CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XII legislaturaI pescatori del Sulcis sollecitano la ripresa delle trattative per il nuovo protocollo d'intesa sulle servitù militari delle zone costiere. Una rappresentanza sindacale dei pescatori ricevuta dal vicepresidente Luigi Biggio
Cagliari, 20 novembre 2003 - Il protocollo d'intesa tra lo Stato e la Regione per le servitù militari, in particolare per quelle che interessano le coste sarde, specialmente del Sulcis e dell'Ogliastra, è scaduto da tempo, ma le trattative per il suo rinnovo segnano il passo. Gli indennizzi previsti per i pescatori, che non possono svolgere il loro lavoro per le numerosissime esercitazioni militari che "bloccano" vasti tratti del mare sardo, sono in "forte ritardo, perché il 2001 non è stato ancora pagato; anzi non sono neppure disponibili i moduli per le necessarie domande". Una situazione difficile, "esplosiva" la hanno definita i rappresentanti delle organizzazioni professionali e sindacali dei pescatori, ricevuti questa mattina dal vice presidente Luigi Biggio, al quale hanno illustrato lo stato di una "vicenda" che interessa molte centinaia di lavoratori e le loro famiglie.
"E' necessario riavviare, immediatamente, il tavolo delle trattative per il rinnovo del protocollo sulle servitù, hanno detto i rappresentanti dei pescatori. Il confronto con i rappresentanti dello Stato e dell'amministrazione militare era stato avviato a tempo debito, ma imprevisti intoppi burocratici ne hanno ritardato la conclusione. All'inizio dell'anno il sottosegretario Cicu aveva assicurato che le trattative sarebbero ripartite non appena approvata la Finanziaria 2003, sono passati molti mesi ma tutto è ancora fermo. Noi abbiamo elaborato le nostre proposte, le abbiamo confrontate con i responsabili dell'assessorato alla Difesa dell'ambiente, le abbiamo presentate alla presidenza della giunta, ma poi non sappiamo che fine abbiano fatto. E' necessario riprendere gli incontri, riavviare in Sardegna il previsto tavolo delle trattative, raggiungere un accordo nel minor tempo possibile, sbloccare una situazione che diventa sempre più pesante e grave per moltissime, troppe, famiglie sarde".
Le autorità militari, scaduto il vecchio accordo, hanno ora un "atteggiamento molto più duro e severo che in passato", hanno detto i rappresentanti dei pescatori. I controlli sono molto più frequenti, più severi, "quella certa tolleranza mostrata in passato, quando si chiudeva un occhio se i pescatori gettavano le reti dopo la conclusione delle quotidiane operazioni militari, è stata dimenticata. Ora i vincoli e le ordinanze sono applicati e fatti osservare con grande pignoleria, mettendo in crisi le marinerie sarde, in particolare quelle del Sulcis, dell'Ogliastra, di Alghero, di Muravera e del Sarrabus, dove maggiori e più estesi sono i limiti alla attività di pesca".
I rappresentanti delle organizzazioni professionali della pesca hanno, nella mattinata, illustrato la difficile situazione al vice presidente del Consiglio regionale Luigi Biggio e, dopo la conclusione dei lavori assembleari, ai capigruppo ed a numerosi consiglieri della commissione Ambiente ed Agricoltura, competente per materia, sollecitando il "necessario ed immediato intervento, per riprendere gli incontri, per riavviare il confronto e stipulare un nuovo protocollo d'intesa".
Il vice presidente Biggio, i capigruppo ed i numerosi consiglieri presenti ai due diversi incontri hanno assicurato il loro interessamento, per "sbloccare" una vertenza che condiziona pesantemente la vita e l'attività di molti lavoratori e delle loro famiglie. (mc)
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