CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XII legislaturaLe opposizioni al Commissario per l'emergenza idrica Pili: sta attuando una "strategia del disordine tanto costosa quanto dannosa". "No alla diga di Monte Perdosu (la settima) che decreterà la morte del Flumendosa; subito invece le dighe di S'Alusia nell'alta Marmilla e di Monte Niedda"
Cagliari, 7 agosto 2003 - "No alla morte del Flumendosa; no alla settima diga (di Monte Perdosu) che su quel fiume si vuole realizzare e che provocherebbe gravi danni ambientali ed economici ai territori a valle; subito il finanziamento della diga di S'Alusia nella Sardegna centrale e in particolare nei territori del Barigadu, alta Marmilla, Sarcidano e Mandrolisai; immediata ripresa dei lavori della diga di Montinieddu, nel territorio di Villa San Pietro".
La denuncia viene dai gruppi dell'opposizione in consiglio regionale e dalle popolazioni interessate rappresentate oggi nel corso di una conferenza stampa dai sindaci di Laconi, di Villasalto e di Villa San Pietro, che hanno lanciato pesanti accuse al presidente Mauro Pili nella sua veste di Commissario governativo per l'emergenza idrica. "Siamo di fronte ad un gioco perverso", è l'opinione dei consiglieri Luigi Cogodi, Paolo Fadda, Giacomo Spissu, Giacomo Sanna, Velio Ortu e Carlo Dore, i quali hanno illustrato una mozione urgente ed hanno chiesto al presidente della commissione consiliare Agricoltura, Frau, la convocazione urgente della commissione stessa per un esame della questione. A sostenere questa battaglia i rappresentanti dei comuni direttamente interessati: Mario Garau (Villasalto), Paolo Pisu (Laconi) e Claudio Uccheddu (Villa San Pietro).
La situazione è, a dir poco, paradossale, è stato spiegato: da un lato si vuole realizzare una nuova diga (la settima) sul Flumendosa (l'ordinanza è del 20 giugno scorso) contro il volere di tutti i comuni interessati perché questo significherebbe l'esaurimento completo del fiume, la salinizzazione delle aree agricole del Sarrabus e del Gerrei con gravissimi danni ambientali ed economici. Da un altro lato non si finanzia un'opera, come la diga di S'Alusia, voluta dalle popolazioni di 39 comuni col coordinamento di Laconi, che darebbe enorme impulso alle attività agroindustriali di un territorio della Sardegna centrale in forte deficit di sviluppo, ed insieme a questo i lavori per la tanto attesa di diga di Monte Niedda, nel Sulcis, sono fermi da un anno.
Nell'illustrare la mozione delle opposizioni, l'on Cogodi ha parlato di un "atto illegale", perché l'ordinanza che mette a disposizione le risorse per la diga di Villasalto è precedente alla pubblicazione sul Buras, che è di ieri, del Piano stralcio che prevede la realizzazione dell'invaso.
Ma c'è di più, secondo la mozione presentata in Consiglio: La "legge Galli", del Parlamento, sancisce in modo perentorio che non possono essere realizzate dighe che creano pericoli alla sopravvivenza dei fiumi o dei corsi d'acqua naturali interessati.
Nella mozione si legge che è in atto in Sardegna, in materia di nuove dighe una vera e propria "strategia del disordine tanto costosa quanto dannosa per l'economia della Sardegna; tanto disastrosa per l'ambiente e lo sviluppo, quanto lucrosa per le lobby delle progettazioni, degli appalti e delle incompiute".
Ed il documento impegna la Giunta a compiere ogni atto per revocare e modificare l'ordinanza Pili (n. 353/2003) e proporre nel prossimo DPEF e negli atti di programmazione i provvedimenti necessari.
Fortissime le preoccupazioni dei rappresentanti delle varie zone interessate. Il sindaco di Villasalto, Garau, ha denunciato "i danni gravissimi che la realizzazione della ennesima diga sul Flumendosa arrecherebbe all'intera zona che si vedrebbe privata di una intera vallata di 600 ettari, alla sparizione di un lungo tratto della statale che collega il Sarrabus al Gerrei, ma che soprattutto sarebbe costretta ad assistere alla scomparsa di uno due fiumi maggiori della Sardegna".
Per il sindaco di Laconi, Pisu, la mancata realizzazione della diga di S'Alusia, invece, è un pesante ostacolo allo sviluppo di una vasta area fra le più deboli dell'Isola. "Oltre 150 milioni di metri cubi d'acqua del rio Flumineddu si disperdono in mare senza alcun effetto benefico", proprio in un momento di crescita del settore agricolo.
Analoga denuncia quella del sindaco di Villa San Pietro, Uccheddu, a causa della "mancata realizzazione della diga di Monte Nieddu (doveva essere conclusa a gennaio 2002)".
Per dare maggior forza alla azione delle opposizioni è stata richiesta la convocazione urgente della Commissione Agricoltura (primo firmatario Ortu), al fine di un approfondimento, anche attraverso opportune audizione, delle questioni sollevate. (l.p.)
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