CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XII legislaturaRiunita a Tangeri la XIII Assemblea plenaria della Commissione intermediterranea della CRPM (Conferenza delle regioni periferiche e marittime della UE). L'Assemblea ha approvato all'unanimità' un progetto di risoluzione sulla "lingua blu" presentato dalla Sardegna.
Tangeri (Marocco) 24 maggio 2002 - Un progetto di risoluzione affinché l'Unione Europea destini nuove risorse finanziarie al rilancio dell'agricoltura e dello sviluppo rurale nell'area Mediterranea, con maggiore attenzione ai problemi dell'ambiente e del paesaggio, presentato dalla Sardegna, è stato approvato all'unanimità dalla XIII Assemblea plenaria della Commissione Intermediterranea riunita a Tangeri, in Marocco.
"Già da qualche anno - si legge nel documento approvato dall'Assemblea - motivo gravissimo di svantaggio per tante regioni del Mediterraneo, dell'Italia, della Grecia e della Spagna, è stato il diffondersi della febbre catarrale degli ovini, "blu tongue", che ha costretto le amministrazioni regionali ad intervenire con ingenti risorse finanziarie, sia per affrontare con rimedi sanitari il diffondersi del male, sia per venire incontro ai gravi disagi economici delle aziende agricole danneggiate".
Nella risoluzione si invita la Commissione Europea ad accelerare le verifiche della compatibilità, con la normativa europea, dei provvedimenti normativi urgenti approvati dalle Regioni a vantaggio del settore; ad intervenire per facilitare, appena venute meno le cause del contagio, la movimentazione al di fuori delle regioni interessate degli animali a rischio, ovini e bovini; a prevedere, per le aziende agro-pastorali colpite dalla febbre catarrale, forme di deroga ai regolamenti CE 1257 del 1999 e 445 del 2002 (sostegno allo sviluppo rurale da parte del fondo europeo agricolo di orientamento e di garanzia FEOGA), al momento della decisione individuale della concessione delle provvidenze, per favorire, pur nel rispetto dell'ambiente e dell'igiene e del benessere degli animali, la redditività delle imprese danneggiate.
"L'Europa non può restare insensibile davanti ad un problema così grave, come quello della lingua blu, ha detto il presidente del Consiglio regionale, Serrenti, durante i lavori. La nostra isola deve farsi promotrice di proposte che hanno l'obiettivo di sottolineare la necessità di un intervento da parte dell'Unione Europea. L'UE deve destinare, con urgenza, nuove risorse finanziarie per rilanciare i settori gravemente danneggiati dalla blue tongue".
Soddisfatto per l'approvazione, all'unanimità', della risoluzione presentata dalla Sardegna anche l'on. Emanuele Sanna (DS), componente della commissione consiliare Agricoltura e presentatore, a suo tempo, della proposta di legge per fronteggiare la prima epidemia di blue tongue in Sardegna. " Considero estremamente importante che un organismo, nel quale si riconoscono 40 regioni del fronte euromediterraneo, abbia trovato una convergenza così forte per impegnare la Comunità europea, dal punto di vista finanziario e normativo, per fronteggiare un'emergenza sanitaria e produttiva che, in Sardegna, ha assunto aspetti non solo preoccupanti ma fortemente penalizzanti per il futuro dell'economia regionale. Dopo questa risoluzione ci sentiamo meno soli nel combattere questa epidemia -ha aggiunto Emanuele Sanna - che sta dilagando in molte regioni del Mediterraneo, ma che in Sardegna, per il rilievo che ha l'allevamento degli ovini, assume dimensioni davvero allarmanti".La risoluzione è stata inviata dalla Commissione intermediterranea della CRPM alla Commissione Europea.
Alla XIII Assemblea Plenaria della Commissione Intermediterranea hanno partecipato 40 regioni, in rappresentanza di Italia, Grecia, Francia, Portogallo, Spagna, Cipro, Malta, Marocco, Tunisia. Per l'Italia erano presenti le delegazioni di Sardegna, Abruzzo, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Sicilia, Toscana, Umbria.
Il presidente del Consiglio regionale della Sardegna (che è anche vicepresidente della Commissione Intermediterranea) è intervenuto nella tavola rotonda "partenariato euromediterraneo, strumento per una democrazia di prossimità nel Bacino mediterraneo". La condizione perché si sviluppi e si rafforzi la democrazia di prossimità e perché si affermino, su basi solide le politiche del partenariato, ha detto il presidente Serrenti nel suo intervento, è creare sulle rive del Mediterraneo, e altrove, un clima di convivenza pacifica tra nazionalità, etnie, popoli e popolazioni.
"I cittadini europei dell'Unione sono oggi 380 milioni, domani saranno 500 milioni. Attraverso le politiche del partenariato, le donne e gli uomini del Mediterraneo direttamente interessati al processo di unificazione europea saranno molti di più. E allora, ha proseguito il presidente del Consiglio regionale della Sardegna, per le questioni legate ad una sostanziale democrazia di prossimità si faranno necessariamente meno petizioni di principio e più pratiche quotidiane. Ma gia da oggi si pongono tre ordini di necessità. Il primo è quello di evitare che i programmi di collaborazione intermediterranea si limitino a creare condizioni di sviluppo economico endogeno, come mezzo per togliere noi europei dall'imbarazzo dell'immigrazione extracomunitaria, che sarebbe meglio governata dalle sensibilità regionali. Per questo concordo con tutte le misure tese alla coesione, compresa la proposta spagnola di creare una Banca del Mediterraneo. Il secondo ordine di necessità attiene alla democrazia di prossimità e gli strumenti principe per la sua affermazione: la conoscenza reciproca e il rispetto delle culture che fondano le nostre civiltà e le nostre società. Il terzo ordine di necessità riguarda il ruolo che possiamo assumere nella composizione dei gravi conflitti esistenti anche in stati cui le nostre regioni appartengono e che sono spesso conosciuti esclusivamente nelle zone in cui si producono".
L'Assemblea, al termine dei lavori, ha approvato una dichiarazione finale in cui, tra l'altro, si sottolinea la necessità di una mobilitazione collettiva per garantire la pace e la tolleranza e in cui si auspica l'intensificarsi di sforzi per realizzare la parità a tutti i livelli: dei cittadini, delle collettività, delle razze, delle culture, delle religioni, perché si possa assicurare a tutti gli uomini e a tutte le donne il diritto ad una vita soddisfacente e sicura. (RR)
>