CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XII legislatura

Denuclearizzazione: il Governo viola l'Autonomia. Accuse del Centro sinistro dopo l'impugnazione della legge regionale da parte del Governo


Cagliari, 1 agosto 2003 - Una violazione all'Autonomia ed un attentato allo Statuto. E' il giudizio dei partiti del Centro sinistra di fronte alla impugnazione presso la Corte costituzionale fatta dal Governo della legge sulla "Denuclearizzazione dell'isola". La Sardegna deve opporsi con forza sia in sotto il profilo giuridico e sia sotto quello politico. Anche perché, affermano le opposizioni in Consiglio regionale, il presidente Pili, in occasione del dibattito in aula, aveva affermato che i rischi paventati allora non avevano ragion d'essere in quanto lo Statuto sardo rappresenta una adeguata garanzia.

All'indomani dall'impugnazione da parte del Governo, è stata immediata la replica, con una conferenza stampa che ha visto tutte unite le opposizioni consiliari sia contro le decisioni romane e sia nel ritenere necessario una azione forte e coraggiosa dell'esecutivo regionale e delle forze di maggioranza.

"E' stata smentita clamorosamente la sicumera manifestata da Pili in aula - ha dichiarato Gian Mario Selis - quando si discuteva la legge. Una legge votata all'unanimità poiché tutte le forze politiche si erano trovate d'accordo sulla iniziativa del Centrosinistra".

Come ha spiegato Selis, non si sta discutendo se la Sardegna possa mettere in discussione la lealtà verso il Paese, ma si sta discutendo della pretesa di un Governo di arrogarsi il diritto di decidere sopra la testa dei sardi e senza neppure interpellali.

"Il Governo - è stato detto - non avrebbe per altro impugnato la legge regionale se l'ipotesi di inviare le scorie in Sardegna non fosse stata concreta".

Alla conferenza stampa sono intervenuti i consiglieri Cogodi (RC), Giampiero Pinna (DS), Paolo Fadda (Margherita), Gian Valerio Sanna (Margherita), Giovanni Demuru (DS), Carlo Dore (Margherita), Matteo Pirisi (DS)  Dino Pusceddu (DS) ed Emanuele Sanna (DS).

Deve essere affrontato con decisione il nodo politico, è stato a più riprese ribadito. Occorre comunque attuare la legge almeno nelle parti non comprese nell'impugnazione, e soprattutto per quanto attiene la costituzione di una commissione d'inchiesta e la prevista azione di monitoraggio. "Se non ci difendiamo noi - si è aggiunto - certamente non ci difenderà Berlusconi, che ha palesato la sua totale inaffidabilità dopo le rassicuranti dichiarazioni balneari delle scorse settimane".

Secondo Cogodi, "il governo ha una volta ancora dimostrato la sua vera natura centralista, a dispetto del falso federalismo bossiano"; e per Dore, bisogna percorrere tutte le strade possibili e non solamente la difesa della legge regionale.

"Sicuramente - ha detto Fadda - non può essere una questione da affrontare solamente sul piano giuridico"; mentre per Giampiero Pinna "la candidatura della Sardegna a deposito di scorie per la presenza delle miniere, viene clamorosamente contraddetta dagli avvenimenti drammatici del disastro di Masua". "Né si può accettare - secondo Gian Valerio Sanna - il livellamento minimale e verso il basso scelto dal Governo". (l.p.)


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