CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XII legislaturaI lavori della Prima commissione sulla legge elettorale e sulla forma di governo. Raggiunta una "intesa", sulla quale proseguirà il confronto tra i diversi gruppi politici
Cagliari, 26 febbraio 2003 - Dopo oltre trenta sedute e un confronto politico molto serrato la I Commissione del Consiglio Regionale, presieduta dall'On. Emanuele Sanna, è pervenuta ieri sera ad un'ipotesi di riforma elettorale regionale sulla quale si è registrata una larga convergenza dei componenti della Commissione stessa.
"Il proficuo lavoro fatto finora - ha dichiarato il Presidente della Commissione - apre adesso prospettive molto incoraggianti".
"Restano - ha detto il Presidente - su alcuni punti rilevanti della legge opinioni e posizioni differenti fra i rappresentanti dei diversi Gruppi e che potranno essere superati in Aula, ma a conclusione dell'intenso dibattito delle ultime settimane si profila concretamente la possibilità di trasmettere al Consiglio, in tempi ragionevolmente brevi, un testo unificato che potrà costituire una base molto solida per varare in un quadro unitario una legge elettorale sarda che si discosterà in maniera significativa da quella delle Regioni ordinarie salvaguardando le peculiarità istituzionali e il pluralismo politico della nostra Isola".
"La Commissione - ha sottolineato l'On. Sanna - ha rispettato finora i tempi e gli impegni fissati in sede politica e nonostante l'avvio della sessione di bilancio completerà i propri lavori nei prossimi giorni per mettere il Consiglio nella condizione di legiferare in tempo utile sia per lo svolgimento di un eventuale referendum confermativo sia per evitare che i sardi vadano il prossimo anno al rinnovo del Consiglio con la legge nazionale che viene considerata sotto molti aspetti insopportabilmente centralistica e inadeguata per le esigenze di una Regione speciale come la nostra".
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I punti fondamentali della Riforma elettorale che la Commissione Autonomia sta definendo sono i seguenti:
1) L'elezione diretta del presidente della Regione avverrà contestualmente all'elezione dell'Assemblea regionale.
I candidati alla Presidenza della Regione saranno i capilista delle coalizioni presentate nel collegio regionale. Tutte le liste presentate nelle circoscrizioni provinciali dovranno, in ogni caso, essere collegate ad una "lista regionale ".
Sarà eletto Presidente il candidato che riporterà la maggioranza assoluta dei voti validi.
Se nessun candidato avrà ottenuto tale maggioranza, si procederà ad una votazione di ballottaggio tra i due candidati più votati.
2) Nel primo turno la scheda per il voto sarà unica e l'elettore votando per una lista "provinciale" esprimerà un voto per il candidato alla presidenza ad essa collegato. L'elettore, inoltre, potrà esprimere un voto di preferenza per un candidato della lista provinciale per la quale ha votato ed una preferenza per la lista "regionale" ad essa collegata.
3) L'"ipotesi" raggiunta prevede anche che alla coalizione che esprimerà il Presidente della Regione, per rispettare il vincolo statutario della stabilità, vengano attribuiti almeno 45 degli 80 seggi disponibili; i 16 seggi del collegio regionale verranno, quindi, ripartiti tra le due coalizioni più votate, assicurandone almeno 9 a quella che avrà espresso il capo dell'esecutivo.
I seggi attribuiti negli otto collegi provinciali, 64, saranno ripartiti proporzionalmente, sulla base dei risultati ottenuti; alla coalizione che ha espresso il Presidente ne saranno, comunque, assegnati almeno 36.
4) Nella eventualità del 2° turno non saranno consentiti apparentamenti e i seggi attribuiti, a parte il premio di maggioranza, resteranno quelli fissati dal risultato del primo turno.
Saranno solo possibili, pertanto, accordi politici tra liste programmaticamente omogenee e senza alterare il verdetto elettorale.
5) Per evitare l'eccessiva frammentazione delle liste, l'ipotesi prevede che il riparto dei seggi avvenga tra le forze politiche cha abbiano superato una "soglia" minima d'accesso del 3 per cento dei voti nell'insieme dei collegi provinciali.
Per "incentivare" i processi di aggregazione, tuttavia, la soglia del 3 per cento non si applicherà a quelle coalizioni che, nel complesso, abbiano superato il 10 per cento dei voti validi.
6) La partecipazione delle donne sarà favorita da norme che garantiscano un effettivo equilibrio tra i sessi nelle liste e nel governo regionale.
7) La legge stabilirà, in maniera rigorosa, anche le cause di ineleggibilità e di incompatibilità dei consiglieri regionali, tra le quali sarà compresa quella della incompatibilità tra le funzioni di consigliere e di assessore. E' stato ipotizzato, comunque, che il consigliere diventato assessore sia temporaneamente sostituito in Consiglio regionale, per la durata del suo incarico assessoriale, dal primo dei "non eletti" della sua stessa lista.
8) La Commissione ha attentamente valutato anche tutti gli strumenti normativi necessari per garantire la rappresentanza in Consiglio regionale degli emigrati sardi.
9) L'elezione diretta del Presidente della Regione comporterà, necessariamente, per uno specifico vincolo posto dallo Statuto, lo scioglimento del Consiglio regionale nel caso di dimissioni o di approvazione di una mozione di sfiducia nei confronti dello stesso Presidente della giunta.
Gli assessori, infine, saranno nominati o revocati dallo stesso Presidente; il Consiglio, in determinati casi di particolare gravità, potrà tuttavia presentare e votare una "mozione di sfiducia" nei confronti di un singolo assessore.
10) L'elezione diretta del Presidente, con i nuovi ed assai maggiori poteri che gli verranno attribuiti, porterà a definire anche i nuovi compiti e poteri del Consiglio regionale per evitare una pericolosa supremazia dell'Esecutivo sull'Assemblea legislativa-rappresentativa.
Al Consiglio, il cui Presidente dovrebbe essere eletto a maggioranza qualificata, dovrà essere riservata l'approvazione, oltre che delle leggi e dei regolamenti, anche dei fondamentali atti di programmazione; dovranno essere rafforzati i suoi poteri di controllo sull'attività della Giunta; si dovrà, inoltre, giungere alla definizione di "uno statuto delle opposizioni" alle quali dovrebbe essere garantita la possibilità di veder discusse le proprie proposte e di ottenere l'istituzione di commissioni d'inchiesta.
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