CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XII legislatura

Eccessivi i ritardi dei burocrati UE nell'approvare la legge sulla lingua blu. La protesta del presidente della commissione Agricoltura, Tonino Frau


Cagliari, 21 maggio 2002 - Cambiano i funzionari istruttori e le leggi della Regione sono approvate dall'Unione Europea con un preoccupante ritardo. E' quanto successo anche per la legge 16/2002, il rifinanziamento della legge regionale 22/2000, con la quale si disponevano interventi a sostegno degli allevatori di ovini colpiti dal terribile morbo della lingua blu.

I quasi 35 milioni di euro, stanziati nel 2001 per indennizzare gli allevatori sardi dei capi morti e del mancato guadagno, possono essere utilizzati solamente ora, mentre sono passati più di sei mesi dalla definitiva approvazione, da parte del Consiglio regionale, del relativo provvedimento legislativo.

 "Una situazione che penalizza ulteriormente i nostri allevatori, ha commentato il presidente della commissione Agricoltura, Tonino Frau. Il Consiglio ha destinato per tempo questi fondi e non si capisce perché i burocrati di Bruxelles abbiano impiegato ben sei mesi, per esprimere il loro parere favorevole su una legge perfettamente uguale alla 22/2000, approvata a suo tempo dalle stesse autorità comunitarie. Un modo di comportarsi assolutamente inconcepibile, la prova che manca la necessaria sensibilità nell'esaminare ed affrontare una situazione ormai tragica, quale è quella isolana".

I burocrati comunitari, inoltre, non hanno riconosciuto valida la proposta di destinare oltre 10 milioni di euro (venti miliardi di vecchie lire), per compensare gli allevatori di bovini dei maggiori costi sostenuti per la "mancata movimentazione" dei loro capi.

"L'Unione Europea, ha aggiunto Tonino Frau, ha vietato di spostare i capi, giovani o adulti, destinati ai centri di ingrasso o alla macellazione. Un danno economico di ampie dimensioni, una serie di costi aggiuntivi che rischiano di mettere ulteriormente fuori mercato le aziende sarde. Anche per questi finanziamenti sono giunti pesanti richiami; i funzionari europei non si rendono conto che questi indennizzi, questi contributi, non hanno nulla a che vedere con gli incentivi che turbano il mercato, non sono certamente aiuti di Stato mascherati. Sono, e lo sanno benissimo anche a Bruxelles, un risarcimento per i maggiori costi che gli allevatori hanno dovuto sopportare per l'applicazione di rigide, e forse discutibili, norme comunitarie. Che senso ha, ha concluso Tonino Frau, parlare di redditività ed economicità delle aziende, quando i tempi della burocrazia diventano eccessivamente lunghi, quando si creano pesanti inconvenienti agli operatori del settore primario?"

"Sei mesi per autorizzare una spesa, ha concluso Tonino Frau, che è una semplice, nuova, applicazione di norme già valutate ed approvate, è un comportamento inconcepibile, un modo di agire condannabile e non certamente più sopportabile. Anche i funzionari, i burocrati, dell'Unione Europea devono essere più efficienti e più attenti alle esigenze, ai diritti, degli operatori agricoli, anche di quelli sardi". (mc)


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