CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XII legislaturaEsaminata dalla commissione Agricoltura la "rimodulazione" del Por 2000-2006. La Quinta ha incontrato i rappresentanti della CIA, che lamentano la disastrosa situazione dell'agricoltura sarda
Cagliari, 21 gennaio 2004 - Oltre 160 milioni di euro già spesi, altri 150 impegnati, l'attuazione del POR 2000-2006, per quanto riguarda il settore agricolo, procede, quindi, speditamente. La Regione, sui fondi comunitari del Programma operativo regionale, ha operato con tempestività e con buoni risultati. L'assessore dell'Agricoltura, Contu, illustrando il progetto di rimodulazione del Por per il secondo triennio, 2004-2006, ha mostrato una certa soddisfazione per quanto finora realizzato. I fondi disponibili ammontano, infatti, ad oltre 410 milioni di euro, ai quali devono, necessariamente, aggiungersi quelli di competenza dei privati, almeno altri 400 milioni di euro. Una massa finanziaria significativa, destinata agli interventi necessari per ammodernare il settore primario, renderlo maggiormente competitivo, in grado di affermarsi sui mercati internazionali e garantire reddito e ricavi adeguati alle imprese agricole sarde.
Il Por, ha ricordato Contu alla commissione Agricoltura ed Ambiente del Consiglio regionale, presieduta da Tonino Frau, nel corso di una lunga audizione, è arrivato a metà della sua operatività e deve essere aggiornato, calibrando meglio gli interventi, privilegiando alcuni comparti sui quali Regione e Comunità europea hanno deciso di puntare, per ridare vitalità all'intero settore produttivo.
Particolare attenzione, quindi, è stata riservata al miglioramento dell'ambiente naturale, agli interventi infrastrutturali, a quelli per garantire condizioni di igiene e benessere degli animali, alle produzioni biologiche, a quelle ortofrutticole, al recupero e valorizzazione di quelle tipiche, settori nei quali sono possibili notevoli margini di crescita e per i quali le "prospettive complessive appaiono più favorevoli".
Il complesso degli interventi sarà approfondito nel corso di un nuovo incontro, previsto per la prossima settimana, quindi sarà definitivamente messo a punto dall'Assessorato, in tempi brevi, in modo da trasmetterlo, per la necessaria approvazione, alle autorità comunitarie nei primi giorni del mese di febbraio.
"L'agricoltura sarda, ha commentato al termine della riunione il presidente Frau, ha bisogno di un sostegno massiccio da parte delle autorità regionali, nazionali, comunitarie. Nel progetto di adeguamento del POR possono essere comprese nuove misure di intervento, in grado di dare speranze agli imprenditori agricoli sardi".
La Quinta commissione si è anche occupata della difficile situazione che attraversa il comparto agricolo sardo, in particolare quello serricolo ed ortofrutticolo. La Commissione ha, infatti, incontrato una delegazione della Cia, che proprio questa mattina ha organizzato una manifestazione "di sensibilizzazione" sotto i portici del palazzo del Consiglio regionale.
"E' la prima di una serie di manifestazioni che abbiamo organizzato per richiamare l'attenzione dei cittadini, dell'opinione pubblica, sulla crisi delle campagne sarde, ha spiegato il presidente dell'organizzazione dei produttori, Serafino Mura. Non riusciamo più a produrre a costi ragionevoli, i prodotti ci vengono pagati sempre meno, mentre sui mercati sono venduti a prezzi sempre più cari".
La Cia ha intenzione di proseguire nella sua "pacifica protesta" ed ha deciso di organizzare, nelle prossime settimane, altre manifestazioni per portare, in piazza, i problemi degli operatori del settore lattiero-caseario e le esigenze e la ragioni dei produttori di animali da carne.
"Viviamo in una situazione insostenibile, che ha pesanti ripercussioni anche sui consumatori. I prodotti migliori finiscono sui mercati continentali, ma anche in questi casi i costi dei trasporti e le gravose intermediazioni vanificano fatica e lavoro".
Il quaranta per cento delle aziende è in crisi, ha aggiunto Franco Mereu, le banche hanno drasticamente ridotto i crediti, chiedono tassi elevatissimi, hanno abolito quelle forme di intervento, come i crediti di conduzione, che permettevano di affrontare le campagne produttive con una certa tranquillità.
Emergenze di tutti i tipi, siccità, alluvioni, gelate, temperature torride, peste suina, lingua blu, virosi del pomodoro, costi energetici e dei trasporti elevatissimi, calamità ed epidemie di tutti i generi hanno portato alla disperazione troppi operatori del mondo dei campi.
Servono interventi immediati, per risanare le aziende, per permettere la necessaria continuità produttiva. "Le banche devono rendersi conto che il settore primario è al collasso, ha concluso il vicepresidente della Commissione, Tottuccio Granella, devono ridurre, tagliare i tassi, studiare un piano di rientro delle esposizioni che non porti alla vendita o alla completa chiusura delle aziende". (mc)
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