CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XII legislatura

Agricoltura sarda al collasso nel momento delle grandi sfide imposte dal mercato globale. I debiti delle aziende assommano al prodotto lordo vendibile del settore. Necessario un programma organico di rilancio, ricerca, investimenti per consentire di affacciarsi ai nuovi mercati. Mozione presentata dall'Udr-Nazionalitario.


Cagliari, 3 giugno 2003 - Agricoltura in ginocchio; peggio, in agonia. Cinquemila aziende indebitate sino al collo (anche per colpa di leggi regionali cassate dalla Comunità europea) alimentano il contenzioso con le banche più elevato d'Europa mentre la sfida del mercato globale rende debole qualsiasi tentativo di riorganizzazione. Il fragile meccanismo produttivo potrebbe saltare coinvolgendo i diecimila posti di lavoro. Difficile pensare a un nuovo modello di sviluppo. Eppure il settore agrozootecnico, se ben sostenuto, è in grado di dare risposte di qualità valorizzando le risorse locali; il solo - anzi - per i vantaggi del clima, dell'ambiente, della posizione geografica capace di fornire prodotti esclusivi ritagliandosi una fetta di mercato. Per questo motivo i consiglieri dell'Udr-Nazionalitario, Mario Floris, Ettore Businco e Fabrizio Tunis, hanno presentato una mozione ("da discutere con urgenza, perché - ha detto l'on. Floris - non c'è tempo da perdere") per sollecitare il Consiglio a individuare "un programma organico di interventi, rivolti al sostegno e alla ricapitalizzazione delle imprese" per consentire  ad esse "di realizzare investimenti  dettati dalla nuova dimensione dell'economia globale". Riorganizzazione, innovazione di processo e prodotto, ricerca, conoscenza e accesso ai nuovi mercati sono i punti cruciali della proposta.

Nel frattempo occorre far tirare il fiato alle aziende con un provvedimento che consolidi a lungo termine le esposizioni bancarie, "anche attraverso il coinvolgimento, se necessario, delle società finanziarie controllate dalla Regione". L'on. Floris ha richiamato i vantaggi concessi dai produttori di latte del Nord Italia, i cui debiti (per le ammende della superproduzione) saranno dilazionate in trent'anni ("in Sardegna - ha aggiunto il leader dell'Udr-Nazionalitario - ci accontenteremo anche di vent'anni") per sollecitare comunque un provvedimento che eviti l'incubo del fallimento e dei sigilli ai cancelli delle aziende.

L'agricoltura sarda non un comparto marginale dell'economia, per tradizione ma anche per il consistente apporto al Pil. Usarle un occhio di riguardo è, dunque, necessario. Per questo - ha aggiunto Floris - "nel piano acqua lasciato alla Giunta, era previsto un aumento sensibile delle superfici irrigue". Dall'agricoltura dipende una buona fetta del futuro della nostra economia. Ma i nuovi scenari richiedono interventi tempestivi per l'esasperazione delle competitività, l'aggressività commerciale di nuovi soggetti "che tende ad annullare i fragili margini di utili". Tutto ciò, in una situazione "normale". Ma fra debiti e calamità (tante, dalla siccità alle alluvioni, alle epidemie) si è pagato un prezzo esageratamente elevato. I debiti raggiungono il livello del prodotto lordo vendibile dell'intero comparto e mettono le aziende in condizione di totale insolvenza. Ecco perché - ha sottolineato l'on. Floris - parlare di interventi tampone non serve, occorre un piano organico, nel quale entri in ballo anche il costo energetico, handicap che le aziende non possono ulteriormente sostenere.

La strada poteva essere quella di un progetto di legge, col rischio, però, di finire nel cassetto (visti ritmi con cui le Commissioni evadono il carico). Meglio la strada della mozione, con alcune istruzioni per l'uso: "l'agricoltura, come altri problemi, non è - spiega Floris - proprietà di maggioranza o opposizione". E' l'intero Consiglio che deve prendersene cura.

Anche perché, "il fuoco cova sotto la cenere", ha aggiunto a sua volta l'on. Tunis; il malumore delle categorie ha superato il livello di guardia e potrebbe sfociare "in clamorose azioni di protesta". A parte questo, il settore potrebbe saltare per aria con un danno enorme, economico e sociale. (a.d.)


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