CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XII legislatura

Un ordine del giorno dei sindaci sardi, per l'istituzione di una circoscrizione elettorale per la Sardegna alle elezioni per il Parlamento europeo, presentata al presidente dell'Assemblea regionale, Efisio Serrenti, ed al presidente della commissione Riforme, Emanuele Sanna


Cagliari, 7 ottobre 2002 - La Sardegna rischia di non aver voce in capitolo quando saranno prese le più importanti decisioni sul futuro della "Nuova Europa". I sardi non hanno, infatti, un loro rappresentante "diretto" nel Parlamento europeo (l'onorevole Segni è stato eletto in una circoscrizione diversa da quella delle Isole) e non possono "far sentire, nelle sedi opportune, la loro voce".

L'esigenza di istituire una circoscrizione elettorale per la Sardegna, a partire dalle prossime consultazioni elettorali per il nuovo Parlamento europeo, è particolarmente sentita nell'Isola. Lo stesso presidente del Consiglio regionale, Serrenti, è il primo firmatario di un documento elaborato da un Comitato, al quale hanno aderito molte personalità del mondo politico, culturale, produttivo sardo, costituito proprio per "garantire una rappresentanza politica alla Sardegna nelle sedi comunitarie".

L'iniziativa ha ora preso piede, ha acquisito il consenso di larghi strati della società sarda.

"Il pericolo, che anche la nostra Regione corre, è quello di non riuscire a portare, nelle sedi politiche dell'UE, la voce, le istanze, le esigenze, le richieste, i diritti delle nostre genti". Una preoccupazione che ha spinto molti consigli comunali, all'iniziativa hanno già aderito centinaia di sindaci della Sardegna, ad approvare un ordine del giorno con il quale si chiede "al presidente del Consiglio, al ministro delle Riforme, alle istituzioni del Governo italiano e dello Stato, la modifica delle circoscrizioni elettorali per le elezioni europee, e nella fattispecie quella riferita al territorio della Sardegna, individuando una circoscrizione unica, così da garantire la rappresentanza del popolo sardo nel Parlamento europeo".

L'iniziativa è stata "ufficialmente" presentata, questa mattina, da una delegazione di sindaci al presidente dell'Assemblea regionale, Efisio Serrenti, ed al presidente della Prima commissione, Riforme, del Consiglio regionale, Emanuele Sanna.

"Una preoccupazione comune a molte delle regioni che hanno potestà legislativa, sono 52 nei Paesi che fanno attualmente parte dell'Unione Europea, ha detto il presidente Sanna, ma particolarmente sentita anche da altre "piccole" regioni italiane, che, per il gioco dei numeri, vedono i loro rappresentanti esclusi dal Parlamento di Strasburgo, a vantaggio delle altre regioni, più popolose e, molto spesso, più ricche".

"Lo Stato nazionale perde continuamente poteri, ha ricordato Emanuele Sanna, trasferendoli agli enti locali ed alle istituzioni comunitarie. Le regioni, quindi, corrono il rischio di essere tagliate fuori dai centri decisionali, quelli nei quali vengono fatte le scelte politiche, elaborati i programmi che ne condizioneranno l'esistenza, il futuro".

"Una situazione che abbiamo illustrato in molte sedi europee, ha aggiunto il presidente Serrenti, a partire dal Comitato delle regioni periferiche e marittime (la CRPM, nel cui ufficio politico è presente lo stesso presidente del Consiglio regionale). Ora, però, è necessaria una più marcata ed incisiva azione, nei confronti del Governo e del Parlamento nazionali, perché altrimenti rischiamo di non essere presenti neppure nel futuro Parlamento europeo, che tra l'altro sarà chiamato a decidere l'allargamento dell'Unione, una decisione che avrà pesanti ripercussioni sulle regioni meno sviluppate".

"Le norme europee condizioneranno, sempre di più, la vita e lo sviluppo delle regioni, specialmente di quelle più povere, marginali, insulari, ha detto anche il presidente Serrenti. In tutte le sedi ci siamo battuti perché l'Europa, che stiamo realizzando, sia quella dei popoli e non quella degli Stati. Perché i popoli devono poter decidere il loro destino; perché la Comunità deve attuare politiche di coesione e di solidarietà che tengano conto delle diversità e delle situazioni reali esistenti. La Sardegna, senza gli interventi ed i fondi strutturali, è destinata ad una progressiva emarginazione. Un rischio che non possiamo assolutamente correre".

L'ordine del giorno, che è condiviso dallo stesso presidente Ciampi e dai presidenti emeriti Cossiga e Scalfaro, sarà portato all'attenzione del Consiglio regionale, "assolutamente favorevole a questa proposta" ha annunciato Efisio Serrenti, ed i suoi aspetti più "significativi, saranno approfonditi dalla Prima e dalla Seconda commissione, quest'ultima competente per le Politiche comunitarie" ha, dal canto suo, assicurato Emanuele Sanna.

Le iniziative più opportune, anche una forte pressione nei confronti dei gruppi e delle forze politiche presenti nel Parlamento nazionale, saranno decise ed avviate in "tempi brevi", hanno concluso il presidente del Consiglio regionale quello della Prima commissione, "perché non si può più perdere tempo prezioso". (mc)


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