CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XII legislaturaAl Consiglio regionale "sottratti"atti politici ed amministrativi strategici per lo sviluppo della Sardegna. Una mozione dei consiglieri Giacomo Sanna e Pasqualino Manca
Cagliari, 12 giugno 2002 - "Stiamo assistendo al tentativo, neanche tanto mascherato, di ridurre il ruolo del Consiglio regionale. Le decisioni più importanti sul futuro della nostra Regione, infatti, vengono prese fuori dalle sedi istituzionali consiliari; si sottraggono all'esame dell'Aula i documenti di programmazione e i provvedimenti più delicati ed importanti. Il presidente della Giunta sfugge al confronto con il Consiglio e si comporta come un "governatore", ignorando i compiti, i diritti, i doveri dell'Assemblea legislativa regionale". Con una mozione, illustrata questa mattina nel corso di una conferenza stampa, i consiglieri del PSD'Az Giacomo Sanna e Pasqualino Manca hanno denunciato come il capo dell'esecutivo eviti, costantemente, il confronto ed il dialogo con il Consiglio, preferendo la politica "dell'annuncio, dell'utilizzo spregiudicato del mezzo televisivo, dei giornali".
"Da quando si è insediato a villa Devoto, hanno aggiunto i consiglieri Giacomo Sanna e Pasqualino Manca, Pili ha annunciato molte, moltissime, iniziative, ma i risultati raggiunti sono stati pochissimi, se non nulli".
Eppure sono molti i temi sul tavolo, tutti di grande rilievo per il presente ed il futuro della Sardegna. A partire dai problemi istituzionali, legati alla elaborazione della nuova Costituzione europea, " la Sardegna deve far sentire la propria voce, perché una Carta costituzionale non si scrive ogni giorno", alle modifiche del Titolo Quinto della Costituzione.
"Lo Statuto di Autonomia ha subito profonde modifiche e non ce ne siamo ancora accorti. Eppure, hanno ricordato i due esponenti sardisti, esiste una nostra precisa proposta, per istituire una Commissione speciale di studio, supportata anche dalla presenza di due esperti studiosi di diritto costituzionale, per adeguare il nostro Statuto speciale alla nuova realtà costituzionale del Paese. Anche su questo delicatissimo argomento nessun confronto in Aula".
Un silenzio che "copre" i temi della crisi idrica "oltre la brillante idea di unire la Sardegna alla Corsica, non è stata fatta alcuna proposta concreta"; quelli del metanodotto e dei costi energetici; della continuità territoriale, "tutti ne rivendicano la primogenitura, ma intanto i costi crescono ed i posti disponibili diminuiscono"; i grandiosi programmi per le numerose "grandi opere", per l'ordine pubblico, per la profonda e radicale riforma delle telecomunicazioni e della struttura amministrativa pubblica.
"Si va avanti con l'azione annuncio, con un grande utilizzo del sistema mediatico, senza dare ai consiglieri la possibilità di discutere, di approfondire, di confrontarsi su argomenti così delicati ed importanti, hanno aggiunto Giacomo Sanna. Si vanifica il ruolo dell'Aula e delle Commissioni, luoghi deputati al confronto politico, all'approfondimento di temi ed argomenti, che hanno grandi ripercussioni sulla situazione sociale ed economica sarda. Perché non si può parlare del sistema telematico? Perché non si può chiedere ragione dell'affidamento in convenzione, a trattativa privata, a certe società dell'incarico di realizzare questi programmi? Perché si è scelta la Sacecum, per un certo appalto, e la Vil, per un altro, importante, "affidamento" deciso dall'assessorato del Lavoro? Domande che, comunque, ripeteremo in Aula".
I consiglieri, infatti, in questa situazione di "ridimensionamento dei compiti, dei diritti e dei ruoli", hanno una sola arma a disposizione, raccogliere le ventuno firme necessarie per presentare una mozione, con la quale costringere la Giunta ad affrontare, proprio in Aula, gli argomenti più scottanti.
"Come si può avviare la realizzazione del piano telematico, elaborare il progetto di sviluppo economico puntando tutto sul turismo, parlare di un nuovo Piano di Rinascita, quando il vecchio è stato il più grande fallimento di cinquant'anni di vita autonomistica, tagliando fuori Commissioni ed Aula? hanno insistito Giacomo Sanna e Pasqualino Manca. Non si può continuare con le conferenze stampa, le promesse, i proclami e basta. Questa mozione è la denuncia di una situazione che non può essere ulteriormente sopportata. Siamo sicuri che molti consiglieri della stessa maggioranza la pensano come noi e vorrebbero firmarla. Se non lo fanno, probabilmente, è perché vogliono ancora essere leali nei confronti della coalizione della quale fanno parte. Ma i molti voti contrari, che Pili ha raccolto nelle recenti tornate di lavoro assembleare, sono la prova che la libertà di coscienza, nel segreto dell'urna, esiste ancora".
Il Consiglio, nei prossimi mesi, sarà comunque chiamato ad affrontare alcuni temi sui quali si gioca il futuro della Sardegna. "Ci riferiamo, ad esempio, alla legge elettorale, hanno concluso Giacomo Sanna e Pasqualino Manca. Andare alle elezioni per il rinnovo del Consiglio con la legge nazionale, per eleggere un governatore senza limiti e controlli, è un grave, gravissimo, pericolo per la nostra stessa autonomia speciale. Abbiamo visto, anche in passato, sulle leggi elettorali formarsi alleanze trasversali, poi hanno deciso solamente in tre. Il proporzionalismo sta riconquistando consensi, il maggioritario mostra tutti i suoi difetti. Per la nuova legge elettorale dovremo fare le scelte più opportune, necessarie, per non rinunciare alla nostra storia, alla nostra lingua e cultura, alla nostra autonomia". (mc)
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