CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XII legislatura

L'assenza di programmazione rende "l'arbitrio" l'unico metodo di intervento.


L'ultimo atto di programmazione regionale risale al 1985 (Il primo Piano Sanitario Regionale).

Un quadro programmatorio serio dovrebbe consentire di realizzare degli obiettivi di salute e di qualità della vita, ma noi siamo in una situazione in cui niente è certo ed è per questo che dobbiamo sempre con più forza e all'unisono pretendere un organico e chiaro processo programmatorio.

Nell'incertezza e indeterminatezza del governo della spesa sanitaria della nostra regione anche le dichiarazioni di Oppi contribuiscono alla confusione.

Nel balletto di cifre sui disavanzi delle ASL della Sardegna, una sola cosa è certa l'impossibilità di accertare il reale disavanzo della spesa sanitaria, pertanto intendiamo attenerci ai "conti" della Corte dei Conti.

Se ve ne fosse stata, ancora, necessità la situazione data, il dibattito avvenuto ieri in Consiglio sull'ordine del giorno unitario sulla grave situazione in cui versano i lavoratori e le lavoratrici della sanità privata convenzionata, sulle notizie riportate oggi da un quotidiano sardo sullo stato debitorio della ASL 8, danno ragione a quanti ritengono necessario ed urgente discutere la mozione sullo stato del sistema sanitario regionale, che da troppo tempo ormai è all'ordine del giorno del Consiglio Regionale.


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