CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XII legislaturaLa manovra finanziaria della Giunta esaminata dalla commissione Sanità.
Cagliari, 30 gennaio 2002 - Il bilancio della Sanità? Le forbici della razionalizzazione della spesa regionale hanno cercato di ridurre del venti per cento anche i fondi statali e regionali destinati alla sanità ed all'assistenza. "Ma non si possono tagliare spese obbligatorie, ha detto l'assessore Giorgio Oppi, illustrando la manovra finanziaria, per la parte destinata alla sanità, ai componenti la Settima commissione. I tagli proposti sarebbero dovuti essere di oltre mille miliardi, nel complesso la manovra che riguarda la Sanità sfiora i cinquemila miliardi, ma oltre tremila seicento miliardi sono semplici trasferimenti, somme destinare alle Asl che noi eroghiamo rispettando i parametri dello Stato, le indicazioni del Consiglio regionale".
La spesa sanitaria, ha aggiunto Oppi, è rigida e la sua gestione complicata, perché "la Regione integra, con il ventinove per cento dei suoi fondi, tutte le spese finanziate dallo Stato. Se non mettiamo i nostri soldi, lo Stato non versa i suoi. E noi non siamo in condizione di fare fronte alle esigenze della società sarda".
Alle spese fisse, per l'esercizio in corso, si devono aggiungere due mutui, uno contratto nel 1991, la rata annuale è di 240 miliardi a carico dello Stato e di 75 miliardi a carico della Regione, ed un mutuo contratto nel 2001, ma "caricato" nel bilancio del 2002, immediatamente utilizzato per coprire parte del disavanzo storico delle Asl isolane, in questo caso 234 miliardi.
"I tagli reali sono stati fatti, ha aggiunto Giorgio Oppi, sulla quota destinata agli investimenti, circa 180 miliardi, penalizzando quindi le iniziative a favore dei più deboli. Una decisione che non ho certamente accettato, tanto è vero che, con i tecnici dell'assessorato, abbiamo rimodulato le spese e le previsioni di entrata, confermando, anzi in alcuni casi aumentando, i finanziamenti per le categorie più deboli, per quelle più a rischio, garantendo ai molti casi particolari che si registrano in Sardegna i finanziamenti necessari per fare fronte alle loro dolorose esigenze".
Certamente il pianeta sanità nell'Isola ha bisogno di una profonda trasformazione. Lo hanno detto, esaminando la manovra finanziaria nei dettagli, la presidente della Settima, Noemi Sanna Nivoli, e gli altri componenti la Commissione: Ivana Dettori, Nazareno Pacifico, Nello Cappai, Mondino Ibba, Mariella Pilo. Le Asl sarde devono chiudere i loro bilanci in pareggio; la riduzione della spesa farmaceutica è possibile; la razionalizzazione delle strutture può permettere significativi risparmi; acquisti centralizzati, maggiori controlli amministrativi, una cabina di regia che sorvegli ed intervenga per evitare sprechi ed inutili sovrapposizioni sono le strade obbligate, seguite anche in altre regioni, che hanno cominciato a dare risultati positivi anche nei pochi casi nei quali, questi criteri, sono stati applicati anche in Sardegna.
La manovra, quindi, seppur ridotta, non peserà sui sardi. Ma è necessario approfondire alcuni aspetti particolari della situazione isolana, hanno concordato i componenti la Commissione e l'assessore della Sanità, perché le esigenze della società sarda mutano continuamente e il sistema non può essere "un pozzo senza fondo".
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