CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XII legislatura

Sulla "operazione Costa Smeralda" ascoltato in audizione dalle Commissioni Programmazione e Industria il presidente della Sfirs. La finanziaria regionale difende l'iniziativa che dovrebbe avere effetto moltiplicatore sull'economia del territorio. Alberghi e terreni passano di mano, ma la gestione resta alla Starwood.


Cagliari, 10 settembre 2002 - Non è un'operazione trappola quella che la Sfirs ha in cantiere sulla Costa Smeralda. La finanziaria regionale ha analizzato l'iniziativa nei dettagli e ritiene che ci sia un adeguato tornaconto. Ma i dettagli non è possibile renderli noti, neppure al Consiglio regionale. C'è una riservatezza legata alla natura dell'operazione, "commerciale ad ampio respiro". Si può affermare soltanto che, a rendere appetibile l'iniziativa, non è l'ipotesi di un nuovo master plan e di nuove cubature. "I conti li abbiamo fatti sull'esistente". Lo ha dichiarato, in audizione alle Commissioni Programmazione (presidente Balletto) e Industria (presidente Rassu), in seduta congiunta, il presidente della finanziaria regionale, Alberto Meconcelli, chiamato in causa per i molti silenzi che, a giudizio di alcune forze politiche, hanno accompagnato questa vicenda e dalle affermazioni fatte dal presidente Pili in Aula (la Regione detiene il 92 per cento del pacchetto Sfirs), di non essere mai stato adeguatamente informato.

L'operazione, ha precisato il presidente, non è un semplice passaggio di mano di alberghi e terreni da una società ad un'altra, ma propone, per l'economia del territorio, un effetto moltiplicatore che dovrebbe suscitare sicuri benefici (c'è, ad esempio, l'ipotesi concreta di valorizzare il settore lapideo, che attraversa un momento di difficoltà).

Tutta l'operazione, ha aggiunto il presidente della finanziaria regionale, risponde alle finalità statutarie ed è stata condivisa dal collegio sindacale. Ipotesi che prevedono uno sconfinamento in settori non di competenza (se si trattasse di pura operazione commerciale) non sono plausibili.

Meconcelli, rispondendo a una raffica di domande da parte dei commissari, ha ricostruito la vicenda. Il primo contatto è avvenuto nell'aprile scorso, quando la Sfirs ha ricevuto da una società che opera nel turismo anche in Sardegna, la Forma Urbis (ha in programma la realizzazione di alcuni alberghi nel Comune di Teulada), una proposta di "collaborazione e assistenza tecnica e organizzativa, richiesta che chiedeva di individuare, fra l'altro, un pool di imprenditori sardi disponibili a fare cordata. "Abbiamo sfruttato questa opportunità, ha precisato Meconcelli, per le possibili ricadute nell'economia sarda, identificando "imprese che rispondono a capacità tecnica e finanziaria".

Fra la cordata continentale, alla quale la Forma Urbis faceva riferimento, e quella sarda "si è creata una situazione di sostanziale equilibrio" nella quale situazione la Sfirs, che parteciperà con l'8 per cento (una cinquantina di miliardi su un intervento finanziario di circa 600), diventa l'ago della bilancia. Rispetto al passato, assicura Meconcelli, la finanziaria regionale affronta un progetto non eccessivamente oneroso che prevede condizioni più vantaggiose.

Fra l'altro la Sfirs non si svena. Per oltre la metà della partecipazione non attinge a risorse proprie, ma a una provvista bancaria (per la quale non dovrà fornire garanzie). Inoltre ha in mente di ridurre la partecipazione, cedendo il 6 per cento. "Senza il clamore che ha accompagnato la vicenda, ha aggiunto Meconcelli, lo avremmo fatto subito e, per le plusvalenze, ci saremmo trovati con un 2 per cento decisivo agli equilibri societari e praticamente gratis".

La fase di verifica si dovrebbe concludere fra un mese o due, tempi necessari per valutare la rispondenza delle cifre fornite. La gestione resterà alla Starwood, che ha dimostrato alta professionalità; i vantaggi emergeranno da una valorizzazione di alcuni settori turistici e da interventi di ristrutturazione.

Il tutto, assicura il presidente, nell'ambito delle linee guida tracciate dalla Regione (dichiarazioni programmatiche del presidente Pili, Dpef) che puntano sullo sviluppo delle logiche di filiera per il turismo. La presenza della finanziaria regionale, fra l'altro, consente "di sopperire alla carenze del credito sardo", favorendo le imprese che hanno progetti concreti e professionalità, altrimenti escluse da un sistema bancario che si affida a modelli standard di gestione e assicura sostegno solo a chi ha beni patrimoniali e fideiussioni.

Chiarimenti hanno richiesto i commissari Capelli (Udc), Pirastu (Forza Italia), Rassu (presidente della Commissione Industria), Vargiu (Riformatori), Falconi (Ds), Dore (Democratici), Cogodi (Rc), Balia (Sdi-Su), Pinna (Ds), Floris (Udr), Biggio (An), Balletto (presidente della commissione Bilancio) e Spissu (Ds).  Non tutti si sono dichiarati soddisfatti delle risposte, soprattutto perché mancano i numeri e il piano finanziario è tabù.

Si è parlato anche del no opposto a una cordata guidata da Renato Soru, ma il presidente Meconcelli ha smentito. La Sfirs ha incontrato il patron di Tiscali, che, però, faceva capo a un'altra cordata.

In termini finanziari, non sarà questa l'operazione più importante condotta dalla Sfirs. "In altre, le risorse impegnate sono doppie", ha detto ancora il presidente. Analogo invece l'intervento effettuato nel settore del turismo ad Olbia. Qui resta in dubbio che si guardi a un nuovo master plan e ad un piano di fabbricazione robusto, circostanza che, secondo alcuni, metterebbe la Regione davanti "ad un pesantissimo conflitto d'interessi" (Spissu). (a.d.)


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