CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XII legislaturaI problemi della diga di Monti Nieddu-Is Canargius approfonditi dalla commissione Lavori pubblici del Consiglio regionale
Cagliari, 7 febbraio 2002 - I numerosi problemi che hanno ritardato la realizzazione della diga di Monti Nieddu-Is Canargius sono stati approfonditi dalla Quarta commissione permanente, Lavori Pubblici ed Urbanistica, presieduta da Marco Fabrizio Tunis. Ai lavori della Commissione ha partecipato anche il presidente del Consorzio di bonifica della Sardegna meridionale, Paolo Terzo Sanna, accompagnato dai massimi dirigenti dell'Ente, che ha appaltato i lavori per la realizzazione dell'invaso e di tutte le opere complementari, necessarie per distribuire, nei comuni della costa sud-occidentale, l'acqua raccolta nel nuovo bacino.
Da tempo i lavori per la costruzione della diga procedono a rilento, perché la società che ha vinto la gara internazionale di appalto lamenta inadempienze da parte del Consorzio.
Una situazione che ha causato un preoccupante "contenzioso", visto che l'Associazione temporanea di imprese incaricata di realizzare l'importante opera ha chiesto un risarcimento ultramiliardario al Consorzio il quale, a sua volta, ha sollecitato la "rescissione con danni" del contratto con il quale si affidavano i lavori all'Ati, capeggiata dalla spagnola Dragados e Costrucciones.
Una vicenda, hanno illustrato i rappresentanti del Consorzio di Bonifica, che presenta non pochi punti "oscuri". Intanto, la necessaria autorizzazione a realizzare l'invaso, da parte del Servizio nazionale dighe, è giunta con molto ritardo ma, se i lavori preparatori fossero stati realizzati nei tempi previsti, si sarebbero potuti rispettare almeno parzialmente, i tempi previsti per la realizzazione della diga, "essenziale per l'intera zona sud-orientale dell'isola".
Anche l'Associazione temporanea incaricata della costruzione dell'invaso, infatti, ha alcune inadempienze da farsi perdonare. Certamente, hanno detto i responsabili dell'Ente appaltante, le ceneri da utilizzare per il calcestruzzo non sono state immediatamente disponibili, ma quegli "scarti industriali" sarebbero potuti essere sostituiti con altri "inerti", largamente presenti sul mercato isolano.
"Le ceneri costano certamente meno degli altri materiali, ad esempio la perlite, ha confermato il presidente del Consorzio Paolo Terzo Sanna. Ma allora è un semplice problema di costi, non di inadempienze da parte dell'Ente appaltante. E 456 giorni di ritardo nell'osservare i tempi di realizzazione non possono essere attribuiti a presunte inadempienze del Consorzio".
"Una soluzione della vicenda si impone", hanno all'unanimità concordato i componenti la Quarta commissione consiliare. Perché i lavori preparatori hanno causato "uno scempio ambientale" giustificato solo dalla realizzazione dell'opera; perché sono stati spesi molti miliardi e non si può abbandonare la realizzazione di un invaso "essenziale" per il futuro dei paesi della zona; le esigenze civili, dell'agricoltura, del turismo, non possono essere ignorate; se ci sono state delle incomprensioni, se si sono sbagliati i calcoli, tutto può essere rivisto, se esiste la volontà reale di trovare un accordo per andare avanti.
"Non esistono ipotesi alternative, ha concluso la commissione Lavori Pubblici. La ripresa dei lavori deve avvenire in tempi brevi. E' essenziale, quindi, trovare una soluzione, in attesa della quale è, comunque, necessario mettere in sicurezza il cantiere di Monti Nieddu".
La Commissione continuerà l'esame della "vicenda" anche in una prossima seduta.
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