CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XII legislatura

"La soppressione del listino regionale permetterà di predisporre una legge elettorale semplice e chiara, se c'è la volontà politica". La posizione degli onorevoli Scano e Dettori dopo il voto dell'Aula.


Cagliari, 31 ottobre 2003 - La soppressione del collegio regionale, e del relativo "listino", non blocca il processo di elaborazione della nuova legge elettorale per il rinnovo dell'Assemblea sarda. "Anzi, permetterà di predisporre una legge più chiara, più semplice, di più facile applicazione. Occorre, semplicemente, la necessaria volontà politica". Gli onorevoli Piersandro Scano ed Ivana Dettori, presentatori dell'emendamento approvato ieri sera dall'Aula, con il quale è stato cancellato il contestato "listino" regionale, anno illustrato le ragioni della loro proposta, le possibili soluzioni per rimettere in moto il processo di elaborazione della nuova legge per il rinnovo del consiglio e per la forma di governo della Regione.

Intanto, hanno detto i due esponenti di Democratzia nel corso di una conferenza stampa, occorre sgombrare il campo da ogni equivoco. "Nel dicembre del 2002 abbiamo presentato una proposta di legge, semplice e chiara, che aveva quattro caratteristiche: elezione diretta del presidente, liste collegate al presidente (secondo lo schema usato anche per le elezioni per la Camera dei deputati), voto congiunto, premio di maggioranza da assegnare utilizzando le liste dei collegi provinciali. La commissione Autonomia, dovendo lavorare su sette diversi progetti, ha compiuto un grande sforzo di sintesi, si è impegnata per sciogliere i nodi più intricati, ma il risultato non è stato certamente buono. Anzi".

"In Aula, hanno aggiunto Piersandro Scano ed Ivana Dettori, è arrivato un testo con troppe incongruenze, con troppe contraddizioni. Il clima non era favorevole, se ne sono accorti in troppi, sin dalle prime battute, ed alle prime piogge i padroni del vapore si sono, quindi, bagnati".

L'emendamento soppressivo del collegio regionale, hanno ribadito i due esponenti di Democratzia, era quindi quasi un atto dovuto, perfettamente in linea con l'impostazione della proposta avanzata quasi un anno fa, e quelle posizioni erano state ribadite in molte, moltissime occasioni. "Perché meravigliarsi, dunque, della nostra coerenza?"

"D'altro canto esistono le condizioni regolamentari per predisporre, in tempi brevissimi, un testo che tenga conto delle convergenze reali, annunciate anche nel corso della discussione generale, ed approvare una legge con delle norme largamente condivisibile". Occorre semplicemente chiarezza, disponibilità al confronto, la necessaria volontà politica, una situazione generale che, almeno a parole, sembra esigenza comune di gran parte delle forze politiche presenti in Consiglio.

"Certamente, hanno anche detto gli onorevoli Scano e Dettori, sul nostro emendamento sono confluiti i voti di molti di quei consiglieri che non condividevano la proposta della Prima commissione, ma anche di quelli che non vogliono nessuna legge elettorale.  La nostra posizione, però, è e vuole essere propositiva".

Partendo dalle posizioni "comuni", allargando il discorso anche ad alcuni dei problemi irrisolti, come quello delle pari opportunità o del riequilibrio della presenza, nelle liste elettorali, delle donne e degli uomini, si può raggiungere un "buon traguardo, si può fare una buona legge, certamente migliore di quella che è attualmente all'esame dell'Aula. Però si deve cercare e raggiungere "il consenso dell'Aula", senza sterili contrapposizioni.

Certamente, hanno aggiunto Piersandro Scano ed Ivana Dettori, il nostro emendamento aveva anche un valore politico. "E se questo voto riuscirà a far cadere la giunta Masala, sarà un risultato positivo, dal nostro punto di vista. Perché abbiamo avversato questo esecutivo e diamo un giudizio estremamente negativo sull'operato della coalizione, del centro destra, che lo sostiene. Ma tornando alla legge elettorale, siamo pronti a dare il nostro apporto alla predisposizione di un testo che sia chiaro, semplice, e risponda alle esigenze della società sarda". (mc)


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