CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XII legislaturaUna commissione d'inchiesta per far luce sulla insostenibile situazione del sistema sanitario regionale. Illustrata una mozione firmata da ventiquattro consiglieri regionali
Cagliari, 21 giugno 2002 - La difficile situazione del sistema sanitario regionale, il disavanzo secondo alcune attendibili stime rischia di superare i mille miliardi di "vecchie lire", è stata recentemente denunciata dalla sezione isolana della Corte di Conti, che ha "consigliato" ai responsabili politici regionali di porvi rimedio entro il corrente anno.
Una situazione che preoccupa seriamente numerosissimi consiglieri regionali, i quali hanno presentato una mozione, firmata da esponenti di molte parti politiche, con la quale chiedono una commissione d'inchiesta per "fare luce su una situazione che presenta troppi lati oscuri".
"Non è una mozione di censura nei confronti di nessuno, ha detto Ivana Dettori illustrando alla stampa il documento, ma una iniziativa decisa per onorare il mandato affidatoci dagli elettori".
I consiglieri regionali hanno l'obbligo di capire come vengono spesi i soldi dei cittadini; devono rendersi conto se all'utilizzo di fondi così ingenti corrispondono adeguati livelli nei servizi erogati; se vengono mantenuti gli impegni solennemente presi, in molte occasioni, di razionalizzare la spesa, specialmente quella farmaceutica, di eliminare gli sprechi, di arrivare ad un moderno sistema informatico regionale, almeno nel settore sanitario; se esiste, infine, la possibilità di proporre ed approvare un moderno Piano sanitario regionale, visto che quello ancora in vigore risale al "lontano 1985".
I tempi sono cambiati, servono decisioni moderne, "la razionalizzazione dell'intero sistema, ha aggiunto Ivana Dettori, non può essere decisa per parti, senza una visione complessiva del problema. Ci sono nodi che devono essere sciolti ed è giusto che i consiglieri, il Consiglio regionale, avviino un'approfondita indagine, prima di decidere quali riforme e quali iniziative sono necessarie, per mettere ordine nel complesso mondo della sanità sarda".
Un attento controllo ed un'approfondita verifica che può avvenire solamente con lo strumento della commissione d'inchiesta, da istituire secondo l'articolo 125 del regolamento interno dell'Assemblea regionale, "un organismo di studio e verifica da affidare ad un esponente dell'opposizione, come ha proposto Antonello Liori, per rispettare una basilare regola democratica".
"Una richiesta, quella della commissione speciale, imposta dal dovere dei consiglieri, ha ribadito Salvatore Granella, di controllare tutto ciò che riguarda la società sarda. La spesa sanitaria, in astratto, potrebbe anche non essere eccessiva, ma si deve capire perché i disavanzi sono a questi livelli e se la qualità dei servizi è adeguata a queste spese".
Spese e disavanzi dovuti alle scelte di questi anni, che hanno "privilegiato il criterio aziendalistico, ha ricordato Peppino Balia, con lo scopo di contenere i costi, razionalizzando le spese. Scelte che si sono tradotte in un sacrificio per i cittadini. Ma i manager, i nuovi monarchi assoluti, condizionati solamente dal raggiungimento degli obiettivi, perché non riescono a garantire efficienza ed a ridurre sprechi e costi?".
La soluzione di "questi nodi" può essere favorita, quindi, da un serio e moderno Piano sanitario regionale, che non può essere predisposto ed approvato "per parti". Ma le continue richieste di un programma regionale organico, che avvii un reale processo di razionalizzazione dell'intero apparato sanitario, sono rimaste "lettera morta".
Quanto la Corte dei Conti chiede all'amministrazione regionale "la trasmissione di particolari atti, chiede spiegazioni" ed il Consiglio non può stare a guardare, "deve capire, approfondire le cause e le ragioni di certe decisioni, di certe scelte, ad esempio per quanto riguarda la qualità dei servizi, il perché delle lunghe liste d'attesa". Le spese sono costantemente, massicciamente, aumentate dal 1998 al 2000; nel 2001 sono lievitate vorticosamente, il disavanzo è cresciuto del doppio o quasi; poi, nel 2002 è calato della metà. Perché questo andamento altalenante? Perché le troppe disfunzioni denunciate ed accertate nelle Aziende sanitarie sarde?
I direttori generali delle Asl hanno un potere assoluto, con l'unico obbligo di puntare al pareggio di bilancio. Ma la "gestione" politica aggrava la difficile situazione generale.
I manager devono centrare gli obiettivi fissati dalla Regione, ma se i responsabili politici della sanità non fissano questi obiettivi, i superdirettori possono sforare i conti come e quando vogliono. Certamente, ci sono anche fattori obiettivi che rendono la situazione complicata, difficile. Le Asl spesso sono in stato di sofferenza finanziaria e non pagano le prestazioni ricevute dalle varie società ed aziende, che a loro volta "entrano in crisi", appesantendo la già precaria situazione del comparto. Ma se i manager non dimostrano di essere capaci, li si deve rimuovere, invece "certi asini, come sono stati più volte giudicati pubblicamente alcuni direttori generali, si sono improvvisamente trasformati in cavalli di razza" e sono rimasti al loro posto, nonostante i pessimi risultati ottenuti.
I consiglieri regionali che hanno firmato la mozione (Dettori, Pacifico, Locci, Balia, Cogodi, Deiana, Demuru, Giovannelli, Granella, Ibba, Licandro, Liori, Manca, Masia, Orrù, Ortu, Pilo, Pinna, Giacomo Sanna, Salvatore Sanna, Satta, Scano, Vassallo), comunque, non vogliono attribuire colpe a nessuno, anche se devono prendere atto, ad esempio, che l'assemblea dei sindaci della Asl 8 non ha approvato il bilancio, che presenta un disavanzo di 208 miliardi di "vecchie lire", ma vogliono capire le cause di una situazione così difficile.
"Non si può curare un malato senza fare una attenta diagnosi, ha detto Nazareno Pacifico, ed è quindi giusto istituire una commissione d'inchiesta". Così come e certamente ragionevole che la commissione Sanità, presieduta da Gianni Locci, si rechi in Toscana, per rendersi conto di come in quella regione siano riusciti a ridurre il numero degli ospedali elevando, contemporaneamente, il livello complessivo delle prestazioni e dei servizi forniti, abbiano potuto ridurre i costi ed arrivare ad un effettivo pareggio di bilancio, in alcune Asl addirittura ad un consistente attivo.
Una mozione costruttiva, quindi, "una mozione piccola, ma particolarmente temuta, ha concluso PierSandro Scano, perché pone all'attenzione del Consiglio una grande questione. Una iniziativa fuori dai consueti schemi, perché interessa molti esponenti di entrambi gli schieramenti". D'altro canto, se si vogliono evitare troppi casi di malasanità, è necessario rivedere l'attuale legislazione, conoscere effettivamente la reale situazione del sistema sanitario regionale. Questa iniziativa ha, quindi, lo scopo di avviare una seria indagine, per giungere, anche in Sardegna, "al buon governo della sanità". (mc)
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