CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XII legislatura

Il recupero dei centri storici: si muovo ogni anno 90 milioni di euro. Presentato dall'assessore Biancareddu un convegno (alla Fiera, il 4 giugno) sulla filosofia delle legge regionale 29 e sul recupero di un grande patrimonio per troppi anni trascurato.


Cagliari, 30 maggio 2003 - Riappropriarsi dei centro storici, frettolosamente abbandonati a partire dagli anni 60 con la corsa ai condomini di periferia; riassaporare la cultura, le abitudini, le consuetudini sociali, i rapporti fra i cittadini: è la filosofia principale della legge regionale 29 del 1998 (tutela e valorizzazioni dei centri storici in Sardegna) i cui frutti sono sotto gli occhi di tutti: diecimila le domande di privati cittadini soltanto nel 2002, per non parlare dei Comuni che stanno rifacendo il maquillage, occasione propizia per salvare un grosso patrimonio, ma anche per stimolare i flussi turistici del nonsolomare. Appare inadeguata la dotazione della legge, che è, annualmente e per dieci anni, di 25 milioni di euro.

Questi risultati sono agevolati anche da una "misura" del Por, che veicola  sino al 2006, ogni anno, 24 milioni di euro. La sollecitudine nella spesa consente si sperare nella premialità di 15 milioni di euro da parte della Comunità. Messe insieme, queste risorse, alle quali si aggiunge la quota dei privati e dei Comuni, muovono 90 milioni di euro con grande beneficio per le imprese artigiane, che registrano, in molti centri dell'isola, il tutto esaurito con prenotazioni a sei mesi.

I numeri, ma soprattutto la filosofia della legge sono il tema di un convegno, organizzato dall'assessorato degli Enti Locali, che si terrà il 4 giugno alla Fiera (padiglione D). L'evento è stato presentato, in conferenza stampa, dall'assessore Andrea Biancareddu.

Elevato il livello dei relatori, a livello nazionale (saranno presenti l'architetto Stefano Stanghellini dell'Istituto nazionale di urbanistica e l'architetto Gaetano Fontana, capo dipartimento del ministero delle Infrastrutture) e internazionale (partecipa l'architetto Fidel Vazquez, dell'area metropolitana di Barcellona) oltre a uno stuolo, molto qualificato, di tecnici e professionisti sardi. "Sarà, ha spiegato l'on. Biancareddu, l'occasione di un confronto, da quale emergerà sicuramente la qualità del nostro lavoro".

Biancareddu ha ricordato la fase di spopolamento dei centri storici, trasformati spesso "in vere e proprie città fantasma"; l'esodo ha segnato non solo lo spostamento delle famiglie, ma anche delle attività produttive e commerciali, segnando il totale declino del tessuto urbanistico. Inevitabile il degrado, che, in questa fase di oblio, hanno sofferto anche i monumenti. Oggi c'è un'interessante inversione di tendenza e un "effetto domino" nel recupero dei vecchi palazzi (datati prima del 1950) da parte di chi ha riscoperto un nuovo modo di vivere la città, in luoghi di facile incontro, fra testimonianze del passato.

La legge regionale prevede interventi compresi fra il 20 e il 60 per cento della spesa ammissibile (a seconda della qualità degli interventi; preferenza, per il decoro urbano, al recupero delle facciate.

Per gli interventi pubblici, occorre che i Comuni si siano dotati del piano di recupero dei centri storici (al fine di evitare spese un po' a casaccio). E' prevista in futuro a possibilità di intervento, in assenza del piano, per edifici di particolare pregio.

Non c'è limite di reddito imposto al richiedente. Le graduatorie sono di competenza dei Comuni, secondo regole indicate (è stato messo a punto un soft perché la legge sia uguale per tutti). Alla Regione il compito di mettere mano al portafoglio: in dieci anni spenderà, si calcola, più di 600 milioni di euro. (a.d.)


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