CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XII legislaturaMozione sardista per la tutela e lo sviluppo della lingua e della cultura sarda.
Cagliari, 3 giugno 2003 - Nuove iniziative per valorizzare la cultura sarda e per la tutela della lingua sono state illustrate questa mattina in una conferenza stampa dal Psd'Az che, attraverso una mozione, vuole impegnare la Giunta regionale ad una maggiore attenzione nei confronti della cultura sarda, con il coinvolgimento degli Enti Locali, delle Università e della Rai.
Nell'esporre la mozione, gli esponenti del Psd'Az, Giacomo Sanna e Pasqualino Manca, hanno ricordato che nel gennaio di quest'anno è stato firmato un nuovo contratto di servizio tra la Rai ed il Ministero delle Comunicazioni, contratto che, tra l'altro, contiene importanti novità per le minoranza linguistiche riconosciute dalla legge 482 del 1999.
"Nell'articolo 12, ha affermato il Segretario nazionale del Psd'Az Sanna, si prevede che la Rai valorizzi e promuova, nell'ambito delle proprie trasmissioni, le culture regionali e locali, in stretta collaborazione con le Regioni, le Province, i Comuni, le università e gli enti culturali, realizzando forme di coordinamento per una maggiore diffusione in ambito locale. A tale scopo è prevista la stipula di apposite convenzioni tra la Rai e le Regioni autonome, con oneri a carico, per tutto o in parte, delle Regioni."
"La Rai, ha aggiunto Pasqualino Manca, si è impegnata ad introdurre nel palinsesto della terza rete televisiva, trenta minuti di programmazione per ogni Regione, riservati alla trasmissione di programmi scelti dalla sedi regionali e ad effettuare servizi per le minoranze linguistiche. Pertanto, la Giunta regionale dovrebbe stipulare quanto prima la convenzione con la Rai, promuovendo anche la partecipazione delle emittenti radiotelevisive locali, come previsto sempre dall'articolo 12 della legge nazionale."
Nello stesso tempo, la mozione, che verrà presentata quanto prima all'Assemblea, invita gli Enti Locali, le Università sarde e le associazioni culturali a promuovere ogni utile iniziativa per favorire le produzioni radiotelevisive in limba.
"La lingua sarda, ha sostenuto Sanna, è un patrimonio unico ed insostituibile, è non può correre il rischio di estinzione. E' stato detto che se muore una lingua muore un popolo, ma noi siamo vivi e vivi vogliamo restare. Certo, non ci nascondiamo le difficoltà. Ogni nuova generazione è portata a parlare meno il sardo, specialmente nelle città. Ma in altri Paesi la volontà politica è riuscita a creare strutture che hanno ridato vitalità alle lingue delle minoranze, con la creazione, inoltre, di posti di lavoro."
"Ad esempio, ha detto ancora Sanna, nei Paesi baschi sono stati istituiti, nel corso di alcuni anni, ben 160 centri per l'insegnamento del basco, con più di 2000 docenti e la partecipazione di oltre 45000 persone, mentre due radio pubbliche, create dal governo basco, trasmettono esclusivamente in lingua euskera. In Catalogna il governo della Generalitat eroga alla TV catalana, che ha 1200 dipendenti, un finanziamento di duecento milioni di euro all'anno per trasmissioni e programmi in catalano, e le radio, per ottenere la concessione governativa, devono garantire almeno il 50% delle trasmissioni in lingua catalana."
"In Corsica, inoltre, ha soggiunto Pasqualino Manca, vi sono quotidiani pubblicati in lingua corsa, mentre la catena televisiva France 3 Corse diffonde ogni settimana programmi per 4° minuti in lingua corsa. Da tutti questi esempi appare come gli strumenti dell'informazione siano efficaci poer l'affermazione di una vera e propria coscienza dell'identità, perché, insieme alla lingua, si rafforzano i valori ed i segni irrinunciabili delle minoranze."
"E' ovvio, ha concluso Giacomo Sanna, che occorre una precisa volontà politica che consenta di mettere in atto questa ed altre iniziative. In un periodo in cui tutti i partiti affermano di essere nazionalitari, noi proporremo questa mozione al Consiglio, dove ognuno dovrà mostrare, assumendosene la piena responsabilità, la sensibilità e la disponibilità a far progredire l'intero popolo sardo, attraverso la rivalutazione e lo sviluppo della cultura isolana"
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