CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XII legislaturaI rappresentanti dei Palestinesi in Sardegna ricevuti dal presidente del Consiglio, Serrenti
Cagliari, 9 aprile 2002 - "Il Consiglio regionale è preoccupato per il conflitto arabo-israeliano e farà tutto ciò che è nelle sue possibilità per arrivare ad una soluzione, pacifica e definitiva, della complessa vicenda". Il presidente del Consiglio regionale, Efisio Serrenti, ricevendo il delegato generale palestinese in Sardegna, Khair Nabeel, accompagnato dai segretari regionali delle confederazioni sindacali, ha espresso al rappresentante della OLP le preoccupazioni, ma anche la solidarietà, sue e del popolo sardo, particolarmente preoccupati per l'evoluzione di un conflitto che non accenna a placarsi.
"Sono molte le esigenze, i sentimenti, che accomunano la Sardegna anche al popolo della Palestina, ha aggiunto Efisio Serrenti. I sardi sono sempre stati vicini a coloro che soffrono, che si sentono oppressi o che anelano ad una reale libertà".
Il conflitto tra Israele ed i Palestinesi ha, tuttavia, ragioni ed origini complesse, difficili da giudicare, ha aggiunto il presidente Serrenti. E' comunque ben viva, in tutti i democratici, l'esigenza di un accordo che porti ad una soluzione giusta e razionale, garantendo la pace e la sicurezza in una delle zone, tradizionalmente, più calde e turbolente dell'intero bacino del Mediterraneo.
"Il Consiglio regionale, ha aggiunto Serrenti, prenderà comunque una posizione unitaria sulla grave situazione in Medio Oriente ed, al termine della lunga maratona per l'approvazione della manovra finanziaria e del bilancio della Giunta, discuterà un ordine del giorno unitario, con il quale esprime solidarietà al popolo palestinese, chiede l'applicazione delle risoluzioni dell'ONU e degli accordi di pace di Oslo, si dichiara favorevole alle iniziative diplomatiche e popolari promosse dalle Organizzazioni non governative".
"E' una solidarietà reale, ha concluso il Presidente Serrenti, ed il Consiglio si farà promotore anche di iniziative di ampia portata. In Sardegna, ad esempio, si potrebbe svolgere la conferenza internazionale intergovernativa che appare, attualmente, l'unica possibilità per avviare un serio e costruttivo confronto tra le parti in guerra".
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