CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XII legislatura

Una proposta di legge per ridurre i pericoli dei campi elettrici ed elettromagnetici presentata dall'onorevole Licandro e da altri esponenti del Centrodestra.


Cagliari, 7 maggio 2002 - Il problema, sino a qualche tempo fa sottovalutato, è esploso prepotentemente in questi ultimi anni quando tutti si sono accorti che i campi elettromagnetici hanno notevole influenza sulla salute degli uomini, e degli animali. Il sistema di distribuzione dell'energia elettrica è sempre più capillare, nascono e crescono velocemente le antenne, gli impianti radiotrasmittenti e quelli riservati alla telefonia mobile. Ed i dati scientifici assumono, improvvisamente, una grande importanza.

"Prima, si era abituati ad esaminare gli effetti immediati, quelli a breve termine", dice Mimmo Licandro, medico, consigliere regionale di FI, primo firmatario di una proposta di legge, presentata con i colleghi Fantola, Capelli, Diana, Onida, Cappai, Floris, Pirastu e Pilo, proprio per dettare le necessarie norme in materia di "tutela sanitaria e protezione ambientale dall'esposizione dai campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici".

Quando si sono messe a punto le prime apparecchiature radiologiche, i medici le utilizzavano senza alcuna precauzione, ha ricordato Mimmo Licandro, e moltissimi morivano colpiti da tumori di ogni tipo. Quando ci si è accorti di questi pericoli, si è corsi ai ripari. Per i campi magnetici ed elettromagnetici si può dire sia successo lo stesso fenomeno di sottovalutazione. Ora, però, gli studi più recenti hanno dimostrato come l'esposizione a campi magnetici ed elettromagnetici, anche di bassa intensità, produca effetti dannosi sugli uomini e, probabilmente, sull'intero sistema vivente.
Le indagini più recenti, effettuate negli Stati Uniti, in Gran Bretagna, in Polonia, quest'ultima finanziata dalla Unione Europea ed i cui dati sono stati resi pubblici nel 2000, hanno messo in evidenza come il 65 per cento delle leucemie linfoblastiche ed il 60 per cento di tutte le leucemie infantili siano attribuibili all'inquinamento elettromagnetico. Dati confermati anche dai recenti rapporti dell'Istituto superiore della sanità.

"Una situazione preoccupante, che presenta dati e lati ancora non del tutto chiariti anche dalle più accurate indagini scientifiche, aggiunge Licandro. In molte parti della Sardegna, anche recentemente, si sono avute vivaci proteste per la presenza di impianti considerati pericolosi o per il proliferare, sui tetti delle città, della selva di antenne ed antennine, che possono avere effetti negativi sulla salute delle persone che vivono sotto quei tetti. Con alcuni colleghi abbiamo, quindi, pensato di presentare una proposta di legge che desse alcune garanzie alle popolazioni isolane e stabilisse delle regole, in materia di tutela della salute delle persone e della protezione, in generale, dell'ambiente".

La proposta di legge si divide in sei "titoli", che ne fissano gli aspetti caratteristici e le finalità. Partendo dal rispetto degli obblighi costituzionali della tutela dell'ambiente e della salute dei cittadini, la legge prevede anche l'applicazione del "principio di precauzione", sancito dall'articolo 174 del trattato istitutivo della Comunità Economica Europea (CEE).

La Regione, le province, i comuni devono operare, quindi, per evitare danni e rischi ai cittadini, così come gli enti locali, l'Agenzia regionale per la difesa dell'ambiente (l'Arpa, che tuttavia in Sardegna non è stata ancora istituita), le Aziende sanitarie locali (Asl) e tutti coloro che operano in questo campo devono garantire "a chiunque l'accesso ai dati ambientali, relativi alla tutela dalle esposizioni ai campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici".

Gli enti locali devono anche provvedere a "perimetrare" le aree sensibili, al cui interno le garanzie e le precauzioni devono essere assolutamente rispettate. La proposta di legge prevede, quindi, le norme da seguire per autorizzare le installazioni dei trasmettitori radio e televisivi (titolo II), i relativi divieti, la necessità di una opportuna pianificazione territoriale, le funzioni di proposta e controllo degli stessi enti locali.

Un ruolo fondamentale, nella applicazione delle norme, è affidato all'Arpa ed alle Asl, che devono contribuire anche al "processo di risanamento" della situazione esistente. Il titolo III stabilisce le norme da seguire per realizzare gli impianti di telefonia fissa; il titolo IV quelle per la realizzazione delle reti per la trasmissione e distribuzione dell'energia elettrica; il titolo V, infine, stabilisce l'istituzione di un "catasto regionale" degli impianti fissi per l'emittenza radio e televisiva, per la telefonia e l'energia elettrica. "Un sistema di controllo, aggiunge Licandro, per sapere esattamente dove si trovano gli impianti e monitorare continuamente la situazione, in modo da non creare occasioni di pericolo ed ingiustificati allarmismi".

Il titolo VI, infine, stabilisce che la Giunta regionale, entro centoventi giorni dalla entrata in vigore della legge, definisca, in via transitoria, con un apposito regolamento, le disposizioni di prima applicazione di questo provvedimento.

La proposta di legge, analoga a quella presentata qualche mese fa dal consigliere Nazareno Pacifico e da alcuni esponenti del Centrosinistra, passa ora all'esame della competente commissione consiliare. In quella sede i due provvedimenti saranno unificati e la Commissione potrà procedere, celermente, alla elaborazione di un testo unico. "Si tratta di un  argomento di grande interesse, ha concluso Licandro, anche perché non sappiamo quali saranno gli sviluppi futuri nel comparto delle teletrasmissioni e del trasferimento delle risorse energetiche. Sappiamo, comunque, che ci sono notevoli rischi per la salute umana e vogliamo che questi pericoli possano essere evitati". (mc)


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