CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XII legislaturaIl presidente del Consiglio regionale, Efisio Serrenti, preoccupato per il futuro dei lavoratori licenziati dalla Cict e per il mancato decollo del porto canale di Cagliari
Cagliari, 1 ottobre 2002 - "Migliaia di miliardi di vecchie lire "regalati", dallo Stato e dalla Regione, ad una società privata, che non hanno prodotto un solo posto di lavoro stabile e che non sono serviti a realizzare una struttura in grado di far decollare il sistema economico isolano". Il presente ed il futuro del porto canale di Cagliari, i progetti e le promesse della Cagliari international container terminal (CICT) che lo gestisce da cinque anni, sono stati approfonditi nel corso di un lungo incontro tra la Presidenza dell'Assemblea regionale (il presidente Efisio Serrenti ed i suoi due vice Luigi Biggio e Salvatore Sanna) ed i rappresentanti delle confederazioni sindacali (Gino Asunis, Angelo Vargiu e Giuseppe Nieddu), da tempo impegnati nella difesa dei dipendenti della CICT, recentemente licenziati dalla società che gestisce il terminal cagliaritano senza ricorrere agli "ammortizzatori sociali", previsti dalle norme esistenti in materia di lavoro e di tutela dei lavoratori.
"Occorrono chiarezza e decisione, hanno detto i rappresentanti sindacali al presidente Serrenti ed ai vice Biggio e Sanna. Chiarezza sui ruoli e compiti della autorità portuale e della società concessionaria, d'altro canto fissati dalle leggi; chiarezza e decisione per i programmi futuri". La gestione del porto cagliaritano, la cui costruzione è iniziata molto prima di quelli di Gioia Tauro e di Taranto, deve essere affidata con una gara internazionale? Si può prevedere una proroga dell'attuale concessione? Si può trovare un altro terminalista, in grado di acquisire traffici e gestire meglio lo scalo cagliaritano, utilizzando anche l'esistente zona franca? Domande alle quali si deve dare, immediatamente, una risposta.
Per trovare le migliori soluzioni ad un problema che ormai si trascina da troppo tempo, "costato alle casse pubbliche tra i mille ed i millecinquecento miliardi di vecchie lire", che ha acceso speranze e spazzato via molte illusioni, i rappresentanti sindacali hanno chiesto al Presidente di "intervenire, con la sua autorevolezza, per far riconvocare dal presidente Pili un tavolo di trattative".
La sede "istituzionalmente" più adatta, più opportuna, per decidere cosa fare, "per dare risposte concrete alle decine di giovani che cercano un lavoro, anche a quelli licenziati brutalmente dalla CICT e messi, senza tanti complimenti, in cassa integrazione guadagni ordinaria".
Nessun tentativo di accordo con le organizzazioni sindacali, nessun ricorso alle altre possibili iniziative "di sostegno sociale", hanno denunciato i tre rappresentanti confederali, una decisione incomprensibile, giunta al termine di una lunga contrapposizione con il commissario dell'autorità portuale, dopo proclami e promesse che non hanno portato ad alcun risultato.
"Una situazione decisamente preoccupante, delicata, ha riconosciuto il presidente Serrenti, assicurando un immediato intervento della presidenza dell'Assemblea regionale per trovare la sede più adatta per affrontare argomenti complessi e delicati come questo. Il futuro del porto canale di Cagliari, il decollo definitivo della zona franca, sono una opportunità che non si può abbandonare. Generazioni di politici e sindacalisti hanno riposto le loro speranze in questo porto. Abbiamo iniziato prima di tutti, ma poi altri scali e terminal container del Mezzogiorno si sono affermati e noi siamo rimasti al palo. E' necessario valutare tutti gli aspetti, non solamente quelli economici, di questa lunga e tormentata vicenda. Non è più possibile, infatti, perdere altro tempo, non è più possibile illudere coloro che, credo con ragione, hanno creduto e continuano a credere che il porto canale di Cagliari possa rappresentare una favorevole occasione, per produrre nuova ricchezza e creare nuovi posti di lavoro".
Nelle altre parti del mondo, attorno ai grandi complessi portuali sono sorte industrie di trasformazione, società di servizi, iniziative commerciali, attività indotte. Se a Cagliari questo non è accaduto, se non si sono raggiunti gli obiettivi fissati, hanno aggiunto i vicepresidenti Biggio e Sanna, le cause non sono, forse, solamente economiche ed organizzative. Nuove idee, nuove opportunità, la realizzazione di un sistema produttivo integrato, devono essere immediatamente poste sul tavolo, attorno al quale devono sedere anche i rappresentanti delle forze presenti in Consiglio regionale. "Tutti, infatti, dobbiamo impegnarci per ridare forza ad una iniziativa che può, realmente, essere una grande speranza ed una reale possibilità di sviluppo e di lavoro".
Un argomento delicato, quello del porto industriale isolano, sul quale il Consiglio regionale sarà chiamato, anche nel prossimo futuro, a riflettere, a discutere. Sul licenziamento dei dipendenti della CICT, infatti, i consiglieri regionali Salvatore Sanna e Giambattista Orrù hanno presentato una interrogazione, con la quale chiedono, al presidente della Giunta ed all'assessore dell'Industria, di conoscere le iniziative che intendono prendere per "tutelare i diritti dei lavoratori; garantire la corretta attuazione dell'accordo, firmato con il gestore dello scalo industriale cagliaritano lo scorso 16 settembre, che prevedeva, tra l'altro, il mantenimento dei livelli occupativi; per l'avvio definitivo della attività del porto canale". (mc)
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