CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XII legislatura

Presentata al centrosinistra la proposta di nuova legge elettorale: è firmata da quattro consiglieri che si sono autosospesi dai Ds ed è stata predisposta col contributo di Verdi, Comunisti italiani e Italia dei Valori. Piersandro Scano: "Tempi strettissimi per evitare che si rinnovi il Consiglio adottando la legge per le Regioni a statuto ordinario".


Cagliari, 30 settembre 2002 - O si fa una legge propria, o il nuovo Consiglio regionale sarà eletto (primavera 2004) secondo la legge in vigore per le regioni a statuto ordinario. E, se si vuole cambiare, il tempo è esiguo: perché l'iter di una nuova legge elettorale è complesso prevedendo il ricorso al referendum popolare che, mano al calendario dovrebbe effettuarsi entro l'autunno del 2003. Ciò significa che la legge deve essere approvata dal Consiglio non oltre il prossimo gennaio. Considerato che molte forze politico parlano di riforme ma sembrano orientate a non attuarle, il problema non è di poco conto. Tutto ciò fa dire all'on. Scano, che ha illustrato il documento, che "al 70-80 per cento si voterà con la legge vigente per le Regioni a statuto ordinario" che contiene condizioni aberranti, come il "listino" bloccato destinato a costituire premio di maggioranza, nel quale quasi un quarto dei consiglieri (16) viene eletto per nomina e non per scelta dell'elettorato.

Per "dare una spinta decisiva, gettare l'allarme sul fattore tempo e proporre soluzioni convincenti", i quattro consiglieri regionali che si sono autosospesi dai Ds, hanno presentato una proposte di legge depositata "non in Consiglio, ma sul tavolo del centrosinistra" per costituire argomenti di dibattito in prospettiva di un testo unitario. La proposta è stata elaborata con la partecipazione dei Verdi, dei Comunisti Italiani e dell'Italia dei Valori.

Ma quali sono le proposte contenute nel testo?

L'elezione diretta del Presidente della Regione, ma in due turni nel caso in cui non raccolga subito oltre il 50 per cento dei voti. "Il Presidente ha ampi poteri - ha spiegato l'on. Scano - e deve avere perciò un'investitura forte". Il premio di maggioranza consentirà di raggiungere la soglia del 55 per cento qualora il risultato dell'urna sia meno netto.

L'attribuzione dei seggi avviene interamente sulla base delle circoscrizioni  provinciali abolendo "listini o listoni". Non esiste soglia di sbarramento "essendo garantita dal premio di maggioranza la stabilità del quadro politico".

Non esiste, "né può esistere" alcuna fiducia costruttiva perché "in contrasto con lo statuto". L'articolo 35 scatta se si sceglie l'elezione diretta del Presidente. Per cui se il Presidente va a casa, il Consiglio si scioglie.

C'è incompatibilità fra consigliere ed assessore. Chi accetta di far parte dell'esecutivo, decade. E non esiste ripescaggio in caso di uscita dalla Giunta.

Cinque seggi sono riservati agli emigrati (Italia ed estero); ma le modalità sono ancora da definire.

Viene applicata la parità di accesso prevista dal dettato costituzionale: le donne saranno rappresentate al 50 per cento nelle liste.

Altra novità, il Presidente del Consiglio ed il Consiglio di residenza possono essere sfiduciati e revocati.

La proposta di legge, che, ha concluso l'on. Scano,  "è estremamente semplice e lineare, attenta sia alle prescrizioni dell'ordinamento, sia alle nuove esigenze maturate nel dibattito politico istituzionale e nella pubblica opinione", verrà esaminata domani dal tavolo del centrosinistra e rappresenta, fra l'altro, ha spiegato Paolo Rossetti, portavoce dei verdi, l'occasione per favorire un dibattito aperto, il primo di una serie di appuntamenti (fra gli altri, puc, sanità e lavoro) in agenda per le forze politiche.

L'on. Pacifico ha sottolineato l'atto di democrazia contenuto nell'abolizione del listino, mentre l'on. Giampiero Pinna ha sottolineato la necessità che il centrosinistra "superi la situazione di stallo" (l'occasione è offerta, appunto, dal "tavolo" di domani), (forse) ultima chance per evitare che questa sia una legislatura sprecata in fatto di riforme. Sulla legge elettorale il Consiglio regionale ha totale autonomia, se non la esercita non difende il diritto all'autodeterminazione.

L'on. Ivana Dettori ha invece ricordato come questo sia il primo atto importante in cui viene recepito il dettato costituzionale sulla parità fra uomini e donne ed ha richiamato l'esperienza francese: la parità nelle candidature ha quasi raddoppiato la presenza femminile in parlamento. (ad)


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