CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XII legislatura

La commissione Agricoltura del Consiglio regionale ha visitato la Sella e Mosca: "Un'azienda che porta alto nel mondo il nome della Sardegna"


Cagliari, 21 giugno 2003 - Sella e Mosca, un nome che da oltre un secolo vuol dire vini sardi, di qualità; un marchio storico che garantisce prodotti in grado di competere, su tutti i mercati, con le "etichette" più conosciute ed affermate. Questa la realtà attuale della grande azienda vitivinicola di Alghero, ma il futuro sarà affrontato in modo ben diverso, con nuove scelte, in linea con la "tradizione della casa".

Si punta sempre sulla qualità, ma specialmente sulla ricerca, sull'innovazione, per affermarsi come importante polo vitivinicolo nazionale, in grado di confrontarsi con gli altri grandi produttori italiani e francesi, per tentare di arginare la concorrenza degli emergenti vignaioli statunitensi, australiani, cileni. Se ne sono resi conto i componenti la Quinta commissione permanente del Consiglio regionale, Agricoltura ed Ambiente, visitando il centro aziendale, le cantine, le vigne di quella che è la maggiore e più dinamica realtà di un comparto "tradizionale", che in Sardegna ha fatto registrare una significativa espansione, seguita da una rapida e profonda crisi, provocata dalla cattiva gestione di molte cantine, specialmente cooperative, e dalla politica degli espianti finanziata dalla Unione europea.

La crisi non è certamente ancora "alle spalle", ma gli imprenditori più avveduti ed attenti al mutare dei mercati hanno avviato importanti operazioni di ammodernamento degli impianti, delle strutture produttive, di affinamento dei prodotti e "possono guardare, con una certa fiducia, al presente e, specialmente, al futuro.

La Sella e Mosca, casa fondata nel 1899, è entrata recentemente a far parte del Gruppo Campari, un colosso nel campo delle bevande, degli alcolici e superalcolici. Dai quasi settecento ettari di vigna, un centinaio dei quali "gestiti" in Gallura e qualche decina nel Sulcis, si ottengono mediamente circa sessantamila ettolitri di vino, tra i sei milioni e mezzo ed i sette milioni di bottiglie, il trenta per cento delle quali destinato ai mercati esteri, "ma è un dato che cresce costantemente" ha sottolineato l'amministratore delegato e responsabile tecnico Mario Consorte, mentre il resto viene venduto sui mercati isolani e continentali.

Un'ampia gamma di prodotti, frutto di accurate selezioni di uve di vitigni sardi e di qualche vitigno "internazionale", che in Sardegna ha trovato condizioni favorevoli "per produrre al meglio", ai quali si sono recentemente aggiunti grappe, distillati e "nuovi vini da dessert o da meditazione".

Il fatturato è in crescita, lo scorso esercizio si è chiuso con oltre trenta milioni di euro ed un significativo utile, la rete commerciale si amplia, specialmente all'estero, i riconoscimenti dei consumatori e degli esperti "spingono" i vini migliori, che trainano positivamente tutti gli altri.

"Una grande azienda, un grande esempio per il settore agricolo sardo, ha commentato il presidente della Quinta, Tonino Frau. Nel corso della nostra indagine conoscitiva nel pianeta agricoltura, ci siamo resi conto che molti imprenditori isolani sono in grado di camminare al passo con i tempi. Sono stati raggiunti livelli qualitativi particolarmente elevati, quelli sardi non sono più considerati esclusivamente prodotti da taglio, ma vini di qualità e personalità spiccate, in grado di reggere il confronto con le nuove viticolture.

"Per decenni, per secoli, i sardi hanno esportato vini forti, per dare corpo, colore e grado a prodotti più famosi, che conquistavano fette crescenti di mercato. Sella e Mosca, aggiunge Mario Consorte, sin dalla sua nascita ha invece voluto portare il nome Sardegna sui mercati nazionali ed europei, rinunciando a fornire prodotti da taglio. E ci siamo riusciti; abbiamo conquistato un nostro spazio e, negli anni novanta, per migliorare e diversificare le produzioni, abbiamo comprato un centinaio di ettari di vigna in Francia ed oltre duecento in Cina; abbiamo avviato interessanti collaborazioni con operatori sardi di grande tradizione e prestigio. Con la nostra esperienza, con la tecnologia che abbiamo via via affinato, siamo andati alla scoperta di nuove realtà, dei nuovi gusti, delle differenti esigenze. I risultati complessivi ci stanno dando ragione, perché vivere ed operare in altri Paesi ci ha permesso di capire ciò che accade nel difficile, competitivo, mondo delle produzioni viti-vinicole".

Una azienda dinamica, quindi, che reimpianta trenta ettari di vigna ogni anno, per far fronte al costante ritmo di crescita, che occupa 180 persone, 95 fisse ed 85 stagionali, che investe molto nella ricerca e nell'innovazione tecnologica.

La viticoltura, anche nell'Isola, ha fatto passi da gigante, come sono profondamente cambiate le tecniche di vinificazione. Gli impianti hanno sesti e forme di allevamento differenti, rispetto anche al recente passato; nei campi si utilizzano le macchine più moderne per la potatura e la raccolta meccanica; in cantina sono ormai normalmente usate la pigiatura soffice, la fermentazione a temperatura controllata, l'invecchiamento in barriques o nelle vecchie, tradizionali, botti di rovere (a seconda dei prodotti che si vogliono ottenere).

La Sardegna, in questo campo, è decisamente diventata moderna, in grado di ben figurare sui mercati più selettivi ed esigenti. Se ne sono resi conto Tonino Frau, Totuccio Granella, Nello Cappai, Giovanni Giagu, Gavino Cassano e Giovanni Demuru, che nelle scorse settimane hanno visitato anche altre nuove o "tradizionali" cantine sarde. Ma La Sella e Mosca, per l'importanza del nome, per l'estensione dei vigneti, per le capacità tecniche e finanziarie, rappresenta la punta di diamante di un comparto "tradizionalmente favorevole", per le particolari condizioni pedologiche e climatiche delle diverse zone dell'Isola.

"La tradizione è dalla nostra parte", hanno commentato i consiglieri regionali al termine della lunga visita, ammirando il recupero, particolarmente curato, degli edifici fatti costruire dagli "illuminati imprenditori" Sella e Mosca alla fine dell'800, la creazione di aree verdi, di zone di grande interesse archeologico, di punti di incontro capaci di attirare, di "catturare", ogni anno, 40 mila visitatori, prevalentemente turisti, giunti dal continente e dell'estero, "i nostri migliori ambasciatori e promoter".

Ma la sola tradizione, la "vocazione" di particolari terreni, non basta. "Sono necessarie nuove decisioni politiche, hanno detto i consiglieri della Quinta, perché il comparto ha bisogno di iniziative razionali di sostegno, di promozione, di scelte colturali e tecniche moderne, adeguate al rapido processo di evoluzione che caratterizza anche questo importante e delicato settore produttivo. La Sella e Mosca mostra la strada che deve imboccare la viticoltura sarda, se vuole raggiungere quei livelli di eccellenza ai quali sono giunti molti dei vini prodotti in Sardegna". (mc)


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