CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XII legislatura

La manovra finanziaria della Giunta esaminata dalla Commissione Agricoltura ed Ambiente


Cagliari, 29 gennaio 2002 - La commissione Agricoltura ed Ambiente del Consiglio regionale, presieduta da Tonino Frau, ha esaminato la manovra finanziaria predisposta dalla Giunta, approfondendo gli aspetti relativi al sistema agricolo sardo. La Quinta ha incontrato "in audizione" i massimi dirigenti dell'assessorato dell'Agricoltura (l'assessore Contu non è potuto intervenire perché ammalato), per esaminare e discutere le cifre di un progetto di bilancio considerevolmente inferiori a quelle degli anni passati.

La necessità di razionalizzare la spesa, di ridurre sprechi ed indebitamento, hanno detto i dirigenti dell'Assessorato, ha imposto tagli "dolorosi" anche per il comparto primario. Così anche per il settore agricolo isolano sono state ipotizzate riduzioni del venti per cento delle somme disponibili, "tagli" consistenti agli investimenti, ai piani di intervento per l'ammodernamento delle strutture produttive sarde.

"Si cercherà di ovviare a queste riduzioni utilizzando, massicciamente e nel migliore dei modi, i fondi comunitari. Ma certamente non potevamo tagliare le spese obbligatorie, i trasferimenti alle strutture operative" hanno dichiarato i responsabili dei diversi servizi dell'Assessorato.

Nel corso della lunga riunione sono state esaminate, infatti, le caratteristiche principali della manovra economica e di bilancio proposta dalla Giunta Pili. E' emersa, hanno concordato tutti i componenti la Commissione Agricoltura, una situazione estremamente difficile " perché anche i programmi comunitari non sembrano in grado di far compiere all'agricoltura sarda, agli operatori sardi, quel salto di qualità del quale hanno necessità "se vogliono competere, con possibilità di successo, in un mercato sempre più agguerrito e competitivo".

 I Programmi operativi regionali, i relativi bandi si sono chiusi alla fine dello scorso mese di dicembre, "sono farraginosi e difficili da comprendere ed applicare", ma le nuove norme europee, alle quali si deve fare necessariamente ricorso, fissano parametri produttivi e limiti di intervento che "penalizzano" realtà difficili, poco produttive, sottocapitalizzate come quelle sarde.

Quanti sono gli operatori agricoli che possono rispettare questi parametri? Quanti sono gli imprenditori che dispongono dei capitali "propri" necessari per contribuire alla realizzazione delle infrastrutture o delle opere di miglioramento finanziate, "solamente per il cinquanta per cento" dalla Unione Europea? Domande, poste dai consiglieri, alle quali non è stato possibile dare risposte certe ed esaurienti. Qualche critica, inoltre, alla "lentezza" della struttura burocratico-amministrativa regionale.

"Ma negli organici dell'Assessorato mancano 90 laureati in agraria, 45 periti agrari, 30 ragionieri e 40 laureati in giurisprudenza", ha fatto presente il direttore dell'assessorato Monni. Nessuno scandalo, quindi, se si chiede di poter ricorrere, almeno per l'istruzione delle pratiche e dei progetti, alle strutture "operative regionali" (Ersat ad esempio), che fanno pur sempre parte della stessa macchina amministrativa.

Una situazione difficile, caratterizzata da una consistente massa di residui passivi, di finanziamenti che corrono il "rischio di essere restituiti alla Comunità", di norme e leggi non "notificate e che possono essere dichiarate (come avvenuto con la 44/88) illegali ed illegittime".

Eppure, lo hanno ricordato tutti, quello agricolo è un settore delicatissimo, di grande valenza economica e sociale, che deve essere profondamente innovato. Le manovre finanziarie possono essere un "primo momento" di questa necessaria opera di trasformazione. La commissione Agricoltura ha, quindi, sollecitato rapporti più stretti, per poter disporre di programmi, progetti, direttive e norme di attuazione "per tempo", in modo da poter esprimere i necessari pareri dopo gli attenti e necessari esami e con la dovuta serenità.

"Il mondo agricolo sardo, ha commentato il presidente della Commissione Tonino Frau al termine dei lavori, ha bisogno di nuove norme, di regole moderne, di proposte e progetti che rafforzino le strutture produttive. Abbiamo solo qualche anno, per mettere gli operatori agricoli sardi in condizioni di competere con le agricolture dei dieci Paesi che premono per entrare a far parte della Unione europea. Il tempo a nostra disposizione è veramente esiguo e non possiamo perdere neanche un giorno".

La Commissione Agricoltura ha anche incontrato i rappresentanti delle principali organizzazioni venatorie sarde, con le quali è stato fatto il punto sull'iter istruttorio della proposta di legge con la quale si intende "allungare", al mese di febbraio, la stagione di caccia alla migratoria.


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