CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XII legislatura

Primo incontro dei Parlamenti delle Regioni insulari membri della CALRE. La prima parte dei lavori pomeridiani


Cagliari, 2 maggio 2003. In apertura dei lavori pomeridiani, sotto la presidenza dell'onorevole Presidente Efisio Serrenti, è intervenuto l'on. Enzo Satta, quale componente del Congresso delle Regioni e della commissione Prima del Consiglio regionale della Sardegna. Proprio riferendosi al dibattito che in quest'ultima sede istituzionale sarda e nella commissione Seconda si è sviluppato di recente, l'on. Satta ha detto che "la Sardegna ritiene di doversi riconoscere a pieno nel processo di unificazione politica europea, dopo la fase monetaria e di mercato comune. E' necessario per questo avvicinare le istituzioni al cittadino europeo, ricordando che i principali obiettivi di coesione sociale non sono stati raggiunti ancora dall'Istituzione europea".

La coesione territoriale

Per questo, secondo l'on. Satta, "è necessario che i nuovi trattati recepiscano il bisogno di coesione territoriale e la condizione dell'insularità come limite naturale". L'oratore ha inoltre denunciato la complessità della normativa europea, spesso stratificata, segnalando la necessità della semplificazione. "Si rischia altrimenti di mettere a rischio il principio di sussidiarietà, che viene contraddetto quando il livello inferiore di potere non è ammesso a partecipare alle decisioni del livello superiore" e indicando così il bisogno di introdurre il principio di codecisione e di valorizzazione effettiva delle Regioni e delle autonomie locali nella futura e imminente Costituzione europea.

Un rappresentante nel Parlamento europeo

A riguardo della valorizzazione delle Regioni nella Carta costituzionale europea, l'on. Satta ha ricordato che la risoluzione delle commissioni Seconda e Prima del Consiglio regionale della Sardegna prevede "il diritto di partecipazione delle Regioni, compreso il diritto di eleggere il proprio rappresentante al Parlamento europeo. Dovrà essere inoltre sancito il diritto di pari opportunità nello sviluppo economico, rivedendo dunque tutti i parametri per l'assegnazione dei fondi strutturali alle Regioni". In questo senso dovrà essere impegnato anche il Consiglio regionale della Sardegna, al quale la commissione Seconda e Prima hanno chiesto di istituire un Forum permanente con tutti gli attori dello sviluppo dell'Isola finalizzato alla divulgazione dei processi politici ed economici in corso nella nuova Europa.

Il rischio di un nuovo centralismo europeo

Ha preso poi la parola il presidente dell'Assemblea della Corsica, Mr. Josè Rossi, premettendo che l'isola gemella della Sardegna ha ottenuto da Parigi un'autentica potestà legislativa "ma dobbiamo ancora attendere il testo di applicazione delle nuove prerogative regionali. Saremo comunque l'unica regione francese, tra tutte e ventidue, a godere di queste prerogative. Dunque, aspiriamo ad entrare in questo club al quale ci avete intanto ammessi e da osservatori attivi ribadiamo la solidarietà con l'azione da voi Regioni svolta sino a oggi verso l'Unione Europea".

Il presidente di quello che sarà tra breve il Parlamento corso con pieni poteri ha ripercorso la battaglia del suo popolo verso l'autonomia legislativa e ha manifestato la preoccupazione che "nell'Unione Europea si possano riscontrare nuove forme di centralizzazione del potere. Per questo dobbiamo affermare la forza delle Regioni e la validità del principio di sussidiarietà. Dobbiamo invocare una maggiore elasticità a Bruxelles".

Parlando della sua Regione, Mr. Rossi ha ricordato l'uscita non indolore della Corsica dall'Obiettivo 1 e ha parlato anche dell'imminente uscita della Sardegna dai benefici del medesimo strumento di sostegno europeo: "La nostra uscita ci ha costretti a negoziare con lo Stato un piano eccezionale di investimenti e di aiuto, un piano che serve a colmare alcuni ritardi e a sostenere alcuni settori produttivi con sgravi fiscali".

Concludendo, il presidente dell'Assemblea della Corsica ha affermato di essere "certo che la risoluzione che sarà adottata questa sera ci permetterà di essere ascoltati maggiormente in Europa".

La risposta del Presidente Serrenti

A conclusione dell'intervento di Mr. Rossi, il presidente del Consiglio regionale della Sardegna, on. Efisio Serrenti, ha affermato che da parte dei Sardi ci sono almeno due ragioni per sostenere il ruolo della Corsica in Europa. Una è di interesse economico e riguarda tutti i programmi energetici. E la seconda ragione, invece, è politica, per aiutare la Corsica rispetto al governo nazionale francese, che ha mostrato nel tempo un forte centralismo. "La Corsica, al di là di certe forme radicali, ha una grande tradizione di autonomismo e per questo avremo presto anche un incontro in Corsica".

Il cammino delle isole finlandesi

Per rappresentare la condizione di autonomia e le aspettative delle isole del Nord Europa e in particolare di quelle finlandesi è intervenuta Mrs. Viveva Eriksson, rappresentante delle Isole Alands. La portavoce ha ripercorso il cammino di adesione della Finlandia all'Unione Europea e lo speciale referendum per l'adesione al trattato che fu indetto nelle isole Alands. "Abbiamo aderito a ragione di un protocollo speciale che ci consente, pur nell'ambito dei rapporti con lo Stato e con l'Unione Europa, di mantenere il nostro livello di autonomia e di non subire l'applicazione di alcune direttive europee, con notevoli vantaggi fiscali".

Mrs. Eriksson ha manifestato al tempo stesso la preoccupazione che questo protocollo di privilegio e di riconoscimento dell'autonomia delle isole Alands possa essere travolto dalla nuova Convenzione: "Dobbiamo temere il centralismo nella nuova Unione", ha detto la portavoce esortando tutti i rappresentanti delle Regioni ad un'azione incisiva in tal senso.

Il caso delle isole Azzorre

Il professor Carlos Amaral (Università delle Azzorre) ha esposto una relazione prendendo spunto dai trattati di Parigi e di Roma che hanno portato al processo di unificazione dell'Europa, ricordando le esigenze politiche di allora e giungendo ai bisogni di oggi. In particolare, l'accademico ha ricordato la nascita negli anni '70 dello scorso secolo di un fenomeno speciale, quello di cooperazione tra le Regioni, finalizzato a influenzare le dinamiche europee da parte di Regioni con le medesime necessità. "Anche le isole Azzorre hanno partecipato da subito a questo processo di rivendicazione e di trasferimento di poteri sia con riguardo allo Stato nazionale, il Portogallo nel caso delle Azzorre, sia verso la stessa Europa. Si tratta di un processo di rivendicazione europeo ma anche di portata planetaria  e tante sono le affinità tra le Regioni. Non solo per l'aspetto insulare  ma soprattutto per le pari condizioni di scarse opportunità di sviluppo interno".

Il professor Amaral ha poi parlato del recente allargamento dell'Unione Europea, che ha comportato l'ingresso di altre isole, come quelle dell'Estonia. E ha aggiunto: "Dobbiamo attendere la fine dei lavori della Convenzione europea per capire quali attenzioni saranno state dedicate alle isole nella futura Costituzione europea". Lo studioso ha brevemente accennato all'ipotesi di una riforma delle Camere che preveda poteri differenziati per le Regioni costituzionali e per gli altri membri privi di poteri legislativi.

Un auspicio dalle Canarie: modificare il sistema dei fondi strutturali

La modifica dei fondi strutturali europei è stata auspicata dal Sr. Josè Miguel Bravo De Laguna Bermudez, presidente del Parlamento delle isole Canarie. Secondo l'oratore, tutti noi europei, senza distinzione, siamo chiamati a un realismo senza utopie. E la realtà ci dice che le politiche strutturali dell'Ue non vanno verso le isole". Analizzando dati in possesso della Commissione Europa, il rappresentante delle Canarie ha esposto i brillanti risultati economici delle regioni ultraperiferiche nell'ultimo quadriennio affermando con risolutezza che "queste Regioni hanno accorciato il divario con il resto dell'Unione Europea". Ma il giudizio positivo non è generalizzato. Dunque, "difendendo il principio di solidarietà con tutte le regioni insulari, è necessario procedere a una modifica dei fondi strutturali dell'Unione europea per adattarli meglio alle nostre realtà sociali ed economiche. Noi siamo per il doppio trattamento: a favore delle regioni ultraperiferiche e a favore di quelle insulari". (c. c.)


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