di una breve visita, strettamente privata, al carcere cagliaritano. Il presidente Serrenti, accompagnato dal direttore Luigi Magri e dalla presidentessa del "Coordinamento Buoncammino", del quale fanno parte le organizzazioni di volontariato, Paola Casu, ha visitato la struttura penitenziaria, rendendosi conto delle innovazioni, dell'efficienza del centro sanitario, degli interventi messi in atto per fornire nuovi servizi, ed un maggiore sostegno, ai troppi detenuti presenti.

Si parla da tempo di costruire un nuovo istituto di pena; il Governo ha comunicato, anche recentemente, di aver deciso il trasferimento in una struttura ampia e moderna del carcere cagliaritano, ma in attesa che questo diventi realtà, "la situazione esistente deve migliorare".

Qualcosa è stato gia fatto, molte novità sono in cantiere. La direzione della Casa circondariale e il Coordinamento Buoncammino delle associazione, volontari e operatori penitenziari - Onlus, ad esempio, hanno firmato un protocollo d'intesa che prevede numerose iniziative in grado di favorire il reinserimento sociale dei detenuti, la realizzazione di particolari programmi e progetti per realizzare, d'intesa con la Regione e gli enti locali, percorsi di formazione e lavoro, per facilitare l'inserimento nel mondo del lavoro e la nascita di attività imprenditoriali; così come sarà possibile attuare interventi di sostegno in presenza di particolari situazioni familiari e psico-sociali; attività di orientamento scolastico e professionale; l'elaborazione e l'esecuzione di "progetti mirati" destinati ai nomadi, agli extracomunitari, ai tossicodipendenti "sia ristretti che sottoposti a misure alternative e sostitutive o a misure cautelari non detentive".

Un accordo di "grande significato civile e sociale, nel cui ambito, ha spiegato il responsabile dell'area trattamentale, Claudio Massa, sarà possibile attuare un interessante, vario e complesso, progetto pedagogico d'istituto, che siamo pronti a far partire sin da questo anno".

Intervenire per migliorare le strutture del vecchio complesso ottocentesco, ha aggiunto il presidente Serrenti, "sembra una decisione opportuna, indilazionabile. ll carcere dovrà essere trasferito, senza ombra di dubbio. In attesa dei nuovi locali, tuttavia, rendere meno dure le condizioni di vita, facilitare l'opera degli agenti e degli educatori, predisporre spazi per accrescere l'offerta didattica e favorire l'attività fisica e sportiva, mi sembrano iniziative che devono essere decise, finanziate, realizzate nel minor tempo possibile".

La Regione, gli Enti locali, l'Università, molti Istituti scolastici, le dodici organizzazioni di volontariato che di questi problemi si occupano, hanno dimostrato particolare sensibilità e disponibilità per affrontare e risolvere problemi di notevole importanza e delicatezza. "Se ognuno farà la sua parte, ha concluso Efisio Serrenti, questi programmi saranno sicuramente realizzati. Ed anche il vecchio complesso di Buoncammino sarà meno "galera" e più istituto di recupero, in linea con i più moderni concetti in materia, che mirano al ravvedimento e reinserimento sociale di coloro che sbagliano". (mc)


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