CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XII legislatura

Presentata dal gruppo consiliare di Forza Italia una proposta di legge per tutelare la Sardegna da ogni possibile inquinamento ambientale da "materiale nucleare"


Cagliari, 25 giugno 2003 - "Le recenti dichiarazioni del ministro Pisanu, del sottosegretario Ciccu, di altri autorevoli esponenti del Governo centrale, fanno allontanare la preoccupante possibilità che in Sardegna venga realizzato il deposito unico nazionale per le scorie ed i materiali nucleari esausti; però è sempre meglio prevenire che subire decisioni assolutamente penalizzanti". Preoccupati per le notizie "diffuse anche in modo strumentale", il gruppo consiliare di Forza Italia ha presentato una proposta di legge per "blindare" la Sardegna, per "denuclearizzare" il suo territorio, in modo da essere certi che operazioni come quelle ipotizzate in queste ultime settimane non "saranno politicamente e giuridicamente possibili".

Il provvedimento, scarno ma "estremamente coraggioso, rivoluzionario", è stato illustrato, nel corso di una conferenza stampa, da alcuni dei suoi numerosi presentatori: Pietro Pittalis, Claudia Lombardo, Giorgio Balletto, Nicolò Rassu, Enzo Satta (all'incontro con i giornalisti hanno partecipato anche Mariella Pilo e Giovanni Giovannelli), i quali hanno voluto sottolinearne il significato politico, che mira a riaffermare con forza le ragioni ed i diritti della autonomia speciale della Sardegna.

Le assicurazioni ricevute ci hanno tranquillizzato, hanno fugato illazioni, polemiche, notizie messe in giro ad arte, anche "per fornire un quadro preoccupante della nostra situazione ambientale", hanno detto i consiglieri regionali. D'altro canto la Sardegna vive di turismo, le sue bellezze naturali sono l'unica reale risorsa sulla quale costruire uno sviluppo credibile. Il "pericolo" delle scorie nucleari potrebbe essere un insuperabile ostacolo alla tanto auspicata, desiderata, crescita sociale ed economica, hanno ricordato con forza Pietro Pittalis e Claudia Lombardo.

Lo statuto speciale di autonomia, inoltre, garantisce la potestà della Sardegna in molti campi e quello della tutela dell'ambiente naturale è uno di questi. Se la legge è dalla nostra parte, ha aggiunto Claudia Lombardo, i nostri diritti non possono essere assolutamente ignorati, violati.

I residui, anche se trattati, sono in ogni caso dannosi, pericolosi per la salute, "devono restare dove sono stati prodotti" (Giorgio Balletto) perché in quelle zone hanno prodotto notevoli benefici economici e sociale. L'energia elettrica di origine nucleare, ha ricordato Rassu, "è stata fornita alle industrie di molte parti d'Italia ad un prezzo molto inferiore a quello praticato da noi, e le industrie in quelle zone sono cresciute, mentre da noi chiudono".

Il problema dello smaltimento delle scorie, dei residui delle lavorazioni pericolose, ha aggiunto Enzo Satta, ha ormai dimensioni mondiali. "Saranno necessari accordi internazionali, i paesi dell'unione Europea dovranno, necessariamente, raggiungere una posizione unitaria e trovare una soluzione comune, anche stoccando questi rifiuti pericolosi aldilà dei confini comunitari".

La decisione definitiva, ha detto anche Pietro Pittalis, sarà presa nella più autorevole sede politica, quindi dal governo d'intesa con i presidenti delle regioni. "In quella sede la Sardegna saprà far valere le sue ragioni. Abbiamo già dato, allo Stato, in termini di basi e di servitù militari; non possiamo subire passivamente nuovi, pesantissimi, vincoli. La Sardegna è e deve restare un'isola incontaminata, non la pattumiera nucleare del Mediterraneo".

La guardia non sarà, quindi, abbassata. La proposta di legge, una base comune sulla quale trovare una necessaria intesa con tutte le forze politiche presenti in Consiglio, "uniti la battaglia sarà certamente vinta", prevede che il territorio della Sardegna sia dichiarato "denuclearizzato" ed interdetto al transito ed al deposito di materiali nucleari o di loro residui (articolo uno); il presidente della Giunta regionale, ogni anno, riferirà al Consiglio sulle azioni preventive e sui controlli da effettuare sull'intero territorio regionale, per accertare ed evitare l'eventuale presenza di rifiuti pericolosi o comunque dannosi alla salute (articolo due). (mc)


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