CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XII legislaturaPresentata dai Ds la "Costituzione delle aziende ospedaliere della Sardegna", la prima di tre leggi di riordino di un settore "che rischia la bancarotta". Un impegno preso dopo la denuncia della Corte dei conti: la sanità in Sardegna va sempre peggio.
Cagliari, 21 gennaio 2004 - La proposta di legge presentata di recente dai Ds sulla "costituzione delle aziende ospedaliere della Sardegna" è la conseguenza di un impegno preso all'indomani dell'indagine della Corte dei conti che fa una diagnosi negativa della sanità regionale. Opinione, questa, corredata da una serie di numeri "tremendamente allarmanti": spesa sanitaria fuori controllo (una sorta di "allarme rosso" denunciato dalle organizzazioni sindacali dei medici) ai limiti della bancarotta, una qualità dell'assistenza peggiorata che determina, fra l'altro, una "fuga" verso strutture al di fuori dell'isola (12.488 i malati che nel 2001 hanno varcato il mare per farsi curare); la scarsa attenzione e le poche risorse verso la prevenzione, nonostante sia noto (dati OMS) che un euro speso in prevenzione corrisponda a 59 euro risparmiati per il manifestarsi di malattie.
Tutto ciò in assenza di un piano regionale, che consenta di programmare gli interventi, di orientare la spesa sottraendola alla discrezionalità di assessori e di manager, di riequilibrare quel rapporto fra sanità ospedaliera o sanità del territorio, oggi squilibrata a favore della prima.
Per questo motivo i Ds hanno presentato una legge di riordino delle aziende ospedaliere e altre due ne presenteranno presto, una sulla sanità del territorio (il cui rafforzamento rappresenta non solo un risparmio rilevante, ma anche l'innalzamento della qualità della vita) ed una sui piccoli ospedali. E' un disegno riformatore che non va confuso con un progetto di piano regionale ("non spetta a noi pensarci", ha detto l'on. Spissu) ma serve a iniziare a mettere ordine a un settore "delicato" nel quale "si va avanti per approssimazione" proprio per l'assenza di un disegno generale.
Tra gli effetti di questo disordine, anche la mancata firma al protocollo Regione-Università per le specializzazioni, "che sono state sospese e costituito un grave danno per la formazione dei nostri giovani".
Ma che cosa prevede la proposta di legge? "favorire lo sviluppo, distinto ma collegato, dei servizi territoriali" costituendo:
- l'integrazione fra i presidi ospedalieri Oncologico e Microcitemico di Cagliari e l'azienda ospedaliera "Brotzu" di Cagliari;
- la costituzione dell'azienda ospedaliera SS. Annunziata di Sassari con l'accorpamento dell'ospedale civile di Alghero e di Ittiri;
- la costituzione dell'azienda ospedaliera di Nuoro costituita dai presidi ospedalieri San Francesco e Zonchello;
- la costituzione dell'azienda ospedaliera di Oristano;
- la costituzione dell'azienda ospedaliera integrata fra le cliniche universitarie di Sassari e l'ospedale Marino di Alghero;
- la costituzione dell'azienda ospedaliera integrata fra cliniche universitarie di Cagliari e ospedale civile "San Giovanni di Dio".
L'on. Silvio Lai, primo firmatario, ha definito "politica" la proposta; quasi una risposta "alle occasione perse e agli obiettivi mancati dalla giunta di centro destra" che ha disatteso anche i provvedimenti adottati a livello nazionale. Fra gli aspetti delle molte negligenze - ha aggiunto l'on. Lai - la mancata integrazione fra sanità territoriale e ospedaliera, fonte, in molti casi, di forte disagio sociale, e la"caricatura" della razionalizzazione della rete ospedaliera; ma anche "la peggior condizione degli operatori del settore". Dopo anni di crescita, la sanità subisce una brusca inversione di tendenza che mette tutti in allarme.
Massimo Dadea, responsabile Ds della sanità, ha sottolineato come questa e le altre due proposte di legge in arrivo "abbiano lo scopo di diffondere l'eccellenza in tutto il territorio", dedicando attenzioni e risorse e attenuando il conflitto, "che gli operatori avvertono sempre più in corsia" fra le conquiste della medicina e la capacità di metterle a disposizione dei cittadini. La necessità di contenere la spesa, per evitare la bancarotta, crea situazioni insostenibili e abbassa la qualità delle prestazioni. Un esempio per tutti, la difficoltà di effettuare trapianti, soprattutto quelli di cuore, perché molto onerosi.
Di qui l'urgenza di mettere ordine e di creare le premesse perché la prossima legislatura consenta di recuperare il tempo perduto da quella ormai agli sgoccioli. (adel)
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