CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XII legislatura"La Sardegna territorio denuclearizzato": proposta di legge del Centro sinistra contro il pericolo delle scorie nucleari. Necessario il massimo di unità per affermare la Autonomia statutaria della Sardegna
Cagliari, 17 giugno 2003 - "La Regione autonoma della Sardegna dichiara il territorio regionale denuclearizzato e precluso al transito ed alla presenza, anche transitoria, di materiali nucleari non prodotti nel territorio regionale", lo sancisce una proposta di legge firmata da tutte le opposizioni in Consiglio regionale, che sarà presentata quanto prima alla discussione dell'Aula (alla conferenza dei capigruppo prevista per domani sarà chiesta l'inserimento all'ordine del giorno nella prima seduta di Consiglio).
L'iniziative del Centro sinistra, allargato al Psd'Az, RC ed ai rappresentanti di Democrazia, è stata preserntata nel corso di una conferenza stampa durante la quale sono state annunciate varie iniziative per scongiurare il rischio che la Sardegna diventi deposito di scorie nucleari. La Sardegna, è stato detto deve riappropriarsi della propria autonomia e delle proprie competenze statutarie. Su questa proposta di legge è auspicabile, è stato anche sottolineato, il massimo di unità possibile.
Il progetto di legge del Centro sinistra è composto da quattro articoli. Dopo la dichiarazione di denuclearizzazione del territorio sardo (art. 1), si prevede la costituzione di una commissione di inchiesta (art. 2) "con il compito di verificare e monitorare ogni eventuale presenza nell'isola di materiali radioattivi di provenienza esterna". "Il presidente della Regione -inoltre- su parere vincolante del Consiglio regionale, esprime la posizione definitiva della Regione stessa".
I controlli (art. 3) sono svolti dalla Regione "attraverso le proprie strutture preposte alla vigilanza ambientale e sanitaria"; la stessa Regione curerà le necessarie rilevazioni nel territorio della Sardegna.
"Vedremo come si comporterà il governo di fronte a questa legge -è stato detto in conferenza stampa- se la impugnerà e vedremo anche come reagirà la Giunta ed il presidente in tal caso".
La conferenza stampa odierna è stata aperta dal capogruppo DS, Giacomo Spissu, il quale dopo aver sottolineato che "la maggioranza brancola nel buio, a causa delle differenti interpretazioni della situazione", ha affermato che la proposta di legge "rappresenta lo sbocco naturale del dibattito svolto in Consiglio grazie alla mozione delle opposizioni".
Come ha osservato Gian Mario Selis (Margherita), la proposta di legge costituisce una sintesi delle varie proposte che i singoli gruppi hanno elaborato in queste settimane. "E' necessario che su di essa -ha detto- emerga la massima unità possibile. Non per nascondere le diversità che pure ci sono, ma perché occorre mettere in campo tutta la forza necessaria per contrastare la grave eventualità". Sulla base di che la Regione può rivendicare la propria denuclearizzazione? "In primo luogo in conseguenza delle competenze statutarie in materia urbanistica e ambientale". "Ma dobbiamo anche capire che cosa farà la Giunta e che cosa farà il Governo". "C'è infatti il timore che dopo la prima fase di ribellione prima o poi possa cadere il silenzio".
E non vi è neppure il pericolo che la proposta possa giungere tardiva, ha detto Giacomo Sanna (Psd'Az) in risposta ad una precisa domanda, perché anzi a suo giudizio, l'iniziativa dovrebbe consentire da un lato di capire quali reazioni ci saranno a livello governativo e per altro verso rafforzare politicamente e istituzionalmente il movimento di opinione che dalla base è cresciuto a dismisura. "Se la Sardegna avrà la forza mostrata altre volte neanche il Governo riuscirà a far passare questa linea".
Sottolineando il valore politico ma anche istituzionale dell'iniziativa, Luigi Comodi (RC), ha sostenuto che c'è la volontà "di contestare una concreta e pericolosa eventualità attraverso uno strumento legale. La legge rappresenta una sorta di "referendum" sul nucleare che vogliamo vincere".
Ma c'è anche un altro aspetto che è stato sottolineato con forza: il fatto che, come ha ricordato Piersandro Scano (Democratzia) "la Sogin è un soggetto tecnico e quindi la vera controparte della Regione sarda è il Governo. Il nostro interlocutore è Palazzo Chigi".
Stando così le cose se il Governo vorrà misurarsi con la volontà della Sardegna -è stato sottolineato- si creerebbe un conflitto istituzionale senza precedenti".
"Su questa vicenda -ha detto Peppino Balia (SDI-SU)- si misurerà la reale capacità di adesione del Centro destra ad un problema tanto sentito dai sardi e la vera adesione ai principi della nostra autonomia speciale". Per Balia, la Regione potrebbe anche chiamare in causa il Governo a scopo preventivo appellandosi al codice di procedura civile per "danno temuto". "Non deve comunque essere la Sardegna -ha aggiunto- a farsi carico di individuare soluzioni al problema".
A conclusine è stato lanciato un appello alla mobilitazione dell'intero Consiglio con l'adesione alla manifestazione di protesta delle associazioni spontanee prevista per venerdì. (l.p.)
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