CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XII legislatura

All'esame della Sesta Commissione il piano regionale delle cave. Illustrate le due proposte di legge presentate dai primi firmatari, onorevoli Morittu (Ds) e Masia (Sdi Su).


Cagliari, 22 gennaio 2004 - La Sesta Commissione, presieduta dall'on. Nicola Rassu, ha iniziato oggi l'esame della disciplina delle cave con l'illustrazione delle due proposte di legge sa parte dei due primi firmatari, l'on. Cicito Morittu per i Ds e l'on. Pierangelo Masia per lo Sdi Su. Il disegno di legge della giunta sarà illustrato dopo la sessione d'aula per l'assenza dell'assessore dell'industria La Spisa, impegnato ieri a Roma in incontri istituzionali.

Materia vasta e spinosa quella in discussione, per l'incombente pericolo del saccheggio ambientale, che, in talune circostanze, ha portato all'esasperazione le popolazioni interessate allo sfruttamento del loro territorio. E' soprattutto per disciplinare attività ritenute "eccessive", ha detto l'on. Morittu, che la proposta di legge Ds affronta soprattutto la compatibilità ambientale introducendo i contenuti di una direttiva comunitaria che istituisce la"valutazione ambientale strategica" dell'intero territorio, prevedendo una soglia oltre la quale il "carico"di attività con impatto ambientale rendono critica la situazione.

L'on. Morittu ha citato l'esempio del Sulcis, territorio ad alto rischio per la somma di iniziative che, prese singolarmente, sono tutte (più o meno) compatibili; ma, sommate fra loro, determinano "un disastro ambientale". Il futuro piano regionale delle attività estrattive dovrà perciò essere "accompagnato" da uno studio "preliminare e complessivo"; la pianificazione generale è nelle mani della Regione, ma i Comuni avranno un ruolo "forte" in sede di programmazione, prevedendo anche il rifiuto da parte loro per attività che, ad esempio, non rientrano nei programmi di sviluppo. Una conferenza dei servizi, alla quale parteciperanno tutti i soggetti che hanno titolo "nella tutela e uso del territorio" valuterà il piano preliminare. Si realizza, ha detto il proponente, il principio della copiafinicazione.

La proposta di legge prevede interventi anche su quelle attività in regime di prorogatio da 30 anni, grazie alla legge (30) del 1989 per verificare, in alcuni casi, se sia necessaria una valutazione ambientale in passato non richiesta. Sono le cave "di lungo corso" che devono essere assoggettate alla disciplina.

La parola decisiva ai Comuni è prevista invece nella proposta di legge illustrata dall'on. Pierangelo Masia, per il quale occorre evitare che si determino veri e propri episodi di "rapina",  essendo, buona parte dei materiali lavorati fuori dalla regione e qualche volta rispediti, a prezzi esosi, in Sardegna. Per questo motivo le autorizzazione alla coltivazione delle cave devono essere legate alla percentuale del materiale trasformato in Sardegna, non inferiore al 30 per cento entro il terzo anno ed al 50 per cento entro il sesto anno d'attività.

Ai Comuni compete il compito di dotarsi dello strumento urbanistico necessario alla pianificazione del territorio, modificandolo qualora sorgano nuove esigenze. Essi ricevono le domande di ricerca e coltivazione, le valutano nell'ambito del puc  coinvolgendo "le diverse figure autorizzative" e convocano la conferenza dei servizi, "unico organo competente a decidere sulle autorizzazioni", poi rilasciate dal Comune stesso.

L'on. Masia ha spiegato che la legge è una risposta alla crisi del settore, crisi che ha conosciuto i periodi più difficili proprio in questi ultimi mesi; ma l'aspetto economico e del lavoro deve coniugarsi, ha detto, con una politica attenta al rispetto ambientale. Di qui gli interventi di recupero previsti nella proposta.  Quanto al "famigerato" articolo 8 della legge 15  del 2002 (legge sull'assestamento di bilancio), che prevedeva il parere di assenso dei Consigli comunali da parte dei due terzi dei consiglieri (una soglia che aveva determinato una paralisi nei rinnovi e nelle nuove autorizzazioni), nell'assestamento di bilancio di quest'anno si è abbassata la soglia alla maggioranza assoluta (metà più uno dei consiglieri assegnati) e il problema, in teoria, potrebbe considerarsi risolto; ma resta il problema di realizzare una pianificazione regionale che dia regole certe non solo agli imprenditori, ma anche ai cittadini i cui territori sono oggetto di attività di cava.

Perplessità sul piano strategico ambientale, "difficile da realizzare", (PdL Morittu) sono state avanzate dall'on. Vassallo (Rc), il quale, tuttavia, ha espresso fiducia nel futuro dei lavori della Commissione per trovare un'intesa, più facile fra le due proposte di legge, più difficile col disegno di legge della giunta, che prevede la liberalizzazione del mercato.

Anche il presidente Rassu ha auspicato che si trovi "un equilibrio si testi di legge presentati" nella speranza che, nonostante i tempi stretti, si arrivi all'approvazione di una legge quadro che restituisca fiducia al settore, la cui importanza per l'economia sarda non può essere trascurata. (adel)


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