CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XII legislatura

Cogodi chiede la revoca di tutte le deliberazioni in materia di "equo indennizzo"


Cagliari, 24 settembre 2003 - Nel corso della odierna Conferenza dei Capi-gruppo del Consiglio regionale, l'on. Cogodi (P.R.C.) ha richiesto formalmente una pronuncia di impegno perché l'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale proceda alla revoca totale ed immediata di tutte le deliberazioni adottate in materia di "equo indennizzo" che possa riguardare i componenti del Consiglio regionale della Sardegna.

La posizione di merito era già stata espressa ieri dall'on. Cogodi con la seguente dichiarazione:

Una deliberazione illegittima e ingiusta. Da revocare subito.

"Esprimo questa mia valutazione come Consigliere regionale della Sardegna. Ho appreso dell'esistenza di un Regolamento in materia di equo indennizzo e di pensione privilegiata in favore dei componenti il Consiglio regionale domenica 21 settembre u.s. con la lettura del quotidiano isolano che ha dato la notizia. E' accaduto anche questo: 1) che l'Ufficio di Presidenza abbia deliberato in data 13 giugno 2002 (oltre un anno fa) su una materia attinente la condizione giuridica di tutti i consiglieri regionali e che solo una parte abbiano avuto informazione di ciò e una altra parte no. 2) che a tutt'ora (martedì 23 settembre, ore 14) pur avendo formalmente richiesto alla Presidenza del Consiglio, sin da ieri mattina, copia della delibera relativa al Regolamento e dei relativi atti deliberativi successivi, non ho avuto modo di ottenerli e perciò di conoscerne ancora puntualmente il contenuto.

Tuttavia, nel merito, per quanto di mia conoscenza, per informazioni assunte aliunde, ritengo che la Deliberazione in questione sia illegittima e ingiusta. Illegittima, perché i componenti di una Assemblea parlamentare non sono affatto, in senso tecnico, come configurazione giuridica, dei "dipendenti pubblici", bensì applicati, pro-tempore, ad una funzione pubblica diversamente disciplinata e disciplinabile. Perciò, e giustamente, i Parlamentari usufruiscono di una specifica "indennità" uguale per tutti, ritenuta commisurata alla complessità della loro specifica funzione, e non invece di una retribuzione contrattualmente definita così come accade per il personale "in carriera", cioè per tutti i dipendenti dello Stato. Ingiusta, perché un accrescimento economico è ottenuto, con atto amministrativo riservato, mutuando e sommando e pure modificando diversi istituti giuridici tassativamente previsti con legge dello Stato per altre specifiche situazioni di lavoro.

Perciò ritengo di dover assumere immediatamente l'iniziativa di richiedere che il Consiglio Regionale della Sardegna voti, nella sua prima riunione utile, una risoluzione formale perché l'Ufficio di Presidenza revochi tout-court il Regolamento in questione ed, ovviamente, tutti gli atti deliberativi che risulteranno nel frattempo derivati.

Reputo questa iniziativa, allo stato delle cose, puramente e semplicemente doverosa e normale; per niente di natura polemica ed eccezionale. E ciò perché voglio ancora credere che si sia trattato di un errore di valutazione. Qualora si manifestassero invece resistenze od ulteriori reticenze, penso che debbano essere adottate più stringenti iniziative comunque risolutive sia del caso specifico sia della adeguatezza dell'attuale Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale della Sardegna."


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