CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XII legislatura

Per soccorrere le vittime civili della guerra che rischiano di morire per insufficiente assistenza sanitaria, i Riformatori lanciano l'operazione "Ospedali aperti". Un ponte aereo con Damasco per trasportare i feriti che hanno bisogno di urgenti cure specialistiche.


Cagliari, 8 aprile 2003 - Si chiama "Operazione ospedali aperti" l'iniziativa messa in campo dai Riformatori a sostegno della popolazione civile irachena vittima della guerra. In quel paese gli ospedali registrano non solo un drammatico tutto esaurito, ma anche l'impossibilità di prestare, in molti casi, cure e terapie adeguate. "Sono sicuro - dice l'on. Pier Paolo Vargiu - che a conflitto concluso le iniziative umanitarie si moltiplicheranno; ma oggi anche i livelli minimi di assistenza sono compromessi e molti feriti, senza assistenza, non potranno essere salvati". Di qui l'iniziativa, sollecitata da alcuni medici ospedalieri, "a conferma che fra politica e società civile c'è ancora un forte legame", perché le strutture sanitarie della Sardegna siano messe a disposizione di chi ha bisogno, urgente e indilazionabile, di interventi specialistici. "Pensiamo soprattutto alle donne e ai bambini - aggiunge Vargiu - che le immagini della guerra ci ripropongono impietosamente; ma pensiamo anche a tutti i civili che per la mancanza persino di disinfettanti o antibiotici rischiano di morire".

Non solo sventolio di bandiere arcobaleno, dunque, a testimoniare l'orrore per la guerra; ma anche iniziative concrete, da prendere in fretta. I Riformatori hanno coinvolto l'assessore regionale della Sanità, i direttori generali delle Asl, la Croce Rossa, ed hanno scritto al Presidente della repubblica e del Consiglio, a presidenti di Camera e Senato, agli assessori della Sanità delle altre regione per sollecitare l'adesione a un progetto umanitario che cerca di ridurre per quanto possibile i nefasti effetti del conflitto. Sono arrivate le prime adesioni, sia da parte delle aziende sanitarie, sia della Croce Rossa, disponibile ad attivare contatti internazionali e sono stati contattati possibili vettori aerei perché possano essere impiegati aerei medicalizzati, che partendo da Damasco, aeroporto vicino ma estraneo all'area del conflitto, possa trasportare i feriti che abbiano necessità urgente di cure specialistiche ("pensiamo - ha spiegato l'on. Vargiu - alla neurochirurgia, all'ortopedia, alla chirurgia pediatrica, all'ostetricia e ginecologia").

Consapevoli che la Sardegna "è solo un tassello" di questa iniziativa umanitaria, i Riformatori, che hanno preidsposto un ordine del giorno all'esame del Consiglio,  hanno chiesto al loro deputato sardo, l'on. Michele Cossa, di presentare una interrogazione urgente perché sia invitato a intervenire anche il governo nazionale."La nostra - precisa Vargiu - non è un'iniziativa di partito; ma una dichiarata disponibilità a occuparci concretamente di un problema che, di giorno in giorno, assume sempre più connotati drammatici. Chiediamo pertanto a tutti di voler sostenere il progetto". Da Damasco potrebbero partire, per la destinazione degli aeroporti sardi, i voli della speranza per tante vittime innocenti e disperate. (a.d.)


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